Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

G9 .• • ~eeens1~n1- " 1),e;J,id " di Bwno. 1hMM.ti A riguardare la distesa degli avveni men Li storici che riempirono il destino della nostra terra, oltre una filiale commozione, si profila - netto e preciso - il volto· d'un popolo unilo ed acciaiato non solo entro i confini geografici della natura. Le penombre, le stasi che apparentemente smorzano la continuità della tradizione nostra acquistano esse pure sigµificato ideale, strette nella luce di mo,nenti eccelsi. Questi periodi aurei, questi "ver• tici,, sono la trama di un sostanzioso e vivo libro di Bruno Masolli ("1"Vertici,,, 1st. azionaJe di €ultura Fascista Forlì, L. 10), il quale indagando sul senso di tradizione e di costruzione - innato nel nostro popolo - po11e chiaramente a fuoco quale sia la fonte della nostra dottrina rivoluzionaria. E' esplicito che la supremazia storica del!' Italia trova la pietra di paragone nelle tappe che costituiscono riferimenti incontrovertibili per la stessa storia dell'umanità: Roma, il Callolicesimo, il Rinascimento, il Risorgimento, la Rivoluzione Fascista. Un popolo che ha la propria tradizione recinta da un anello tanto luminoso, è giusto che - senza pudori falsi -· si riconosca un merito intrinseco: la saldezza - direi quasi predestinata - dei propri caratteri razziali. Non è affatto vero che chi richiama di continuo le virtù degli avi, dimentichi il suo stato attuale e viva, in certo qual modo, di umiliante rendita. L'Italia di oggi sente più che mai la bellezza dell'antico, proprio perchè sente spr1g1onarsi dal suo sangue sempre giovane l' impeto costruttivo, l' ardore profetico di predominio ideale. Esatte suonano qui le parole di Bruno Masotti : " l'Italia può legittimamente aspirarvi (ad una missione altissima nel mondo) perchè ha saputo vivificare la grandezza del passato con la bellezza di una meravigliosa vitalità attuale ,,. Giova affermare che "Vertici,,, Fondazione Ruffilli - Forlì pur presentando una certa cadenza frammentaria (dovuta ali' impostazione stessa degli scritti), per il profondo e sincero senso di vera mistica fascista da cui è pervaso, risulta infine uno dei libri più giovevoli alla nostra anima di Italiani e di rivoluzionari. Meraviglia - pensando alla g~ovane età del Masotti - come egli abbia raggiunto un equilibrio perfetto tra sentimento personale e sostanza storica, tra passione di fede e indagine obbiettiva. Soprattutto nella seconda parte del volume(" Dottrina,,\ dove l'argomento stesso si prestava a chine scivolose, seppur infiammate, Bruno Masotti ha mostrato il polso fermo di uno sperimentato nocchiero. Mai la materia gli ha preso la mano ; sereno di cosciente sensatezza egli ha sempre dominato la pagina, riuscendo in una esposizione sicura, suasiva e - quel che maggiormente conta in trattazioni" simili - u1nana. Certo a recar tanto bnon frutto molto aiuta il suo stile : nè scarno nè ampolloso, teso sempre, più che alla eccentricità attraente dell'immagine, alla chiarezza del suo contenuto. Siccbè parrebbe utile a t:J.nesto carnoso volumetto di sciog.liere le briglie, percbè andasse sulle vie del popolo e ad esso s'accostasse per porgere luce di fierezza italiana. c. " 1Jiau;.matwie ,, di é.w ~e.o. (Ed. "Vht Consolare,,) Giustamente è stato osservato che fra le virtù, senza dubbio notevoli delJa nostra tempestosa età, i posteri non metteranno al primo Juogo quella della discrezione, poichè assai di rado come oggi tanto gli spiriti più vigili e innamorati, come anche i più faciloni, deplorando nella nostra let• teratura contemporanea una presunta mediocrità, hanno invitato i volonterosi alle fonti, hanno predicato il rii.orno alla poesia del passato o, alla peggio, propugnato l' esumazione dei classici. Ma niente di tutto questo troviamo nel libro di Ezio Colombo, autore noto a quanti con bupna volontà si accingono a seguire su Via Consolare i movimenti della cultura giovanile italiana. Gusto e preparazione, onestà e senso Io odo .... ma forse voce non è che una voce quulunqw•, fra mille, che avverti e quasi 110,,. odi nel mattino .... Di lu.11gi, là tfove il cielo si pe,.de, l'aurora apre mt ventaglio frale di rosnte dita sul mare. E' l'ora che iutesse il silen:io di voci ,rnsceuti, è l'ora trepida, ancora di stelle, e tepida quasi di sole. FRANCO SIM0NONI di equiliLrio hanno suggerito all'autore I' equa risposta ali' interrogativo ansioso e un poco smarrito che il Pancrazi aveva posto anni or sono : Dove va la prosa ? Il critico si affretta allora a citare il nome di Linati, di cui fa un'acuta disanima sempre con l' aria di dirt: come l' acidulo Saint•Beuve: "Io amo i libri veri, i libri cùe sono il meno possibile dei libri e il più possibile l' uomo stesso .... E quelli di Linati sono tali •· Nei saggi (che a diispetto del titolo « Marginature • sono 1>iù che semplici annotazioni) l'autore cerca di risolvere problemi rimasti sospesi intorno alla prosa di scrittori divenuti ormai ~lassici, come il Panzini ; o segnala autori conte1)1poranei che pur senza averci ancora dato I' invocato capolavoro, stanno avviandosi ad una prosa più lineare e decisa; talvolta giunge ad ammonire o, per meglio dire, a deaide:. rare la costanza di un dato atteggiamento stilistico, senza assumere tuttavia l' attituèline pedantesca Ji chi si prodiga in avver• timenti fatti iu tono aulico. li giudizio è quasi sempre giusto e spigliato, le allusioni bibliografiche scarse o accennate quel tanto che basti ali' economia del saggio. Non manca un' indagine intelligente iotoroo a. scrittori dcli' ottocento, che per peculiari aspetti possono essere annoverati fra i prodromi della letteratura contemporanea. Innegabile siuto.110 di modernismo costituisce infatti la personulità che si ri• scontra nei romanzi pseudo-storici del Rovani ; come iniziatore di quel decadentismo che agli albori del novecento doveva riempire di sè le cronache letterarie può essere considerato il Tarchetti, mentre in Camillo Boito, fratello d' Arrigo è già il preannuncio dell'elzeviro moderno. Ma il giudizio non si ferma qui. Noi diremo soltanto (ci sia permesso di ripeterJo ancor': una volta) che iJ libro è apprezzabile per la serietà dell' intento cri• tico e anche perchè costituisce un atto di incoraggiamento e di fede in quelle forze giovanili che, sebbene soltanto timidamente espresse, potranno dare domani un vigoroso impulso alla nostra letteratura. 17

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