VIA LARGA Se .PJ()ini non avl•s_.,e latt·iarn ,li ~è lracc<' più evidenti ,lcllc J)Jlric letlerc, potrebbe èsscr1! IJcn lieto di avere im1>ron1ato al prop:-io i,;;1ile e al proprio spiri10 quC,:,IO scrillore ricco di molivi, cli una :1bbondan1c cultura, di una gnrnde gcncJ·osilà nellr proprie affermazioni. Bargdlini 11011 ;. un i111ita1ore, m:t gli è venul.o folto &pon1~ncm11en1c di ripetere in sè qualt:osa degli orig:inalb,si1ni e personalissimi modi tiri proprio maestro e modello. Non c'è riprlizionc s1t11.:chcvolc, non s:;r;:1zinl.:i dprelia, c'e un tono gcnen·ile rivelatore di urm m('1H:1lità e d1 uu ::uubicnt~, re~i<luo in questi Fcdtlori toscani degli antichi ccn:1coli leonanlinni, foccrbiani e vo1:iani. Se voi:;Jia1110 dare un non1P n (IUC31.olono pos- :,,ia1110 :rn,·he chi.unario polemico, come quel lu dJc non sa .:1ffronlarc bene un ar;.:o111cn10~e non parlcndo lanti.1 in resta con• lrù ui~ i11nna;;i11ario opposilorc, che non ~:1 descrivere se non coll';msilio dei conlrari, per cui ,.. it1 che un lavoro pica\) di 111osaico o <l'af'qucrcllo ne vien sempre fuori una sn11!urn a lullo londo, roccios.i, michelangiole!-;!C:t. Gli cggcllivi non sono fuori posto anche per il libro di Il:1rgclli11i, un libro rompromcllenlc, che piglia 11osizionc sia nelle inlcrprclazioni ;.1rti5tid1e •·hc in quelle umane .-lei pi Il ori presentai i. Poi(·bè in CJUCSla Via Larga, 1a contrada medicea~ si muove la folla ar1is1ica dcli.i Firenze (jua1troi·e11le:sc.i, d1iHnunentc interpretata nei suoi r-ignificali politici e spiriluali. Tra la foll.i ;1lcune figure di prot.1gonisti assurte a significazioni di atteggiamenti gcncr;.di. li Jibro non è di lccnit.·a pillori,·a, nè di ~lori:1 dcll'arlc. 11 Bargc1Dipinto di Giuseppe Migneco li11i considera prima, nelJa gerarchia elci v:,lori elerni, la vira. "la sostanza morale di ogni uomo e poi l'arte sua, espressione del suo dramma interiore. Quindi questi tlebhono essere considerati ritratti cli grandi uomini, nei quali gius1ame111e lu narrazione dclrauivitit artistica occupa Ja parte maggiore dello sviluppo. l11evi1;.1bile perciò che riescano meglio all'autore quei ritratti che più gli parlano umanamente, coi c1uali egli puf, avere maggiori assonanze intime, a prescindere dai valori c1efiniti dalla trilica d'arte. Il Beato Angelico gli ispira pertanto ]e J)~ginc meglio riusritc, per la comurrnoza cli allrazioni ascetiche; la figu. ra del frale ne esce altissima e ric::a di poetiche vibrazioni. Per la su:1 tempra umana frondosa e appassionata anche ]'anima del Li1>pi doveva riuscire nella :1.H'a1tenzionl! dell'autore che (liSappro\'a in ustrntto e parteggia in concreto per il clipinlorc liciFra tanto impe, versare, sul nostro mercato librario, di libri stranieri in babc1'ica promiscuità di valori, la gratitudine va a chi, senza curarsi del fattore successo. offre ad una esigua classe di lettori le traduzioni dei testi più rappresentativi della poesia contemporanea. Lavori rischiosi, in cui generalmente si procede seguendo il filo instabile degli equilibri : ma nessuna proposta per la risoluzione del problema della traduzione. Ci troviamo di fronte a versioni più che a traduzioni, ·se a traduzione si vuole ancora attribuire quel significato dignitoso di opera d'arte integralmente rivissuta. Un tentativo assolutamente grammaticale per esempio è quello operato da Carlo Bo su una scelta di poesie di Federico Garcia Lorca (Guanda, 1940). rese in italiano ad litteram. assente ogni più modesto proponimento di versificazione o abbozzo di ritmo. A che gioverà riprodurre i primi versi della Romanza della Guardia Civile. con Los caballos negros son. Las herraduras son negras. I cavalli neri sono. I ferri sono neri. riducendo in tal modo i simboli lirici a scheletri immobilizzati dopo lo scadimento deli'a loro precipu., funzione? Avrà, si. indubbiamente la sua importanza la materia poetica di Garcia Lorca, con i suoi improvvisi e duri trapassi, col suo discorrere illogico e non vincolato a nessuna plausibile apparenza di svolgimento. ma una traduzione, ad ogni modo, a null'altro avrà ai;prodato che a illuminarci con violenza quel! 'apparato di miti e ricercate analogie che appesantisce questa poesia fino a soffocarla. La notte sprona i suoi fianchi neri piantandosi stelle. Non si negano certi effetti, in gran parte esteriori, come questi : Vivo eri. Dio mio. nell'ostensorio. Trafitto da tuo padre con aghi di fuoco. Battendo come il povero cuore della rana che i medici mettono nel fiasco di vetro. Altrove: Le sue cosce mi sfuggivano come pesci sorpresi metà piene di brace metà piene di freddo. le prime "donne" della nostra rradizione pittorica. E così Andrea del Caslagno violento e rugoso slag.lia sui conlemporanei con la statura e la sagoma rabbiosa dei caslagni sbattuti dalle bufere d' A()pennino. Dobbiamo invece dire che la figura di P,10Jo Uccello è uscita un po' stilizzata, più formale e meno materiatu, dalle mani del ri1ra1tis1a e che Sandro Bonicelli efebico è frigido rimane lontano, pretesto di un penso calligrafico? Il comp1csso lJtrn(lro dell'opera è comunque armonico in virtù dei richiami e dei Jegruucnti (·he, tesi da capitolo a c;.11>itolo, offrono Ja visione complessa ed evidente dello :,,fondo slorico e <lcll'ambienlc <li ci- ,•iltà nel quale i grandi ritrattisti non sono spersi personaggi, sihbene campioni ncres• sari di un mondo più armonioso e più uma• no del nostro. Arra Ma non di rado i limiti vengono sorpassati a danno del buon gusto : Solo tu. Sacramemo, manometro che salvi cuori lanciati a cinquecento ali 'ora. Noi conveniamo con Carlo Bo quando ci attesta che « at' di là di questa violenza di contrasti e 'è un vero disegno poetico, non solo la frequenza di una natura ma un lavoro di deposito, un riconoscimento portato nell'interno di ogni motivo d'ogni frase scontati in movimento perenne di poesia "· Tuttavia la sua traduzione non è valida a documentarci tutto questo, e nemmeno ,·iesce a indicarci una via di riconoscimento. Un solo atteggiamento di Garcia Lorca è riuscito a non confondersi e a reggersi anzi in tutta la sua forza : quella di poeta radicalmente spagnolo in ogni suo motivo e occasione. Se nelle Odi più recenti, se in quell'affannosa New York, scritta come sotto la presenza sonora di un 'infernale officina, in un desiderio iroso di trionfi di cose e uomini e bestie finat'mente di terra e carne. è chiara nel poeta una evoluzione, noi preferiamo il Garcia delle prime romanze e .delle brevi canzoni : Quando morirò seppellitemi con la mia chitarra sotto l'arena. Quando morirò fra gli arane: e l'erba buona con tutte le sue verbali inconsistenze di ritornelli intraducibili. E rimanga questo li suo insegnamento. Chè indagare in profondità nel testo offertoci da questo poeta, non troveremmo che una desolata ingenuità. Quella ingenuità derivata dal non a,·er affrontato i misteri tiella vita e della morte. eterni moventi d~ogni lirica grande. ma dal! 'averli sfiorati e tentati invano con movenze di danza. Cosi che nel Lamento per Ignazio Sanchez, per la desolazione della morte. 3\'rà parole di elementare stupore : Non ti conosce il dorso della pietra. nè il raso nero dove ti distruggi. Non ti conosce il tuo muto ticordo perchè tu sei morto per sempre. E gli riuscirà. per un minuto soltanto di trovare quell'aderenza a sè stesso che è terribilmente lontana dalla sua poesia. LUCIANO DE ROSA
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