Via Consolare - anno II - n. 4 - aprile 1941

mi vede cosi grasso e forse non mi suppone capace di commuovermi ad uno spettacolo di natura. Ma, creda, ho un'anima piuttosto mingherlina. Un'animuccia coi capelli biondi ho, e col visino dolce diafano e affilato e gli occhi color di cielo. Un'animuccia insomma che pare una ;nglesina, quando si affaccia alla finestra di questi occhia.:ci di bue ». Di Pirandello riportiamo quesu nota sull'umorismo (« Almanacco Letterario Bompiani 1938 .,) : . " L·umorismo nasce da uno stato d'animo più o meno diffuso. Oggi è diffusissimo pe; varie ragioni. Parte dal rornanticismo e dal naturalismo. Molti facevano il romanticismo o il natura!ismo, per moda; e oggi è l'umorismo. La moda, le idee del tempo, la varietà dei giudizi e degli apprt,zzamenti, I 'a11razione e i ·inquadramento. Uno stato d'animo si può crear~ in noi. e divenir coerente o rimaner fit• tizio a seconda che risponda o no alla speciale fisionomia dell'organismo psichico. Quando un 'espressione d ·ane riesce a cc,nquistare 1• attenzione del pubblico, ·questo si dà subito a pensare e a parlare e a scrivere secondo l'impressione che ha ricevuto, di modo che questa espressione, sorta dapprima dalla particolare ispirazione di uno scrittore. penetra rapidamente nel pubblico che la trasporta variamente e variamente la dirige. I pontili e h nave. Si fa dire all'autore ciò che non ha mai voluto dire. Un libro umoristico accolto da risate. Certi ammiratori! ·- Quanto mi hai fatto ridere! Importa che si abbia il se-ntimento del contrario, comunque; perchè, anche quando si ha un ideale. il transi• gere di questo ideale da chi è determinato? Dal sentimento del contrario, cioè dalle ragioni della realtà in contrasto col nostro ideale. E i! sentimento del contrario si può avere senza avere un ideale. L'effetto però allora non sarà così profondo come quando questo ideale c'è. t ,ero. Ma per poter vedere le ragioni della realtà (aj)- profondisci bene questo) basta che si abbia il concetto delle idealità. senza averne alcur.a "eramente a1tiva in sè. Un vero umorista, anzi, non ha m~i un ideale attivo in sè, può avere aspirazione a qualche ideale, un· aspirazio· ne dolorosa a qualche 'deale di cui conosce la bontà ma poi.... La sua tolleranza è frutto di scetticismo; non può essere d· indiffcrenza, perchè l 'indifferenza non genera contrasto e nor: può dare i ·effetto doloroso cbe dà 1'11morismo. L'umorismo è generato dal sentimento del contrario, ma genera anche il sentimento. del contrario. Il sentimento del contra~io, insomma, è causa ed effetto. Quando innanzi ,i una rappresentazione comica voi vi sentite commossi, cioè qùando in voi si genera il sentimento del contrario, siete innanzi ad una espressione umoristica. 11 Dunque l'umorismo è generato dal F stntiment9-,.del contrari\!>-dice chiara0ndaZI0ne Kuffilli- rorlì mente Pirandello : ed è evidente come i nostri s.cri1tori umoristici abbiano preso per prima loro ispirazione questo concetto. Il contrario della più comune realtà, il rovesciamento di tuae le normali situazioni; ed infine il contrario della vita : la morte. E la morte, come abbiamo già detto, è la protagonista delle. molte vignette, dei molti pezzi dei nostri più acclamati scrittori. ❖ Ancora Pirandello (dalla commedia Diana e la Tuda) : « Quando io sento parlare, quand0 io guardo e vado per qualche luogo, nelle parole che sento, in ciò che vedo, nel silenzio delle cose, ho sempre un sospetto che ci possa essere qualcosa d'ignoto a me, a cui il mio spirito, pur sì presente, rischia -di rimanere estraneo; e sto con l'ansia che, se ci potessi entrare, forse la mia vita si aprirebbe a sensazioni nuove, tanto da parermi di vivere in un altro mondo. 11 In questa frase, che secondo noi racchiude compiutamente tutta l'essenza del problema fìlosofìco ed artistico del grande Scomparso, problema centrale motore dinamico di tutta l'opera pirandelliana e da cui sbocciano tutte le situazioni paradossali, filosofisteggianti. che si avvicinano con insistenza al surrealismo. Queste doti noi le troviamo anche nelle opere dei nostri migliori umoPer virtù di stile, l'Assalto al Palazzo di (;a,ibaldo Marussi (All'insegna del Cònero Ancona) ci presenta trasfigurati, q11asi in personaggi di mito e di leggenda. popolo e /egiona11 nella Fiume di Gabriele d' An1111n.zio. Qui la je•de/tà storica ha un intere~-· se relativo; ciò che urge è il dramma di passione italica, il qr1ale accende audacissime gesta di eroi e rivela il cuore forte e stupendo della città. Com'·, facile intuire dal titolo l'assalto al Palazzo, riportante alla fine del racconl'o. /°episodio della liberazione fascista di Fi11me. ha in sè un significato e 1111 senso che va al di là ,1el/e contingenze reali. Ma l'arte di Marussi supera !,1. storia. Lo scrittore fa sua la matena t l'assoggetta ad una elaborazione fantastica che rifonde i fatti in esemplari n·arrafivi di straordinaria efficacia descriltil'u e rappresentafiva. Sottoposti a q11esto processo. diciamo così, di restauro inventivo, i dettagli vengono in primo luogo a quadri forti e vigorosi e l'avvenimento storico, con la sua astratta riflessione allegorica, resta dt sfondo. /Ifa dal punto di vista artistico, risti d'oggi; più o meno diluite, per le esigenze del « mestiere », ma con 'a stessa evidente paradossalità surrealista condita di qualche tentativo fìlosofìco. Occorre far cadere l'uomo da quel circolo chiuso che è la vita di ogni giorno, scavare dentro di lui, dare vita alle cose più i11signifìcanti, scoprire l'anima di tutte le cose, gli aspetti più reconditi : anche se i problemi sono posti superficialmente e non sono poi scavati in profondità : anche se sono solo accennati e mai risolti. Possiamo concludere che tutto il nostro umorismo contemporaneo è di netta, inequivocabile derivazione pirandelliana : anche nella. teènica di certe narrazioni, nel modo di presentarci l'uomo nel suo mondo, circondato dalle sue cose notiamo 11uasisempre i 'inAuema di Pirandello, del suo alone poetico e lirico. Quindi umorismo « a tesi ». Tesi che è presentata e che si cerca di risolvere, non importa come. Che ci si •iesca o no non contn. Non vogliamo arrivare ad affermare che " l'umorismo è un riso intriso di pianto 11. Certo è che esso tende a far pensare il lettore, a farlo soffrire sull:i sua realitività, dopo il primo sorriso. Abbiamo sott ·occhio : Parliamo tanto di me ed / poveri sonc: matt.i, di Zavattini. WALTER RONCHI è proprio questo che importa, quesfo vedere sbalzare in altorilievi tipi e ardimenti mirabili di legionari. i quali giocano tra In vita e la morte con lJ serena e virile semplicità dell'abitudine. Tutto, in quesro libro, è impresa omerica: /o scopo del cimento non conta, può talvolta essere persino futile o capriccioso; conia il cimento in sè; e tutto diventa s11blime in cielo, in terra.. in mare. La tecnica delle proiezioni dà al racconto una organicità più irreale che logica. più visiva che cronistlca. Il moJJimento di massa e l' im,pasto collettivo sono ottenuti a chiazze, più pittoricamente che interiormente; motivo per cui prevalgono le scene agli esposti e la natu-ra interviene con la sua incombent'e vita nell'azione stessa, quasi protagonista o antagonista dell'opera. !-, 'esperienza del prosatore è qui dùminanle; e d/1 ciò certamente deriva lo stupore magico e tragico che avvolge uomini e cose in un'atmosfera di trasognamento e di poesia vissuta. GIUSEPPE IVILLAROEIL Pag. 7

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