nel vuotaria Ìl pi~ possibile, reslituendolé chiarezza ed immediatezza. Gli astrattisti intuirono il problema e pensarono di risolverlo radicalmente, liberando la pittura da ogni intenzione espressiva. La soluzione parve geniale, ma in effetti la pittura aveva cessato di esistere come linguaggio c. senza averne l'aria, era entrata a far parte di una scienza, /'architettura. La fine della pittura come linguaggio, nonostante l'enorme sforzo di tanti individui, siamo comJinti, era un fatto ormai inevitabile. La immane fatica compiuta in questi ultimi anni da artisti, che impiegarono volontà e intelligenza per salvare questa iilustre moribonda. non è però stata fatica sprecata. Cercando di portare il linguaggio pittorico all'altezza delle necessità del nostro tempo, essi hanno posto inconsciamente le prime basi del linguaggio cinematografico : il cubismo, il futurismo, l'espressionismo, il surrealismo, I 'ast"rattismo potranno sciogliersi dai loro infiniti sottintesi, che ii facevano astrusi, per trovare una pacifica, una logica soluzione appunto nel cinema. Non vogliamo dire con questo che il cinema potrà essere cubista, espressionista, futurista, astrattista; il cinema sarà soltanto un linguaggio, come deve essere, ma tutte le nuove esprc::;sionitrovate e creai.? da queste correnti (forme che conten{:;0110 tutte in sè una loro verità) concorreranno a rendere più sciolto, più potente il linguaggio cinemat,:,grafico. Per chiarire con un esempio quella che può sembrare un'utopia, diremo che nulla sarà più indicato per dare un carattere umanissimo ad una vicenda, che valersi in dati momenti, per potenza di contrasto, di elementi completamente astratti. Cioè la presenza, nel nostro linguaggio, di elementi più svariati e contrastanti verrà a conferire forza e potenza ai nostri racconti, così come i termini più contrapposti alla letteratura, le note più contrapposte alla musica, i colori più contrapposti alla pittura. Tentativi in questo FondazioneRuffilli- Forlì Pag. 20 senso, doè avanguardismi, nel cinema n6ri sono mancati, ma sono relativamente pochi e improntati. i più, a fini intellettualistici. Ciò 11onc,stante, il loro contributo al liriguaggio cù,ematografico è stato notevole : esempio, che merita fra gli altri un posto a sè, è quello di Rettè Clair, ìl quale dopo aver cercato d'individuare l'essenza del cinema in piccole opere come (( Entr'acte n, apportò nelle sue opere maggiori (« I due timidi », il « Cappello di paglia di Firenze ») un reale contributo al linguaggio, tracciando descrizioni quasi perfette dal punto di vista del cinema, e della chiarezza e proprietà di espressione. L'elogio maggiore che si pu6 fare a quest<I personalità del cinema è appunto questo : di avere curato la chiarezza del linguaggio in modo tale da creare opere di alto valore poetico e nello stesso tempo immediate e popolarissime. E questo sia detto a coloro che negano a priori che la buona poesia possa venire compresa dal pubblico. Il pubblico è come un bambino : è pronto ad entusiasmarsi ed a comprendere. Esso desidera opere nelle qua/i la chiarezza di linguaggio sia dote principale, chiarezza tanto più grande là dove i sentimenti da esprimere sono insoliti e singolari. Pirandello, nel suo genere, era destinato a diventare popolarissimo, nonostante l'astrusità e la ricercatezza dei suoi temi, appunto per la chiarezza e /'insistenza colla quale spiegava le tesi nei suoi racconti. Questo accoppiamento di ricercatezza di contenuto e di semplicità formale, reso possibile da un linguaggio duttile ed espressivo come quello letterario. potrà avvenire anche per il cinema se noi sapremo ordinare e potenziare gli elementi più disparati (pittura, letteratura, teatro, musica) che lo compongono. L'ordinamento ed il potenziamento di questi svariali elementi del linguaggio cinematografico rappresenta una parte importantissima del nostro programma. '"La ricchezza" di Paw1elli Atto ultimo A di::ilanzu di un anno un camerata rednuore cli i( Libro e Mo~chcllo ,) ritorna su Dna questione che noi credevamo definiti- '"unentc csaurilu. e prcciiòìamcntc !,Ulla po• lcmic;.1 sul c·incma frm1cese. A parte la poca ten11Jestività ddl'arti<'olo d1c l:is.-ia lutlo il tem110 che trova - 110n vogliamo r.ilornare su una polcmi<'a t·he stimia1110 elci tulio risoha -, domandiamo solamcute nl giov1111t: camerata che gusto egli ci trovi n<-1 proc1antan;i precursore e quasi nume ispiratore del vecchio gcneralt! vano arginalorc della catas1rofi<·11 sconfitta di una rrnzione che pur nel travaglio tleJia disfalla, non ha .a.apulo espri• mere nè una giovtmc menle nè un cuore generobo. Quanto alJe i<ll!e cd ai provvedimcn1i adoltali dal mare~ciallo Pétain nel suo di- :-}.)cr,110 lenlalivo sappiamo tutti di quale ihrichi ed inconsistcnle superficialità c.,;,si bi.1110. Ben altro occorre, per rimettere in carreggiata il popolo frtmcese, che rilirart.! cfal commercio film che seppure ispir~11i ad un evidente pcssimi~mo, raggiungono m1~1 lo.ro spfrcata artistici1à. Ci sembra che questo basti. 1\1a non ci sorprenderemmo se, ~id un anno di dist~mza e prccisamcnle nel prossimo marzo ]9112-XX, il summen• zionato caruerala ritornasse alla <:arica t·on rorgoglio cli avere ispiralo ai ,·ecthioni fran<:csi radicali provvedimenti. Sappi:11110 che quc:-ti sfoghi 1~olemicì, ,·o• mc c1uelli c·ulanei, bono frcqucnli in primavcrn. Riguardo poi a quello che pensiamo sul cinema francese rimandiamo, a 5'<:.anso cli equivoci pil: o meno fortuiti ed involonlari, a quanto Sl'rivcmmo nel numero di man~o ,li J/ùz Consolare e nella breve nota puhbli('ata nel />ovolo di H.omag,w del 18 maggio 19-JO. W. R.
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