simpatia quasi materna): Un ouimo 1=-agazzo.Rime'uelevi la giacca. La giornata è fresca. CARLO (rimettendosi la giacca, un po' umiliato): . Ho dei segnj speciali? ADRIANA (ridendo): No, questo no. CA.RLO:E tuuavia mi si guarda e subito è evidente che io sono ... ADRIANA:Un bravo giovane. Non saprei, un impiegato ... CARLO: Prego, prego, signora ; è un errore. ·C'è qualche cosa <;li vero: lo sono stato. Cose passate. CARLO: Ora non più? CARLO: Ci mancherebbe I Dei superiori acidi, delle mansioni stupide, un cattivo odore. Un bel giorno mi seccai, tenni un discor. setto a quei disgraziati, e venni via. Forse fui troppo violento. Mi sfogai. Cosa avete detto? ADRIANA: Nulla. CARLO: Li misi a posto, sapete? Io sono buono, ma quando mi salta ... Pallidi come questa carta. Poveretti: degli insetti. ADRIANA: E poi ? CARLO: E poi... il mondo, signora. E' grande abbastanza, no? La peggior cosa è invecchiare lì, in un piccolo buco. Ho visto I"India. ADRIANAD: ev'essere molto bella. CARLO:Bella? Basterebbe l'acqua: mi riferisco a11'Oceano Indiano. Che trasparenze I Muschio, riflessi, pesci I E il colore del cielo? Viene da mettersi a piangere. Quella si, è vita. ADRIANA:Siete stato anche in Cina? CARLO:Oh, Tokio. La vita ce !"ha data Dio, non è vero? E' una brutta cosa sciupare queste belle giornate. che passano così presto. Bisogna riempirle, farle fiorire. Altrimenti domani, da vecchi. che rimorso I ADRIANA (pensierosa): Io non sono mai stata nemmeno a Bellosguardo, pensate. Una mia sorella - noi la chiamiamo zia Elisabella - sta a Bellosguardo in una villa deita il Paradiso; sul golfo. Son dieci anni che devo andare a passare il settembre. Pare che sia incantevole. Un'ora d'auto. Ebbene, non sono mai andata. Morirò e non avrò visto il Paradiso. CARLO:Siete di qui? . ' ADRIANA (fa cenno di no): No. Sono del Sud. CARLO (molto compiaciuto): Anche io, signora, anche io. Venuta da poco? ADRIANA: Sì. CARLO:Lo avevo indovinato. Famiglia? ADRIANA (un po' confusa): No. Cioè. Dei parenti. CARLO:Benissimo. E, che fate? ADRIANA (sorridendo): Vivo... invecchio ... CARI.o: Benissimo. , ADRIANA.:.. m'annoio un po· ... CA.RLO: Succede. Sempre lì, chiusi fra le. stesse faccie, benché pa• renti; ci si accorge, un bel giorno, che non si ha più niente da dire. Si mangia quel boccone, e si sta lì col muso, chi sa perché. Ci si ama molto meno. ADRIANA (come fra sè): Forse; ci si ama meno. Una mia amica ... anche lei... CARLO:Che cosa ? ADRIANA:Niente. Dice che si sente un po' sola. Sapete, è forestiera, ha poche conoscenze. CARLO:La vita è fatta per essere felici. ADRIANA: Guardate quelle domestiche a passeggio. Il loro modo d'an. dare a passeggio, le spinte che sr dànno, il loro vestito di coto• nina a fiori, gridano: siamo felici, siamo felici. Se si accorgono che uno le guarda, esse sorridono e arrossiscono come per scusarsi d'essere cosi giovani e allegre. Dove credete che vadano. cosi in fretta ? CARLO:Sul lago, signora Tutte le ragazze della città, di domenica, quando è bello, vanno sulle rive del lago. ADRIANA:Si, la giornata è .molto bella, tiepida. Sono gli ultimi bei giorni, siamo di settembre. Peccato. CARLO:Peccato ? ADRIANAP: eccato, perché io invece dovrò andare a casa, non ve l'ho detto? Dove sarò sola fino a sera. La bella giornata passerà e io non sarò andata sulb. riva del lago,. Da vecchia ne avrò rimorso, non è vero? Rimorso per questa bella domenica, rimorso pel Paradiso. rimorso per tante altre cose. CARLO:Certamente. Rimorso. ADRIANAE: che fanno sul ]ago? Fondazione Ruffilli - Forlì CARLO:Ballano, si trovano coi loro innamorati. .. ADRIANA:... si bisticciano con essi... CARLO: ... e mangiano una fetta di torta da due e settantacinque. Vi sono dei piccoli caffé coi pianoforti a moneta. ADRIANA:Voi vi andrete spesso. CARLO: Ero sulle mosse appunto. Alla Riva delle Ninfe, signora. (orgoglioso): E" un posto ... un tantino equivoco, se vogliamo. ADRIANA:Oh, interessante. Solo? CARLO (sincero): Perché... non sapevo dove andare. Non conosco, anche io. Sl, solo. Andavo solo. ADRIANA (sorridendo): Vi credo. (scherzosa): E se io vi chiedessi di condurmici, sentiamo un pò? CARLO (senza entusiasmo): lo? ... Voi? Sarebbe ... un onore, per me. ADRIANA (c. s.): Ahi! Non mi sembrate affatto entusiasta. ÙRLO: Oh, per me. Potrei anche condurvi. Una passeggiata. ADRIANA (sempre sorridendo): Guardate però che dovreste spendere ... quattro e cinquanta di torta. CARLO:Cinque e cinquanta, veramente. Pazienza, signora. ADRIANA:Ma forse sarebbe più logico dividere la spesa metà per UI\O, da bravi ragazzi, a11zi compaesani... CARLO:Forse sarebbe meglio. Del resto, come volete, signora. ADRIANA:Ma fareste suonàre per me l'organello a moneta? CARLO:Sì, certo. ADRIANA (minacciandolo): Ma poi siamo sicuri che non vi verrebbe in mente di voler approfittare della circostanza per tentare la mia conquista? CARLO (allarmato): Oh, no, signora, vi giuro. sono ... un gentiluomo ... per bene, non vorrei proprio ... ADRIANA: Vi credo. Si vede. CARt..O (un po' offeso): Cosa si vede, insomma? Si vede. Voi amate troppo scherzare. ADRIANA (un po' triste): Ho così. poco modo di scherzare;. Sono sempre sola. Mi perdonate? CARLO:Ma certo I Anzi, dovete scherzare, ci tengo. Schertate, scherzate. ADRIANA: E' quel che ho fatto. :Mi sono divertita a spaventarvi. Non saprei che farci, sul lago, nemmeno come turista. Purtroppo ... il tempo vola, la guardia è sparita. Fra poco farà ombra, qui. Che stupenda giornata ! Devo anelare a casa. E il tramonto, sul lago, avrà luogo senza di me. (si alza). C<\RLO: Ve ne andate? Si parlava così volentieri. Voi mi r1t1sci1e simpatica, dovete essere buona. Mi dispiace. ADRIANA:Anche a me. Ma. come si fa? CARLO:Vi avrei condotta davvero, alla Riva delle Ninfe, sapete? C'è pieno di gente. Dovete sapere che oggi, per miei motivi, non sono del mio umore. Ora non so che fare. ADRIANA (sorridendo, triste):. E' un po· il mio caso. Spero di trovare, a casa, qualche vecchia rivista. Arrivederci. CARLO:Arrivederci. ADRIANA (s'avvia, fa alcuni passi; d'un tratto guarda nella borsetta e si ferma). CARLO (andandole vicino): Che c'è, signora? Vi succede qualche cosa? ADRIANA (dopo un silenzio, con gli occhi pieni di lacrime, ma sor1'idendo): La torta, metà per uno. Andiamo. Da buoni came• rati. CARLO:Metà ... Ma non occorre I Sono contento lo stesso. ADRIANAH:· o guardato nèHa borsetta; niente chiave di casa: dimenticata. Questo semplice fatto mi ha stretto iJ cuore, è curiosa ! Domenica, la domestica fuori, e così tutti gli altri. (ridendo, commossa): Mi sono trovata letteralmente abbandonata! (ri dendo ancora, con un tremito di pianto): Non sapevo che fare della mia vita I CARLO:Oh! Ci sono io. A0RIANA:Sapete che non ho affatto voglia cli piangere, perchè ho dimenticato la d1iave? Entrare in casa, non trovarvi nèssuno e aspeuare la sera senza nemmeno un libro da leggere, è così triste. CARLO: E invece noi ci diVertiremo mollissimo. (Escono insieme). IL SERGENTE (che li osserva da qualche tempo, si accosta in fretta, esamina sospettosamente i brandelli della relazione sulle fontane cittadine, poi prende in mano il cappello di Lusta, dimenticato sulla panchina, e lo guarda di fuori e di dentro). CARLO (rientra di corsa, lo guarda un attimo, gli straj)pa di mano il suo cappello, torna a correr 'via). FINE DEL PRIMO ATTO 23
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