Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

DECLINAZIONE DEL TEMPO di JJ. ~ Il depositarsi della sera inseriva una lieve melanconia nei cuori dei marinai in giro per le strade della città sconosciuta e la sosta continua al loro vagare erano le latterie che offrivano gelati variopinti ed i giardini con le panchine collocate di fronte al cinematografo scarlatto. Da una finestra del palazzo di faccia si sporgerà la bionda compagna di questa sera, i suoi cappelli e l'azzurro di un cielo appena schiarito dopo il temporale saranno la promessa di ore di gioia più intensa. Basterà un sorriso tanto facile a concedere per riempirli di una speranza inconfessata, un poco ingenua, e per condurli verso un'idea meravigliosa dei minuti futuri. L'altezza del balcone, il distacco ancora invalicabile al raggiungimento della zona felice, un ritardo propizio a protrarre l' estenuazione del desiderio, a mantenerli in uno stato di grazia e, di allegria. Condotto su grida ilari, sperdute nel gran vuoto della piazza, il colloquio li avvicina va alla conclusione preordinata del loro giorno, non preparata ed attesa come il necessario placarsi dei motivi che li conduceva sulla strada delle donne, ma soltanto accettata come l' unico scampo alla noia che già incrinava i loro pomeriggi, la giustificazione delle immagini sofferte durante la crociera. Nei primi giorni, mentre ancora soppravvive l'abitudine del diverso modo di vita sino allora condotto e non sa vincere l'inclinazione delusa immediatamente successa ali' entu• siasmo dello sbarco, una stanchezza prematura soffoca gli scatti più violenti, custoditi prima con gelosia e fi. duciosa aspettativa, rende vani i minuti già introdotti in un programma di divertimenti che erano sembrati bellissimi ; ora ancora li soccorre la nozione della lunga durata della licenza. Poi si sostituirà l' ansia a godere degli ultimi momenti concessi, in un inutile desiderio di ricupero delle possibilità trascorse sarà un rivestirsi del tutto esteriore della capacità di naufragio in un sollazzo già apparso insufficente durante il breve soggiorno a terra, costituito delle reazioni più elementari della loro natura d' uomini. E allora cr~- deranno davvero Diego e Valerio di essere pervenuti alla s9Juzione del tempo e rimpiangeranno i primi giorni passati in un tedio senza riscatto, così più forte li pungerà il pensiero dell'imminente ritorno alla nave dove di nuovo, sui rimpianti, si costruiran,no l' elenco delle gioie che nel prossimo periodo di licen• za indubbiamente dovranno avvolgerli in modo esclusivo. Tale era la constatazione, autorizzata ad un osserv11tore anche superficiale, sui loro tentativi di organizzarsi un movimento di vita dopo lo sbarco: perdute le attitudini ad uno spiegamento incondizionato dei loro sensi, suggerito a bordo in modo veemente e così da parere l'unica ragione degli atti finalmente evasi dai termini angusti del bastimento. L' accostamento ali' ultima giornata di licenza anticipava al contrario Fondazione Ruffilli - Forlì un'inquietudine scontenta, sembrava un tradiment 0 ai sogni consumati nell' attesa il sottomettersi ad una diversà soluzione delle ore, abbandonato ai motivi di una delusione viva ma soltanto apparente, e del :resto anche la considerazione dei prossimi mesi di navigazione, in cui si sarebbero riaperti i desideri che essi per il momento considera,vano già scontati li spin• geva agli oggetti d' amore o comunque di godimento in modo irrevocabile. Scenderà l' ascensore portando il pegno più sicuro della ragione di questi giorni. Sedutisi sugli sgabelli di metallo con i coni gelati in mano si rallegrano dei fili del tram che dividono a sezioni lo spazio del cielo e dànno qualcosa di allegro e movimentato alla larga via che immette nella piazza. Vedevano nel grembiule bianco del gelataio un richiamo alla regione della loro infanzia, ormai perduta dopo il perigrinare di porto in porto in cerca dell'approdo più bello. QuellQ da 'cui erano salpati. i predecessori quando si erano mossi a scoprire le terre della loro infelicità abbandonando le zone selvaggie che li alimentavano per un trionfo sui lidi ingombri di colonne dei popoli maledetti. Ma non potranno più rinvenire la lunga striscia di terra che terminava la baia, dove riposavano i vascelli dei loro antenati e barbuti quelli danzavano con le indigene nude adornate di fiori. Si ritroveranno sempre in un odore di lubrificante e di gomma, fra le case che costringono un vicolo semibuio, la parete di marmo dei palazzi dei loro armatori. Per questo i padri avevano ceduto ai richiami delle terre sconosciute, spinti alla ricerca impossibile di un luogo fornito di un'altra misura del tempo, dove fosse percepibile ogni attimo di vita, e preso da una coscienza quotidianamente restituita al• l' urgenza del primitivo avvertimento di ogni situazione, dove ogni sollecitazione a rompere un precedente equilibrio nel succedersi dei fatti più apparenti ali' e• sistenza, fosse subita con gioia mediante la facoltà di Piccola lampada dalla luce bianca tu conosci il peso della mente stanca il s, 1ttile tremito, il tormento vano della mia mano. Timida luce'. che nel!' oscur.a notte vigile vegli sulle mie lotte disperdi tosto dalla mente pura questa paura lo grido e piango nel miei tormenti ma tu non senti; tu che nel pianto di felicità perduta restasti muta NIVE 11

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