Via Consolare - anno II - n. 5 - maggio 1941

(indicmulo solennemente il facchino): Essa vi lascia, finalmente; e così cesserà una buona voJta questa su-idula stonatura nella sinfonia dell'universo. NoRnURl (quasi piangendo): E io vi dico che sto male! Nessuno mi crede, quando dico che sto male. Nessuno sa neanche dove sia il bicarbon:no ! RonERTO (furioso): Il bicarbonato I Il bicarbonato l 11 tuo solito egoismo (s'interompe). SCENA QUINTA ( La porta di Adriana si apre, ella entra). ADRIANA (s'avanza fra un gran silenzio, va a cercare tranquilla. in tm mobilino, prende il flacone del bicarbonato, poi, da un altro fnobile, tul bicchiere, un cucchiaino, una caraffa; sempre con qrwlche cosa di tranquillo, compunto, sprezzante, e sempre fra un gran silenzio, prepara il bicarbonato, lo mette su.Ila tavola, se 11etorna verso la sua camera). NORBURI (intanto, sottovoce e supplichevole a Lu.sta): Lusta ! Soltanto voi potete accomodare Ja cosa. Parlatele. ROBERTO (Jn,.re sottovoce): Parlatele, Lusta. N0RHURI: Parlatele ! Le sapete spiegare così bene, le cose ! Commovetela ! Vi promuovo effettivo, di ruolo. Con l'aumento. ROBERTO (alla madre, trascinando via il padre): Mamma, c'è Lusta che ti deve parlare. ADRIANA (che era omiai sull'uscio, si ferma). NoRnURt e ROBERTO (escono facendo a Carlo dei gesti di preghiera, di intesa e trascinando via violentemente il facchino). SCENA SESTA ADRIANA (avvicinandosi): Che c'è, LusLa? CARLO (co11 un sogghigno mefistofelico): Una cosa sola: che non dovete assolutamente farvi vincere dalla tentazione di perdonarli. , ADRIANA (come pensierosa, con tristezza): E che cosa dovrei perdonar loro? CARLO: Di essere quello che sono! Cioè totalmente indegni di voi ! Sordi a tutto tranne il loro comodo. Voi avete il difetto di essere indulgente. No. Niente. Partenza. Sono qua io. ADRIANA (sorridendo, un po' triste): Caro Lusta. CARLO:E' mio dovere impedire che vi si inganni e sacrifichi ancora una volta. Fingono di essere pentiti, i furboni. Perchè? Perchè state d1iudendo le valigie. AoRJAN~ (c. s.): Un po' di commedia? CARLO: No, no, niente commedia, questo è il nauseante. E' sin. cero. vero, brutale egoismo! Stanno per perdervi... e già la casa va a rotoli ! Sapete che persino quella cosa, la serva, s'è messa a pi:rngere perchè voi andate via ? ADRIANA:Mariagrazia? CARLO: Sì, quella. ADRIANA: Bè. non credevo. CARLO: Egoismo anche quello. E vostro figlio? Sapete che ha quasi assalito il facchino? AnRJANA:Robeno mi vuole bene. CARLO: Vuole bene a sè stesso~ signora ! Le valigie ve le porto io. ADRIANA: E mio marito? CARLO:Quello è il più rivolLante. Dice che chiude casa, fa sentire a rnui le sue pulsazioni, insulta i presenti. Non ha preso neanche . il bicarbonato, guardate, dice che darà le dimissioni, che voi s.ìe1e un angelo, che lui è uno scarafaggio - e non ~a torto -. che la sua esistenza senza di voi non avrebbe alcun senso, e poi che se voi gli mancate si darà a una cattiva vita. Aveva le Ja. c1ime nella voce, il coccodrillo. (ricordandosi): Ah, poi ha detto che è inutile preparare la cena, perchè ormai glitsi è chiuso lo !-tomaco. ADRIANA:Povero Federico! CARLO: Povero? Per carità! E' un furbacchione. Voi dovete lasciarlo. E' giustizia, è destino ... è dovere. ADRIANA:Sì, Lusta, certo .. Soltanto ... càpita una cosa. CARLO: Una cosa? · ADRIANA(con tono di confidenza, non senza una certa tristezza): Credevo di non aver più niente da fare in questa casa; e invece è proprio ora che il da fare comincia. Sapete chi c'è Il dentro? Una bambina ... che s'era fatta una signorina ... e nessuno se n'era :1.ccorto. :Mia figlia. Sapete che cosa ho combinato in questa mez. z'ora, lì dentro? (scherzosa): Ciò che combinano le mamme: un fidanzamento. Sì, Lusta. Fondazione Ruffilli - Forlì CARLO (arrabbiatissimo): Ma non stavate facendo le valigie? AnRIAN,, (sorride11clo.. e triste): E chi ci pensava a queste altre cose t' Doveva pur pensarci qualcuno, no? Hisognava dare delle grosse lavate di capo, sentire delle confidenze, delle confessioni, oh, molto innocenti, mandare a chiamare una cena persona... (si volge verso n,scio della sua camera che si è afJerto; e sulla soglia sono apparsi Lia e Michele): Sì, sl, venile pure avanti, voi. due, impost0ri. SCENA SETTIMA LIA (veuendo avanti seguita da ft1iche): Ouff, smeuila mamma, con quel tono da libro di leuura. Hai finito ora di farmi la predica. Siamo fidanzati, fidanzati ufficiali, non basta ? (Dalla porta opposta 11tmgo110avanti Norburi e Roberto, che evicleuleme11te... hanno sentito tutto). Roui::Rro (allegro, battendo fa mano sulle spalle di Miche, il quale sorride, rosso di modesto orgoglio): Ma bravo Miche! Cc l'hai falla. furfante. N0RBUR1 (che 11011 vuole assolutamente perdere l'occasione per fare uua predica): Benissimo, benone. Usi moderni. Speriamo che un po· alla volta, quando avrete tempo, vi degniate di darla anche a me, la notizia. Pare che ci sia anch'io. ADRIANA (severa): Ascoltavi all'uscio, non è vero? NoRnuR1: Sarà lecito, dico, ad un padre ... LtA: Oh, finiscila papà. Me l'hai dello mille volte, che Miche è un buon partito. ADRIANA (accarezzandola con tenerezza e un piccolo tremolo nella voce): Bambina mia. Ora sta un po' qui con me. Sai che a momenti mi commuovo anche io? Vieni. ho tante cose da dirti ... LIA: Ma mamma ... (indicando il rosso J\1.ichee ammiccando legger• 1nente) ne ha anche lui delle cose da dirmi. E io ... scusami, sai: preferisco le sue. (trascinando via il povero .Miche): Usciamo, qui, proprio sul viale, un momento ... Ci sarà la luna fra poco. Quel che ci vuole per due fidanzati. ADRIANA:Ma Lia ... LIA (quasi aOettuosamente): Oh, mamma, tu non puoi capire ... (Un. breve ."iilenzio). AnRIAN,~: Non allontanarti troppo, 'però. (gridandole ancora die• tro): Guarda che questa sera preparo la famosa torta di mandorle. LIA (ormai fuori): Si, si. (è uscita con Miche). (Un silenzio. Tulli sono un po' pensierosi. Si comincia. .a sen· lire da fuori, il suono d'mta radio. E' ormai sera, con 1m leg· gero presagio di luna). ROBERTO:Disinvolti, eh ? Tic, tac, fidanzati, guai a chi parla. Senti mamma, daLo che tuuo tòrna come prima, ti dispiace se esco anche io un attimo? Te l'ho detto, che dovevo vedere quel mio compagno. Per la laurea. E' un po' tardi, ma forse ... ADRIANA:Forse ancora lo trovi. Va, Roberto. ROBERTO:Posso anche restare, se vuoi. ADRIANA:Va, ·non far tardi a cena. R0BER'I0 (volando via): Ciao mamma. Vado e torno. NORBUR1:Sì, aspettalo. Che egoisti, che gioventù. (guarda. l'orologio): Le sei e dieci. (tocca qua e là dei soprammobili): Sci stata grande, Adriana. Davvero un angelo. Questi ragazzi non lo ca• piscono mica, sai? Anche Lia:. tranquilla, come se niente fosse. I( Esco un momento ». Che faccia. Sto a casa io - volen• tierissimo, date le ciì'costanze - io che l'avevo sul serio l'appun. tamento, proprio ora. Con Aldenai, all'Hotel Astra, te l'ho detto, mi pare. Bè, non fa nulla. ADRIANA:Federico, e se tu [acessi una corsa fin là? NORBURI: Ma neanche per sogno. Non Li ]ascio sola, Adriana. Dopo tutto quel che è successo ... AORIA1'A: Ma può essere importante, per la tua promozione. ~or,.Hur:.1: Cerio. era importante. Pazie11la. ADRIANA:Va, Federico. Fallo per me. NoRBURI: Ti lascio sola ... proprio oggi? E poi il giorno del tuo compleanno ... ADRIANA:Ma sono io che voglio. Per il nostro avvenire. NORBURI: Senti, se proprio vuoi... (accorgendosi di Lusia, che è ri• masto in un angolo, dimenticai.o da tut.ti). E poi, già, ti lascio Lusta,. E' un bravo giovane, sai ? Ti farà compagnia. Poi quando torno ... parliamo di tutte queste cose. (11elmomento di anelarsene, punto da un piccolissimo rimorso): Adriana, come ti era venuto in mente di volermi far credere ... che Jassù ... alla Riva delle Ninfe ... 33

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