Anche se possedesse il denaro di Mida Giovanni non sarebbe soddisfatto. Quell~ che vede, quello desidera. E' questa la sua tragedia ; sin da nagazzo. Il posseduto, anche se a lungo desiderato, non riveste per lui valore alcuno. Per su.a for-' luna., però, i suoi desideri non posano mai troppo in alto. Si accontenta di vagheggiare cose semplici e di scarso valore : un libro, un gingillo, un portacenere dalla foggia insolita. D'aspetto è molto distinto. Ha modi e maniere urbane e cortesi ; talora d'una gentilezza eccessiva, talora quasi ritrosa, il che lo fa parere falsamente timido. Di lui, sinora, non sospett!! alcuno. Ma quanti tremori nel suo intimo! Quante trepidazioni nel suo sguardo! u, su.a vita è costituita da uno spasimo persistente che ha una doppia origine : da una pane il desiderio insoddisfatto e inappagabile, drill 'altra il terrore di essere scoperto e di sapere che alle, sue sçalle si mormora. AI pensiero di essere segnato a dito avvampa. Ha cominciato molto presto. Non saprebbe dire neppure lui quando. Forse appena ha mosso i primi passi e ha sottratto i gingilli o i balocchi dei suoi com- ):"1gnidi gioco. I primi furti che ricorda risalgono alle elementari quando lo possedeva la passione dei francobolli : I cambi non gli davano soddisfazione, era trop_po facile. Quale angosciO!'a gioia, invece. nelle pitcole sottrazioni ai cartola.i ! u, vittima preferita era un ometto magro e occhialuto che aveva la bottega proprio di faccia alla scuola. Malato agli occhi teneva tutto in ombro il locale. Poca luce penetrava da una finestra laterale e la porta aveva sempre le tendine abbassate. - Chiudetela, ragazzi, per favore! - ammoniva con una vocina tiemante, mentre il suo viso da topo si aguzzava, gli occhi che sfioravano l'arco superiore delle 1enti. Fra le tendine e i vetri c'erano i cartoncini con i francobolli delle colonie francesi : cavalli al galoppo, negri dalle labbra tumide e uno sguardo feroce, beduini dai candidi barracani, oppure I.a serie dei presidenti e dei generali americani, dalle fiacce grinzose e diagli occhi di dominatori sopra i nasi aguzzi. Il ragazzo prima di entrare vi attaccava su il volto e li contemplava estasiato e intanto umettava di colla·, la mano nella tasca, il meFondazione Ruffjftjia.:zForLiopolo", Il cle tonnane (racconto) dio o mente: l'indice. Quindi entrava timida- - Vorrei di quelli là, e indicava la pona. Estraeva dalla tasca il portamonete con i soldi della merenda, li disponeva in fila sul tavolo di marmo, contatili ancora u_na volta e, fingendo attenzione, cominciava ad osservare. Ogni tanto affermava - Questo! - dopo aver notato che il prezzo non fosse troppo ialto e se lo ,faceva staccare con le pinzette. I fogli si .accll,lllulavano .ai fogli. Pareva molto esigente e uscivano da sotto il banco i preziosi quaderni con altri francobolli ancora, quelli delle colonie inglesi, i bri,:ointini a vele spiegate, le piramidi nel deserto. Entnav,1 altra gente e lui, con lo spasimo che gli scaldava le orecchie, lesta.mente, non appena il vecchio serviva un altro cliente, asportava col medio gommoso il rettangolino dentato e ginav.a lestamente il foglio. Era una gioia acuta, lenta, ed egli lo protraeva con una raffinatezza insolita per un ragazzo di quella età. Il giorno seguente quei francobolli non avevano alcun pregio per lui ed era capace magari di regalarli. E altri ne sognava ch'e si sarebbe procaooiati nello stesso modo. Col crescere degli anni i desideri si erano mutati : ora era la mania delle asticciole,, quelle di vetro in particolare, variegate, o quelle con i nomi di città e un panorama in trasparenza; ora quella dei ca1ami. ona quella dei bottoni. Per soddisf,are quest·ultima escogitavia mille sistemi per uscire di classe e recarsi nello spogliatoio ove li staccava con un temperin0 dai cappotti, tremante dal timore di essere colto dal bidello messo sull'avviso dalle lamentele degli ,alunni. Per i libri .aveva addirittura un interesse morboso. Leggerli non li leggeva, ma una copertina dal disegno vistoso, una. rile-· g,atura elegante, avevano un interesse che andava al di là di quello normale. Frequentando la casa di un amico, ove aveva numerose occasioni di rimanere solo, ne disegno di Angelo Savelli sottrasse parecchi, i piccoli celati nelle tasche della giacoa, i gnandi nella cintola. Poi, distratto com 'era, si scordava dei rurti, senza pensare che gli amici potevano venire a casa sua. Gli era anzi accaduto di portare proprio lui i ',amico che aveva più colpito e che spesso si era lagnato con lui delle mancanze notate, nella sua casa di campagna. Con terrore si era accorto passando di sfuggita con lo sguardo sui libri d'uno sooffiale, che. fra essi v'erano .anche quelli il cui proprietario gli stava li davianti. Allora ()On una premura e un ·ansia che· l'amico aveva invano cercato di comprendere e giustificare, se lo era trascinato nel giardino e, colto un pretesto, lo aveva lasciato solo per correre nella stanza e nascondere dietro agli scaffali i libri involati. Sempre nella vita con quest'ansia inappag,atae non potuta sedare! Una volta era giunto al vero furto. Non aveva ancora i sedici anni quando aveva dovuto recarsi a trovare i I padre che si trovava nelle isole, costretto dai suoi lavori di impresario edile. La madre lo aveva affidato al nostromo e questi l0 aveva accompagnato a poppa, nel locale ove dormivano i marinai. lvi, rimasto solo, I.a sua morbosa curiosità si era immediatamente risvegliata. Accertatosi che tutti fossero alla manovra e nessuno potesse sorprenderlo, aveva cominciato a mettere le mani un po' dappertutto, nei cassetti, nei ripostigli, sotto ai cuscini di tela grezza e crine, sotto alle cuccette. Le cassette personali avevano tutte il lucchetto, le scansie contenevano vasi vuoti, scatole di taoocco, cartacce sulle quali passeggiavano le blatte. Aveva perduto ormai la speranza di trovare alcunchè che lo interesoosse e stava per desistere e salire in coperta quando lo attrasse uno stipo robusto. C'era una giacca dentro. La palpo voluttuosamente ed ebbe un sussulto quando sentì sotto le dita il rigonfio d'un portafogli. Lo estrasse, lo nascose lesto sotto la propria giacca e corse, fuori, nel g,abineno, nel quale si serrò col catenaccio. L'ansia gli .faceva battere il cuore proprio all'estrema del collo e alzandosi si vide nello specchio un volto da forsennato che nemmeno gli parve suo. Ma la tentazione e la ingordigia lo vinsero e si mise a perquisire scompanimento per scomparti mento. Poche carte, una tessera (dalla fotografia riconobbe il nostromo) e a quella vista volle rimettere tutto a posto ma la scoperta del denaro di cui intravvide alcuni lembi spiegazzati, lo avvolse di gelo dapprima, di oalore poi. Rimise tutto in tasca <leciso a riponarlo, tese la mano per tirare a sè il catenaccio. ma restò - era più forte di lui - solo il gesto nell'aria. Una voce gli gridava dentro : - uidro ! ~ ma non· la raccolse. Ena la prima voce che soffocava coscientemente. Prese un solo biglietto, non lo guardò neppure, senti la gioia della carta setata sui polpastrelli, lo caccio in tasca, e usci. Un istante dopo era sul j)Onte di comando, accanto all'ufficiale che gli diava ogni tanto un buffetto e gli insegnava la rosa dei venti sulla bussola. Nella tasca il biglietto pareva di metallo rovente. A terra aveva speso nelle botteghe del- ! 'isola, in sciocchezze, quel poco denaro. Solo che, ritornando qualche mese dopo,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==