,eome abbiamo già detto, manca assolutamente alla nostra. Appena sarà possibile crediamo sia molto utile per i nostri cineasti ripor-tare su• gli schermi italiani la migliore produzione straniera. Essa servirà da necessario confronto e da insegnamento per coloro che, opinti dal semplice motivo delle eoigenze del mercato che ba bisogno a88oluto di film, credono di approfittarne per realizzare del• le opere, non diciamo inutili, ma addirittura dannose. Si combatterà realmente una grande battaglia nei confronti del cinema impedendo che certa produzione italiana continui a circolare e la'sciando che opere di ve• ra poesia, anche se prodotte all'estero, con tribuiscano alla formazione deUa nuova coscienza e del nuovo gusto cinematografico. Se non ne fossimo stati per conto no• stro persuasi, avremmo potuto l'altro giorno controllare su noi stessi, la straordina• ria importanza e la decisiva influenza psicologica di un titolo per l'attrazione del pubblico ad uno spettacolo e per la destinazione di un pomeriggio domenicale del• l'onesto e tranquillo cittadino. Quel titolo " Città delle lucciole" ci era rimasto nel• l'occhio e nèll' orecchio e più dentro era entrato malioso di segrete fantasie, di fan. ciulleschi soJlazzi, di lontane nostalgie e ci fece dare l'addio ad un progetto di passeg• giata sull'Appia tutta assolata, ci fece ri• nunciare ad una amicale bevuta nelle in• genue ostcriole del suburbio e ci portò nel tenebrore dorato dell' Argentina. Viarisio, Porelli, la Pola e tutto un contorno di bravi attori, padroni del me• stiere e dalle interpretazioni ben solide dovevano prodigarsi attorno ai lazzi umori• stici e parodistici di due allori in voga e di cosidetto fine umorismo, Falconi e Biancoli. E per dire la verità l'intenzione parodistica e caricaturale di certi aspetti dei tra• vagliatissimi giorni che viviamo c'era, nello spettacolo; ma avreste dovuto vedere (che dico, fortunati voi che non l'avete veduto!) con quale povertà di sviluppi e con quale incapacità di approfondire e di scarnire il vero significato degli avveoi• menti, era tirata avanti lo strano minestrone. Ciò che con la tragedia, con l' epopea o con la lirica, non poteva essere espresso, veniva detto in altri tempi dai magiii satiri, dagli artisti della frustata, politici, direi, più che artisti e uomini di lettere o di teatro. I due autori nostri invece, cari agli amabili salotti, non si compromettono con assunti "oluminosi, lasciano stare etica ed estetica e si accontentano di sferuz• zare in margine agli avvenimenti, attaccandosi a ciò che può esse·rci di più margina• le, facendo qualche puntata nel campo re• torico. Le introvabili pile per lampadine tascabili (le lucciole !), l' inafferrabile domestica, il burro, i fagioli, il sapone, la po• lenta, i preziosi gioielli di questi giorni so• Funziònano gli "uffici stampa fl delle nostre case di produzione ? Certo non mol• to bene. Molti film nascono alla macchia oppure,•dopo un ,po' ..di.-.pubblicità necessa• ria per il "lancio fl nelle sale di prima vi• sione, vengono miseramente abbandonati a sè. Esempio tipico Marco Visconti, film senza infamia. Un'. altra cosa che non è stata fatta da . noi è quella di creare intorno ai nostri attori quell'atmosfera di curio&ità, di leg• geoda quasi, quell'atmosfera che si riassu• me nella parola divi,mo. Anche il divi!mo è dunque necessario per i buoni affari del• la nostra cinematografia: un divi,mo pur• tuttavia moderato e senza eccessi di sorta. Bisogna convincersi che è inutiJe pretender? che il pubblico d'oggi vada al ci• no gli inarrivabili argomenti dei due estro• si inventori di burlette teatrali che qua e là, dobbiamo pur dire, sono congegnate con buon mestiere e con discreti risultati; ma dobbiamo dirlo che, oltre alla assolo• ta mancanza di peregrinità del soggetto e degli sviluppi, troviamo assolutamente fuo• ri posto ridere o sorridere su cose che. fanno parte sostanziale della serietà deUe giornate che viviamo? Quegli applausi che risuonavano nel• l'ampia sala e che non erano dovuti a sa• pienza di intreccio, a magia di luci, di musiche, di canzoni e neppure a prodigi degli interpreti pur sgambettanti di buona voglia e bene attenti a non crollare nell' as• soluto ridicOlo, ma soltanto alla immedia• tezza dei riferimenti e a quel senso ironico e compiaciuto che si prova a rivedere sulla scena ciò che è la nostra pena quotidiana e TREVISO - li Teatro G. U. F. di Treviso diretto dal littore t.fichelangelo Muraro ha presentato in questi giorni "La Na&cita di Salomè fl la migliore fra le commedie di Cesare Meano. Il lavoro che sin' o~a non era stato rap• presentato in Italia che una sola volta al Teatro delle Arti, presenta sia per la regia che per la recitazione e la messa in scena, notevoli difficoltà che sono state superate in modo veramente lodevole. Da parte del pubblico il consenso è stato pieno ed asso• lutamente convinto ; la recitazione sopra• tutto è stata molto equilibrata ed ha man• tenuto alla commedia quel tono di fine poesia per cui l' opera di Cesare Meano nella sua intelligente arguzia si distingue da qualsiasi ahra opera di sapore comico. Gli attori hanno cercato di valorizzare la spontaneità e l'umanità di un dialogo gustosissimo ed è piaciuta, e il pubblico ha sottolineato con frequenti applausi, la cura con la quale ognuno di essi ha dato carattere e colore al proprio personaggio. La regia ha rivelato da parte di Agar Pampanini, la brava allieva di Corrado Pa• SOC. TIPOGRAFICA FORLIVESE • Via Flavio Biondo, 5-A • Tel. 63-24 Fondazione Ruffilli - Forlì nema per Blasetti o per Camerini; esso ci va per iJ suo attore e per la sua attrice preferiti dei quali ha letto vita e miracoli sui settimanali in -rotoealco. Quel tempo ideale e beato verrà: çe ne dà la certezza la fiducia che abbiamo nell'intelligenza del pubblico italiano. Ma per arrivarci, piuttosto che centinaia e centinaia di articoli più o meno feroci, faranno opera maggioi:men• te persuasiva una serie di film buoni. Questa serie di buoni film si otterrà solo con la perfetta fusione dl intenti fra tutti coloro che sono parte viva della cinematografia nazionale, la quale necessariamen• te dovrà imporsi per la sua qualità, dimenticando per essa, se è proprio necessa• rio, la quantità. WALTER RONCHI (una specie di pubblica gogna) erano più che un tantii;io irriverenti. E che importa qualche facile morale appiccicata qua e là, cosa importa la pe• data dell'asino al dopoguerra. quando di tipica marca sorpassata veniva a risultare tutto il congegno della invenzione scenica e quando 'I' abile uso Jelle gambe tornite delle attrici e i doppi sensi messi in bocca sguaiatamente alla Pola (talvolta abbiamo avuto paura di arrossirne per lei) non patentavano certamente questo lavoro a far• si paladino dei tempi nuovi, nè a scagliare la prima pietra ai vecchi? Irritazione e rimpianto per le energie di questa compagnia così sciupate, per l'avidità di denaro così sfacciatamente confessata da chi ha ideato e scelto lo spettacolo, per il nuovo episodio di servile lisciamento di pelo al pacione felino che è il nostro pubblico. Lucciole? Sì che splendevano. vergini le libellule della notte sui prati fuori della periferia e illuminavano paesi di fiaba nel nostro ritornare, a sera, verso la no• stra militaresca magione. ARRA volini la quale era coadiuvata da Luigi Sambo, una mano attenta e un lodevolo senso di misura. Solo le scene finali sono parse un po' affrettate ma in compenso il secondo atto è stato condotto molto bene. Fra gli attori, tutti meritevoli dell' otti• mo successo della rappresentazione, si sono distinti Antonio Soldati che ha reso alla perfezione con una assoluta padronanza della scena, dote rara in un elemento gio• vane, il personaggio di Aristobulo, Loredana de Roberto che ha avuto accenti di sentita umanità nella parte della vecchia Salomè, Severino Dal Sasso con una recitazione personale molto fine, Mario Balla• delli e Daria Dalla Riva. La scena dell'Universitario Leo Usai era piuttosto ingenua e di un colore trop• po violento, però disegnata con sobrietà. E' da tener presente che anche per questo spettacolo come per tutti gli altri, il Teatro G. U. F. di Treviso si è servito esclusivamente di elementi Universitari. Allo spettacolo si è interessato l'autore che ha inviato ai giovani organizzatori ed interpreti lusinghiere parole di approvazione. Responsabile: BRUNO IUASOTTI 41
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