Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

pre vecchi, spesso vecchissimi. Sono più • vecchi degli ,tessi film a soggetto del programma. Che è tutto dire. Il Luce è un giornale che alla pagina e alle parole sostituisce il nastro di celluloide e r immagine. E come il giornale, il Luce ha valore in quanto ci informa e ci documenta fatti appena accaduti, o comu~- que recenti. Chi è che legge - se non in casi del tutto particolari - un giornale di cinque anni fa? Forse l' uomo dei piccoli centri? Nt? certamente. "Il Corriere della sera,, o "Il Popolo d'Italia ,. giunge ad esempio. e viene letto in giornata, o al massimo un giorno dopo, a l\Iilano come nel più piccolo e sperduto paese della Calabria. E allora perchè il Luce, che pur esso è un giornale (seguirà giornale Luce: annuo• -ciano i programmi), deve arrivare prima io cìttà, e dopo tanti, dico tanti allJli, nei paesi? E':semplicemente ridicolo che nelle sale cinematografiche dei piccoli centri si debba ancora assistere ali' entrata delle nosire truppe in Addis-Abeba, quando oggi gli Italiani, dopo essere già stati vittoriosi in Spagna, stanno vincendo una tE:rza guerra. Se c' è, inoltre, un pubblico che ha bisogno di Luce nuovi, recenti, è proprio il puhlico dei piccoli centri. Non tutti. nei paesi possono leggere il giornale come nelle città. Ma tutti, o quasi, possono comprare il Luce; chè esso parla attraverso il linguaggio universale delle immagini. Proponiamo quindi che i Luce recenti vengano distribuiti anche oei piccoli centri d'Italia. Rivolgiamo la proposta, per competenza, al presidente dell'Istituto Nazionale Luce. E speriamo di esaere ascoltati. .. . A proposito della nostra proposta formulata nel precedente numero di questa rivista sulla necessità di una produzione film1st1ca - regolare ed autonoma - da istituirei al Centro Sperimentale di Cinematografìa - proposta, da noi e for!"ulata anche su altre colonne (LA VOCE DI MANTOVA) sin dal dicembre scorso - ripo·rtiamo con comprensibile gioia dal settimanale " Film,, di Mino Doletti la eeguente notizia : " Si apprende che il Aolinistero delJa Cultura Popolare ha disposto che il Centro Sperimentale di Cinematografia inizi dal1' anno XX una produzione a carattere continuntivo che, in un primo tempo sarà associata ad altri produttori e in seguito avrà carattere indipendente,,. Abbiamo detto che riportiamo con comprensibile gioia la noti~ia di Film. Essa invero ci dà conferma che quanto abbiamo proposto su questa rivista - e, ripetiamo sin dal dicembre ecorso eu altre coÌonne - verrà ad esòere attuato appieno e al più presto. Pertanto Via delle Ciri.que Lune aprirà la serie dei film prodotti dal Centro. GUIDO ARISTARCO 7J~ Si è svolto a Roma, organizzato dal Guf dell' Urbe, il primo convegno di Cinematografia politica, presieduto dal Cons. Naz. Fantechi, coadiuvato dal Segretario del Guf e da Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia. Al convegno hanno partecipato molti giovani che da tempo sono entrati in produzione e che militano nelle agguerri te schiere del giornalismo cinematografico italiano di " punta ,, . Benchè fosse stata invitata, la produzione ha limitatamente partecipato con una sparuta rappresentanza. cinematografie straniere che si sono affermate in quanto hanno saputo esprimere artisticamente i caratteri nazionali a cui si sono ispirate, ha poi sorvolato sulle caratteristiche che dovrebbero delineare questa nostra cinematografia nazionale da tempo auspicata. , Le relazioni, che hanno preceduto la discussione, sono state lette da Ezio Saini su " Il cinema e la sua funzione educativa e politica,,; da Carlo Lizzani su " Nuovi indirizzi del cinema ,, : da Enrico Fulchignoni sul "Avviamento dei giovani ali' attività cinematografica,,. Ma, tanto nelle relazioni, che nei concetti espressi da coloro che sono intervenuti poi nella discussione, nella quale è intervenuto anche un produttore che con le sue violente requisitorie contro film come " Maddalena, zero in condotta ,, e " L' eterna illusione ,, ha maggiormente avvalorato i Siamo pienamente d'accordo che l'Arte, in quanto tale, è di per sè educativa ed assolve il suo compito politico, che è quello di dimostrare ali' estero e non solo ali' estero, a quali mete i nnovi artisti, permeati dello spirito della nuova Italia, sono giunti, ma ci sembra non sia stato chiarito il modo con cui si possa raggiungere questa precisazione e definizione in sede est.etica del cinema italiano. Della ielazione di Lizzani segnaliamo specialmente questo, punto: " ... si dovrebbe finalmente capire che per fare un cinema di rivoluzione cioè italiano, non si può tentare questo o quell'altro genere, quasi si potesse giungere ad un clima d' italianitd semplicemente con l'adozione ora di questo ora di quell'altro aspetto della realtà ,, . Ad un campo eminentemente pratico e che avrebbe dovuto avere quindi fini maggiordubbi esistenti sull' intelli(;enza ed il buon gusto di molti nostri produttori, non abbiamo trovato nulla di nuovo o di originale che possa servire ad un ideale risoluzione della attuale situazione cinematografica. La relazione di Saini, dopo avere sottolineato il fatto, da noi pienamente condiviso, che p~r cinema politico si deve intendere tutto il cinema rispondente alle caratteristiche di un cinematografo improntato ad una arte ed ad una morale strettamente nazionali, per prevalere così sulle fondazione Ruffilli - Forlì PROMESSE Diremo infine che • VIA DELLE CINQUE LUNE• non è da ritenersi un film del Centro per il solo fatto 1 che vi prendono parte allievi ed.e;x;-allievi (e si intende non soltunto aUiwi atto,·i, ma altresl gli allievi delle alt·re sezioni), ma perchè con questo film il Centro vuole esporre, pr« ticamente, le proprie idee sull'arte <kl cinema, quei concetti, insomma, che da tempo va significando attraverso la sua complessa attività ed in particolare i metodi di insegnamento e le wumerose p1ibblica• zioni. (da. Bi<mco e u~ro, .Marzo XIX) mente conclusivi ed essenziali ci ha portato la relazione di Fulchignoni. L' aspra critica alla nostra industria cinematografica, che manca specialmente di società che svolgano una produzione ed una attfrità continuativa, non ci è sembrata però una trovata originale. Desiderio di ~vere una industria salda su base solidissima, in modo da garantire a tutti coloro che operano nel campo della cinematografia una continuità lavorativa, è stato molte volte espresso nelle riviste e nei giornali non solo cinematografici. 41

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