Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

Organizzatori I Teatri-Guf partono da un presupposto organizzativo fondamentale fuori del quale è esclusa la loro esistenza. NelJa quasi totalità dei casi questi Teatri nascono dal nulla, o per meglio dire, si sviluppano come esili gemme da un'organizzazione cullurale e politica molto ampia (G.U.F.) che nei primi tempi mette a disposizione solamente un cartello indicatore su di un tavolo e più tardi una somma di denaro per gli eventuali spettacoli. Cbi dà l'avvio ai Teatri-Guf con una consistenza pratica, sono di solito due o tre universitari cbe volontariamente formano il primo nucleo intorno al quale si avvolgeranno le spire, sempre più nutrite e efficienti, di altri organizzatori, di aspjranti registi, attori, autori, scenografi, etc. La nascita del Tetro-Guf' (più di qualunque altra sezione del Guf) è molto interessante per la sua evoluzione psicologica e per la discriminazione in varie branche dei collaboratori. L'entusiasmo e la dedizione più assoluta di tempo e di energie caratterizzano questi organismi in via di assestamento, che, una volta formati co11 una piccola tradizione di esperienza, diveutauo sempre più difficilmente arginabili in un indirizzo tecnico uni tari o, senza, cioè, che si producano dispersioni di forze, sfaldamenti e decadenze. I Teatri Guf corrono troppo spesso il pericolo di illanguidirsi iu pause stagnanti dovute per lo più a brus?br can1bi di guardia, a mancanza di coutiuuità, a perdita di esperienze precedenti, e, bisogua pur dirlo, a discordie intestine. L'istituzione funziona finchè in essa agisce la mano robusta di organizzatori puri. Si parla spessissimo di registi, attori, scenografi, autori del Guf, e mai si parla degli orgaganizzatori cbe rappresentano la forza centripeta e il tessu'to connettivo di ogni Teatro-Guf. La loro funzione non solo è imFondaz,lg,eRuffilli- Forlì del Teatro Guf portante, ma indispensabile per qualunque attività artistica, tanto che i migliori Teatri sperimentali devono il loro successo principalmente ai loro organizzatori. Quali siano i compiti pratici del1' organizzatore non è facile esporlo, basta ricordare che è il lavoro più ingrato, complesso, delicato, difficile,, nevralgico ; spesso ignorato, e mai apprezzato nel suo giusto valore. Dalla burocrazia mini ma (riempire le sclìede con i nominativi, spedire le circolari per i convegni, sbrigare le pratiche per gli spettacoli) all' inquadramento dinamico del complesso drammatico, dai servizi di portaceste, noleggi, ricerca di personale tecnico, ai servizi amministrativi, dalla direzione di scena alla direzione deH' allestimento, dalla propaganda spicciola all'organizzazione di convegni per i Littoriali, alla stampa, ecc. A costoro spella il meri Lo del1' istituzione e del mantenimento degli "Sperimentali,,: scuole pratiche di Teatro. Non avanguardismo e gogliardismo ma serio esperimento di ogni elemento scenico. on si vuole uno stile ma se ne cerca uno nuovo, non si espone un manifesto ma si tentano nuove possibilità. I giovani cbe fanno il TeatroGuf, non ancora assillati da immemediate preoccupazioni finanziarie e per la loro inesperienza, devono e vogliono costruire tutto da capo, usando le vie più nuove e più impensate. Quiudi i moduli già pronti di annose esperienza artistico-commerciali su cui basarsi per risparmiare tempo, denaro, energie e per evitare probabili insuccessi, sono da essi ignorati. Si comincia sempre e ovunque da capo con l'unica esperienza della cultura e del buon gusto; si tenta spesso la via più lunga perchè non si vuole trovare la via considerata più breve. E così si scopre molte volte che un dato metodo mai esperimentato dà risultati migliori di un altro già considerato sicuro. Ancbe la fusione e l' emoluzione di metodi e stili diversi porta sempre a conclusioni interessantissime per cbi sa Lr!lrne profitto. Due dovrebbero essere i principi fondamentali del buon organizzatore del Teatro-Gu f: la preoccupazione costante e scrupolosa della " con- " Natale in casa C,ipiello ,, di, Edoardo de Filippo Compagnia De Filippo

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