Via Consolare - anno II - n. 5 - maggio 1941

Anche le sere seguenti la ragazza non mostrò alcun interessamento ai suoi modi gentili. Luigi osservò alla zia che Giorgina era una selvaggia. non ostante la sua bel• lezza. Zia Genoveffa replicò che, dal canto suo, la trovava gentilissima e veramente a modo: era contenta di lei: anzi le aveva già aumentata la paga e regalato qualche capo di vestiario smeeso, dal quale avreb• be potuto ricavare, con l'aiuto della sarta, degli abiti adatti alla sua giovanile età. Q..;_estenotizie ingelosirono Luigi. Giorgina rappresentava un pericolo, oltre che uno smacco al suo amor proprio. Un altro giorno la zia lo informò che, presa dal desiderio di fare una partita a domino, aveva invitato la ragazza a giocare con lei e s' era molto divertita essendosi Giorgina dimostrata una giocatrice esperta e d.i buona volontà. Di giorno in giorno la posizione di Giorgina si consolidava. Una sera la zia propose d'invitare la ragaz.za alle loro partite consuete: in tre il giuocc., sarebbe stato più interessante che in due. Luigi rifiutò. La zia gli fece osservare che se non voleva ammettere al giuoco Giorgina, avrebbe dovuto farsi vedere soltanto ogni seconda sera, perchè, ormai un po' annoiata di lui, desiderava un diversivo. "' Come vuoi " rispose Luigi freddamente. E venne ogni seconda sera. Ma le sere di libertà non eapeva che fare, col pensiero fisso alla zia intenta a giocare con la ragazza. Si chiudeva in un cinematografo, di rado in un teatro, ma era distratto e inquieto. Quella ragazza così bella, e cer~ temente gentile con la zia quando con lui si mÒstrava fredda e altezzosa, per non dire villana, rappresentava un vero pericolo anche per l'eredità. Con l'andar del tempo la zia avrebbe potuto variare le sue decisioni testamentarie. Affezionandosi a Giorgina poteva perfino regalarle gran parte delle sue ricchezze, ancor prima di morire, di modo che agli eredi legittimi, contem• plati nel testamento ben poco sarebbe ri• masto. Queste preoccupazioni consigliarono Luigi ad accettare il giuoco in tre. Ciò gli dava il modo di sorvegliarla e di capire a che punto stava nell, affetto della zia. Purtroppo Giorgina era progredita assai nel cuore di zia Genoveffa. 5, andava verso l'estate. La zia, che non aveva mai trascorsa un'estate lontana da casa progettava ora di recarsi in campagna accompagnata da Giorgina. Luigi poteva visitarla anche in villa, per quanto, diceva, un giovinotto come lui, in campagna si sarebbe annoiato non poco. I propositi della zia lo inquietarono ancor più. Scrisse al padre esponendo con chiarezza il pericolo che la cameriera rappresentava. La notizia preoccupò suo padre che venne subito in città, a trovare la zia per valutare coi propri occhi il pericolo segnalatogli dal figlio. Era veramente una bella ragazza Giorgina, il signor Giacomo lo riconobbe senza esitare e rappresentava un pericolo, così gentile ed atrettuosa verso la zia. Gli pareva troppo intelligente per una camerista, di maniere troppo signorili : e sospettò che qualche conoscente di Genoveffa avesse Fondazion_mRuffill-i Forlì fatto entrare in casa Giorgina per secondi fini. Informò Luigi di questi sospetti e, andandosene lo consigliò di corteggiare la ragi.zza. " Mi meraviglio che tu non ti sia ac• corto che non si tratta di una serva " 08· servò : "Sta attento, falle la corte, e se la trovi onesta sposala ; se la zia le vuol lasciare qualcosa ecco che non corriamo più alcun pericolo ,,. Il giovi~e avrebbe voluto avvertir~ il padre che la ragazza non gli mostrava al-- cuna simpatia; ma l'amor proprio gl'impedì dj confessarlo; si limitò a rispondere che avrebbe seguito i suoi consigli, ma soltanto fino ad un certo punto; ii matrimonio lo spaventava. Preferiva compromettere la ragazza iu modo da far succedere un piccolo scandalo che avrebbe costretto la zia ad allontanare Giorgina e a prenderne un'altra. Il padre lo guardò fisso per alcuni momenti poi gli rispose : " Sai, ho 1' impressione che quella ragazza tu non la compro· metterai; vale più di te, scusami la franchezza,,. Indi partì. Luigi rimase a meditare su quei consigli, ma senza sapersi decidere sulla via da seguire. Dopo qualche giorno partì anche la zia con Giorgina, e Luigi rimase in città. Un giorno Luigi fu invitato in Villa. V'andò ma senza divertirvisi affatto. Giorgina non gli mostrava simpatia. Era riservata e seria. Un tipo strano, poteva sem• brare poco socievole se con la zia non fosse stata ben differente. " E' più che evidente ,, pensò Luigi " mira ai soldi della zia e se li eta conquistando n• Siccome ritornava in città, la zia gli dette l' incarico di visitare la casa allo scopo di controllare se 'durante la sua assenza non si fossero verificati degli inconvenienti. Luigi visitò stanza per stanza e _scoperse che Giorgina non viveva nello stanzino della cainerista, bensì nella stanza degli ospiti. V'erano sue fotografie sui mobili. Dopo di averle esaminate Luigi ebbe la certezza che -non si trattava d'una camerista, bensì d'una signorina borghese. Senonchè gli pareva impossibile che la zia non fosse a conoscenza di questo. Poteva darsi che la famiglia di Giorgina, un tempo danarosa, fosse ridotta in miseria, costretta a far lavorare la figlia in casa della zia. Anche questa supposizione però non lo persuadeva. Ci sono pur tanti altri mestieri meno faticoai. Il sospetto che Giorgina fosse in casa per togliergli l'eredità, per la quale tanti anni aveva faticosamente giocato a domino alla sera, lo tormentava sempre. Finalmente gli venne l' idea che la zia ÌABBONAMEHTI Preghiamo i vecchi abbonati e qua·nti altri desiderano 'ricevere la nostra Rivista di volere trasmettere col versamento in clc la loro quota di adesione. Abbon•mento annuo Sostenitore ed lntl lenemerito l. 20 l. 30 l.100 l'avesse trasformata in una camerista sa• pendo che a lui sarebbe piaciuta: forse voleva che la sposasse. Ecco un pensiero allegro. Per qualche istante Luigi si sentì felice. Ma subito il ricordo delle maniere fredde di Giorgina lo disilluse. Di ritorno dalla campagna Ja zia s'am• malò e rimase a letto qualche mese. Giorgina l'assisteva assiduamente. Luigi veniva a trovarla, accolto Sèmpre con malagrazia dalla cameriera. Da qualche tempo però Luigi seccato di quei modi la ripagava della stessa moneta. La presenza della ragazza in casa lo esasperava. La zia invece le mostrava affetto, mentre era quasi indifferente alle visite del nipote. Una sera che, strada facendo, Luigi - aveva odiato Giorgio~ con tutta l'anima, ebbe la sorpresa di vedersi aprire la porta da una cameriera nuova. Una ragazza qualunque, abbastanza piacente. Luigi trasse un sospiro e volle partecipare alla nuova venuta il suo compiacimento. Le disse: "' Sono proprio felice che l'altra se ne sia andata:· era la superbia personificata ~· La ragazza lo guardò senza risvondere. Entrando in stanza ebbe una nuova sorpresa, sgradevole stavolta. C'era Gior• gina, ma non più in abito nero e cuffietta, sibbene in un bellissimo abito giovanile. Luigi arrossì dall'imbarazzo e non seppe che dire. Giorgina non l'aiutò affatto a uscire d'impaccio. Non gli sorrideva mai, nè gli mostrava cordialità; ma nella nuova veste era ancor più fredda e riservata. La zia lo accolse come al solito. Non gli dette alcuna spiegazil)ne, mentre almeno stavolta Luigi riteneva. di averne diritto. Parlò lui in un momento che rimasero soli. Disse: "' Come la devo trattare, Giorgina? E' u~a cameriera oppure una signorina di famiglia ? ·" E pronunciando queste parole ebbe un tono aspro che infastidì visibilmente la zia. Essa lo guardò a lungo prima di rispon• dergli. Poi finalmente ·gli disse : " Con te bisogna parlar chiaro a quanto sembra. Ebbene ti dirò tutta la verità. Giorgina non è affatto una cameriera, ma tale l'avevo fatta io, nella speranza che ti viacesse e che tu la sposassi: invece è accaduto qualcosa che non prevedevo ; anzitutto tu non piaci a lei, nè le piacerai giammai; in secondo luogo Giorgina piace a me: le voglio beÒe come a una figlia e veramente da quando è con me, non mi sento più sola nè abbandonata come prima n• · " A quanto sembra la mia compagnia non ti bastava " osservò Luigi amaro. " Tu sei un uomo, e non mi puoi capire " replicò la zia. "' Ma allora perchè continuavi a farle fare la cameriera se eri certa che non le piacevo ? " chiese Luigi. ""Speravo che col tempo tu le saresti piaciuto, siccome ero certa che lei piaceva a te non poco ,,. Luigi ricadde nell'imbarazzo. Non sapeva cosa rispondere. Quella sera si congedò presto. E non ritornò più. Dopo qualche tempo abbandonò anche hl città. Suo padre capì che era stato sconfitto dalla bella ragazza; ma non lo rimproverò. ENRICO MOROVICH

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