~ou con una ah-ke ?u;;./4 dùnen/ièala Quanto tempo fio perduto nelle pi,·colc cose? I E tn e tu dolce not,i ri11tast<t fuori dallct 111elodi<"ci trama ti dilegui a l'urto delle nuove ·voci? Non accolta dal Genio che /,11-ttoassorbe per di/Jundere con ala più grande, vaghi a nel,biose rive 1wr scioglierti .,ile11;ziosame11te,sfinita. Do/re nota, ritroverai una stra.da tua verso l'r,rm.onÌ<t che sognasti, non perderti su rive nebbiose che inrogliano all'acre pi1111todelfo solitudine. Il cuore del Genio ti sentirà 11n giorno ,, stupef<tt/.o scolJ,irà per te altra trama; oscuro tonuento nr,scerà per fW<'rti proscrill<t dalla creazione· e tt1ntn virile sarà il pentimento che balzerai immens<t nel suo ·11w11docli calde imagini, vergine nuova nel sole. Ecco, mi, ascoltasti, dolce notn, e ieri ser<t t'ebbi grondante tlal mare di nuove armonie. La t1w origine a 11111eira ignota; io, unico, sapevo della /u<t ,tlterna vi-cenda. Q11-andomi avvolgesti fremirla crollarono a noi d'intorno gli altri suoni; restammo soli nella grmufo folla a/toni la e l'amore ebbe echi in sfere su.perne. IGNAZIO .SCORTO franchezza, che il racconto che ne risulta va catalogato fra i migliori letti in quest'ultimo scorcio di tempo. A concludere quindi, i risultati a cui il Mesirca giunge in~questa prima opera sono assai buoni, se si tien conto che nei successivi esperimenti [racconti e prose apparsi su « Rivoluzione, « Meridiano di Roma» ed alt,i giornali e riviste] egli è andato mondando sempre più la propria prosa ed incidendo i caratteri dei propri personaggi. Viva era l'attesa per un suo nuovo volume di prose cbe il periodico fiorentino « Rivoluzione » avrebbe dovuto in questi giorni porre in vetrina. Senonchè l'uomo propone e Dio dispone; e « Un uomo solitario » è rivolato, per il momento, sui cirri dei sogni. · Ad ogni modo una prosa .del Mesirca apparsa qualche tempo fa su « Meridiano di Roma » esprime bene il suo maturarsi di narratore. « Il giorno dei morti » indurrebbe chiunque nella tentazione di gridare al capolavoro. E in verità una prosa tanto liscia e semplice da sembrar perfino trasparente, dà al motivo del componimento quasi una aerea compostezza. Non un rigo da togliere nè da aggiungere: tutto è misurato; meglio: tutto è perfetto. Eppure il soggetto è un tema di quinta elementare: una visita al camposanto il due di novembre. Non toni macabri, non suggestioni di poesia sepolcrale, e neppure compiacenze lagrimose. Vien voglia di volgerci a- quei critici che, dolenti della letteratura nostra narrativa, insistono conFond aziOP,,fru. ffilli - Forlì Il vrnto cade/e, se11za più -~u.-1w1z1,, e lrt t.empesltt fn ri11ghio1titn dal cielo /osco, cieco, ""'' scunfinctla snbbi11 srigia. lì mare ferito 111.oslrrtvn sudicie cicatrici di spu11ut, su/Jre11do il suo stesso furore. Poi nuovnn1ente si ricompose lit linea dcll' orizzonte. Una. chiaril<Ì pallida c111er.'ic, mostrÌ> l'orizzonte -'JJogliu: come se lii.Ile le vele chioggiutte si fossero spe11te ad ww ad ww, sulla /iiwn del 1:ielo, - piccole fìcunme di 111or1i [,' 011da recavn soltanto, lr<t sp11111ae gorgo, rumore di lontfl11a tempestn. A un. tra.ILO l'aria .,,;'accese; il _sole fu un g<'tto di luce inat11<so. Allora m'entrarono negli occhi i colori del mare, fra11gendosi i11 una salsa iride... • L'aria che respiravo era un incontenibile ·vento, 11.n argenteo tessut.o per reggere le, mia sete di spazio. La prima tartnna levò la veia e si mosse ad uscire. L'acqua ferma del porto s'apriva a !11cidi riflessi veloci, e le vele tingevano l'acqua, , i destate dal sule. VITTORIO BONJCELLI sigliando originalità nei soggetti. Giacchè in argomento si sono diffuse molte e simpatiche opinioni, non guasterà certo questa mia allusione, implume ancorchè maligna : che tutti i soggetti son buoni, purchè si sappia scriverli. Ma - per tornare al Mesirca - mi vengono a mente le parole che, due anni fa, io spesi in fondo ad un articoletto per l'uscita di « Storia di Antonia»: " certo sarebbe desiderabile un controllo e una raffinatezza maggiori nella prosa e una incisività più metallica dei caratteri. Ma - si sa - queste son doti che si possono via via acquistare nel cammino dell'arte». Seguendo l'evoluzione del· Mesircà nelle sue successive prove fino ad oggi, sarebbe rischioso dire ch'egli ormai ha raggiunto il suo massimo. Più che un'esaltazione, varrebbe. a limitargli le possibilità. Pure, tenendo sott'occhio " Il giorno dei morti», si deve constatare ch'egli ha raggiunto quello che qualche tempo fa era soltanto un·« suo ideale »: " dare alla prosa il meno possibile di letterario » (da una lettera). Se a questo raggiungimento s'uniscono le doti che nel Mesirca sono naturali (senso vivo di poesia, intuizione e traduzione chiara della realtà in arte, fantasia fosforescente) parrà giusto affermare ch'egli nella nostra letteratura s'iscrive come una scrittore nuovo, fresco di forze e di indirizzi. EZIO COLOMBO.
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