KoRBURI: Ma si, ce l'hai già deuo, che IJel ragionamc1110. E' un"ahra cosa. Tu sei andala lassù vincendo la tua naturale ripugnanza, vi sei andala in qualilà di madre, com,! l"angelo della famiglia, Io capisce chiunque. Hai fauo benissiruo. Ma Lia? In che qua· lità c'è andata, Lia? Ad ogni modo ... RonF..RTO: ... c'è il fatto clamoroso. C'è il chiasso! NORBURI: Lo scandalo. Il rimbombo. Non vorrai mica che dicano che noi si lascia correre I Bisognerà bene fare qualche cosa, no? Rouf.RTO: La figura che faccio io coi compagni ! NOR6URJ: E io in ufficio. Figùrati quell'invidioso di Chèfiele. (grave): Sai che questo può essere il granello di sabbia ... che può persino pregiudicare la mia promozione? ROBERTO (avviandosi per uscire): Già, io con mia sorella, per sLrada, non mi fo più vedere. (definitivo): Faccio finta di non conoscerla. (esce). NORBURI (definitivo): Speriamo: Speriamo che quesli sei mesi. dalla zia Elisabeua, mellano a posto Lullo. Le faranno bene anche per la salute. (considerando ltt discussione chiusa, si accinge a telefonare). SCENA TERZA ADRIANA (fa per tornare in silenzio verso la sua camera; giunta sull'uscio si fen,w e torna indietro): Tu volevi molto be11c a tua figlia? NoRUURI (tm po' sorpreso, smettendo di, fare il numero): Che do• mande. Credo d'essere un padre ... come llltti. ADRIANA: La conduci a passeggio qualche domenica, ti [a piacere quando ti dicono che è graziosa ... NORHURI: Dovrebbe fanni dispiacere? ADRIANA: ... pol apri il tuo giornale, oppure tieni un discorso a Linze sulla ma promozione. "'ri sei mai domandato ... che cosa pensa, queslo essere che li vive accanlo, quali sclllimcnli, magari LUrbamenti, le porta ogni giorno che passa ... NoRBURI (scof,J,iando): Cose da pazzi. I turbamenti di mia figlia 1 Adesso io mi devo meuere a scandagliare i turbamenti di mia figlia! Giorno per giorr.o, intendiamoci. (rimelleudosi a telefonm'e): Ma io faccio il Consigliere distrelluale, sai, non faccio mica il coso, lo scandagliatore dei turbamenti. lo ho una carica. Io ho ... ADRIANA:... delle responsabilità, Federico. Lo so. Roberto ha la sua laurea ... Anche ora ci avele pensato: alla promoziorie, ai compagni. Non altro. Alla bambina per forwna, c'è stato qualcun altro che ci ha pensalo. Ci _ho pensato io. Ero lassù; mi sono presa mia figlia e me la sono portata via. E' di là. NORBURI (rimellendo a posto il ricevitore): Di là? Lia ? ADRlANA: Sì, di Jà. Le ho anche parlato, a lungo. Ho pensato a molte cose. A Lullo. r--:0RBUR1:Ma aBora ... ADRIANA: Sì, Federico. E' una cosa a posto. Puoi aprire il gio111ale. Sollanto ... NORBURJ: Soltanto ... ? ADRIANA:Temo che ce ne sia un'ahra. delle cose giù di ·posto. :-..ron si traua più di Lia. l'iORBURI: E .cioè? ADRli\NA: Si lralla ... di me. (col lo110 di citi ripete per l'ennesima volta, e con una certa gravilà): Perchè alla Riva delle Ninfe, Federico, c'ero ... NoRBUR1 (seccato, terminando): ... anche Lu, anche tu. (mollo annoiato, riaccingendosi a telefouare): Adriana mia, va bene, sei slata grande, ti ho già ringrazialo; cosa vuoi, che Li faccia il monumento? Lo so, ~lonne come te, se ne trovano poche, non se ne trovano più ... ADRIANA:Vedi, Federico. Quel che mi ha· dato, non so, una stretta al c1..1ore, è stalo questo: che fin dal primo momento, nessuno, nè ltt, nè Linze, nè Roberto,~ ne55uno ha avuto nemmeno l'ombra di un dubbio. Io sono stata subito, per tulli, appena m'avete visto lassù, la donna ammirevole. l' • angelo della fa. miglia•··· NoRBURI (un pò sorpreso, rimettendo giù il ricevitore per l'ennesima volta): Ti dispiace? E' perchè li conosciamo, cara. ADRJANA: Mi ha fauo quasi ]'impressione ... come dirli... che io sia un pò... come dire ... una specie di angelo sì, ma di legno; anzi no, un oggeuo simpalico, utile, casalingo, una specie ... di spazzola, che so... (trovando) ecco: un aspira·polvere ! Che giova a tenere pulita e in ordine la casa, che si tratta con cura, natuFondazione Ruffilli - Forlì ralmente, perchè serve, ma sarebbe superfluo accostarglisi con un pò... di tenerezza ... ~ORIWRJ (che non caJ>iscef>roprio twlla): Tenereua ... per l'aspirapolvere? ADRIANA: ... sarebbe sciocco preoccuparse,1e, tanto si sa che è lì. dove Jo si lascia Jo si rilrova, è L;uno ,1.Hilc, poverino, ma ci vorrebbe un bel mallo per andare in giro pensando ... :all'aspirapolvere di casa ! NORBURI (che assolutamente non. capisce): Adriana, ma tu hai bisogno di una cura ! (affettuoso): Ti ha fallo dispiacere che nessuno, neanche un momento, abbia sospettato che tu, lassù, in quel posto di contrabbando ... li ci potessi trovare ... cli comrabbando ? E' cosi ? ADRIANA:Ecco. Sì. Un pochino. NORBUR1: Ma Adriana mia,' è ridicolo. A chi vuoi che ,·cnga in Lesla una cretineria simile? Ci vorrebbe 1111 menlecatto. Un deficiente. ADRIANA:Un mentecatto o un deficiente. NoRBURI: Ma certo. Perchè li conosciamo. Perchè ti amiamo, naturalmente. ADRIANA (con tristezza): Pe1-·chè mi amate. NORHURI: Sì, cara. ADRIANA: E allora sentiamo. Solo per fare un'ipotesi. Che (OSa avreslì detto, se io lassù ... mi ci fossi trovata ... proprio di conlrabbando? Sentiamo. NORBURI: Tu ? Lassù ? ADRIANA:Si. NoRBURI: Di contrabbando? ADRIANA:Sì. NoRBURI (scopf>ia a ridere): Ma via, Adriana mia. ,1on capisco perchè ti ostini. E' una fissazione. ADRIANA (quasi f>iangendo e anche un tantiuo inviperitt1): i::· una fissazione, no? Perchè vi è addirittura impossibile pensare che una donna ... una povera donna, sia quald1e cosa di diverso da quell'utile arredo che a voi fà comodo figurarvi. ='10RBURI:Una povera donna? Adriana, non ti comprendo. ADRIANA: Temo che sia la verità, Federico. E forse non solo da ora. NoRBUR1: Si può sapere cos· hai ? ADRlANA (più inviperita che triste): Una grande tristezza, Federico. Tristezza. Perchè capisco ... che occorre volere veramente bene a una donna, per capire cene cose di lei; per esserle vicino. E ho capilo che questo bene, non me l'hai mai voluto. Sono sempre stata sola. (tornando nella sua camera). In quel caffè. Federico, sappilo pure, io mi ci trovavo veramente di contrabbando. Con ... una persona. NoRuuR1: Ma fammi il piacere, Adriana ... ADRIANA (ripetendo con forza, irritata): Con una persona. E dalla zia Elisabella, questa sera, ci andremo in due. Jo e mia figlia. Ero un'estranea, qui. Lascio 1a casa. (esce). NORUURI (resta piuttosto istupidito). SCENA QUARTA ROBERTO (preciJJitandosi dentro): JI mascalzone, il complice, papà. L'hanno portato, è di qua. NORISURI (guardando l'uscio di Adriana, sopraj>pensiero): Ah. RonERTo: La vera faccia del crclino congenito, capisci? Ci si sente gelare il sangue. (andando alla porta, violento): Poru11clo pure avanti. (Al jJadre, a bassa voce): E poi un furbone. Nega, si ribella. CARLO (piuttosto acciaccato viene spinto avanti dal sergente). IL st:RCENTE (dall'uscio, andandosene): E' un tipo mollo reticente~ Signor Consigliere. Mì ha dato del filo da torcere. (esce). CARLO (dopo un attimo di silenzio, scoppiando a un tratto, furioso): Lo volele capire che io non c'entro? Che io non so neanche chi sia, vostra sorella o vostra figlia ? Che qui si fà una confusione indegna, e che io protesto? Lo volete capire che io sono un cittadino ... innocente, che io sono capace di arrabbiarmi e che scriverò una lettera ai giornali? (l'iniziale furore è andato calmandosi; Lusta s'auuede che nessuno lo contraddice e che evidentemente è accaduto qualche cosa; ripete, in tono miuore): Sissignore, ai giornali. ROBERTO: Papà, c'è qualche cosa? NoRBURI (agitato, indicando l'uscio di Adriana): Sai, Lia è di là. Sarebbe tutto a posto. 31
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