Via Consolare - anno II - n. 2 - febbraio 1941

])i un dovere • • da comp1ers1 Non è appena per la ragione di un tempo i cui defìnitivi avvenimenti potevano sicuramente venire previsti attraverso un esame di coscienza meditato ed attento, quanto per un imperativo evidente mai come oggi avv<lrtito e presente, che ciascuno di noi possiede la convinzione assoluta ed efficiente di ,ma formazione e di un preparamento che debbono raggiungere il loro limite ultimo, come un destino al quale ci si2mo incamminati da sempre e che adesso ci accorgiamo quanto ci sia vicino ed attenda; in tal modo riusciamo a superare anche il timore di ricadere in un vano egoismo e che questa attenzione incessante da noi prestata alle parole più vere e più eloquenti si risolva in un 'esclusione avventata di coloro proprio ai quali <'i dobbiamo rivolgere, attraverso una forma che con il rifiuto <li preoccupazioni troppo sterili ed esterne, superi forse anche il dovere di una nostra partecipazione sociale e di un 'offerta completa &gli infiniti bisogni ed attributi di essa. E quindi è in tale alternativa che la radice del problema si mostra. perchè occorre rimediare a questa antitetica tendenza che sembrerebbe opporre noi medesimi agli altri, non affatto cercando rifugio nella piazzalorte di una inutile mediocrità, ma piuttosto ritraendo dall'una e dall'altra i loro positivi elementi e cercando di raggiungere nella maniera ri ù felice e,j insieme più semplice n" conseguirr.ento di quell'umana personalità che rappresenta, all 'inft•ori di qualt!nque devia2ione estremistica, il risultato più grande che ciascuno deve davvero pretendere; in tal modo si riesce a lasciar~ assai dietro di sè le prevenzioni che nascono da una concezione della vita intesa unicamente secondo un sistema di complicati ,rapporti dai quali appare sufficiente riuscire a ritrarre un ingente e privato vantaggio ed invece ci si induce a considerare l'esistenza come un dovere di equilibrio e di sintesi, un compito che se talvolta può apparire insostenibile ed assurdo, permette però se!Ppre di procurarsi soluzioni opportune e !e1~ittime. E del resto ci accorgiamo ben presto del come concorrano agli scopi che ci siamo proposti non appena le nostre diverse e progressive conoscenze, sibbene anche le condizioni che abbiamo noi medesimi stabilìto alla nostra volontà. sulle quali siamo ben consapevoli che la Nazione ha il diritto di pun• tare le SUP, speranze e fare insieme valere le rivendicazioni più grandi; ne nascono i nostri continui riferimenti e la contemporanea ma cosciente libertà di giudizio di una vita che le FondazioneRuffilli- Forlì circostanze hanno reso quanto mai disciplinata e severa, senza che tuttavia venga in noi meno il coraggio di volerla affrontare :nella sua integrale esperienza e di strapparle a poco a poco da.I suo cuore crudele gli insegnamenti più preziosi ed esatti. E dunque cerchiamo di potere in ogni momento chiamare il nostro pensiero e pur anche la nostra fantasia n raccolta, di rinvenire i componenti più segreti e più intimi della nostra ormai formata individualità, l'indirizzo per le nuove esperienze che noi siamo certi ci dovranno domani raggiungere e che quindi aspettiamo con un senso di attesa fiduciosa e paziente; e sentiamo che tra i nostri doveri più urgenti anche questo tra i molti si rinchiude e nasconde. di pensare con molta attenzione a St> stessi. di co,:ipieiare gli sviluppi di una educazione che abbiamo tenuto sempre controllata e presente perchè sapevamo che da essa dipendevano sia la nostra condizione di uomini che i limiti ultimi nei quali le nostre speranze si potevano davvero protendere. E forse taluni di noi hanno già àvuto la constatazione evidente di quanto questa profonda indagine ed attenzione di sè possa giovare ad una 1:lteriore conquista, a collocare il proprio valore di persona sul piano di un immediato rendimento, la cui generosa misura si riflette nell'eplicarsi di ogni azione e di ogni rapporto e ne governa i motivi e le ragioni determinanti; al. !ora la vita s'incorona di una sua speciale bellezza che le proviene dai sacrifici sofferti e che attraverso le prime soddisfazioni raggiunte conduce a rafforzare più ancora la volontà cosi da renderla capa"e di wi tirocinio vastissimo e di assolvere con la sua maggiore sicurezza le responsabilità che ad essa sono state affidate od imposte. Da un punto di vista generale éd astratto può darsi che qualcuno dirà che la nostra cultura sia andata acquistando la figura di un abito che ci vesta con le sue pieghe pesanti e dal quale il nostro spirito dovrebbe assai presto rimanere sopraffatto, addirittura sommerso da questo male funesto che non c: avrebbe più potuto permettere di rinvenire il nostro significato autentico di individui che credono e pensano; fa. ciii accuse, che ci re,:ano une stupore più intenso per la loro esistenza ch<l per i loro improbabili argomenti e che purtroppo manifestano i sintomi di un pericoloso regresso, qualora alla cultura un 'ultima accusa ci si accinga ad ancora rivolgere, incolpa11dola di una nostra spersonalizzazione inesistente, di gettarci al livello di una « internazionale » spirituale qualunque, che invece noi sentiamo immensamente separata e distante. D'altra parte noi siamo convinti della funzione essenziale che I!{cultura va svolgendo nell'epoca presente e cosi com 'è facile riscontrare il suo intervento alle origini del- ! 'attuale conflitto, egualmente ne controlliamo l'influsso anch~ nelle fasi posteriori e salienti, ,riuscendo sopratutto ad affermare che essa avrà un ruolo di estrema importanza anche nel suo dt'finitivo componimento e sugli eventuali indirizzi verso i quali !'Europa si andrà da capo orientando; ed è proprio simile convincimento che esercita sopra di noi una così decisiva influenza da condurci ad aumentare le nostre conoscenze e specialn1ente ad ~ffinare la nostra sensibilità sino al punto di includere in essa anche la guerra che la Nazion~: sta tuttora vivendo e la mission·e ,di civiltà che la storia da secoli le è' venuta assegnando. E·dunque questo pensare a se stessi evade dalla formula di speculazioni egocentriche per adornarsi della più chiara sostanza di un categorico dover':) da compiersi; pensare a se stessi significa in primo luogo porre bene in evidenza quale debba essere la propria posizione nei confronti degli altri, significa l'accumularsi di ·un corredo di cultura e di esperienze che non serva solamente a manovre esibizionistiche ma s'inquadri nella cornice della Nazione operante, significa mettersi in grado al più presto di valutare la porrata degli uomini e degli avvenimenti e di pronunciare nei loro riguardi un obbiettivo e sincero giudizio; per questo noi crediamo di essere massimamente aderenti a questa singolare situazione di un tempo che, incidendo sulle Nazioni con il fenomeno di un3 conflagrazione che interessa l'intero continente, coinvolge nel medesimo istante ar.che gii individui mettendo ad un durissimo vaglio i loro principii e le loro speranze. E dopo tutto, se questo pensare a se stessi può offrire la spiegazione di certe nostre solitudini e di certi nostri prolungati silenzii, esso è però sempre il fattore indiscutibile che ci sospinge a dare un senso alla nostra esistenza un significato al nostro contegno ed agli stessi nostri abbandoni e silenzi; e poichè esso si risolve in una manifestazione relativa alla coscienza di ciascuno di noi, serve insieme a procurare una serie di occasioni reciproche delle quali ci sentiamo i beneficati ed i protagonisti, riuscendo ad ottenere l'instaurazione in noi stessi di quel- ! 'equilibrio e di quella sintesi della cui necessità abbiamo più sopra discorso. Allora si può finalmente arrivare a comprendere quello ché gli antichi poeti esclainavano nei loro così nobili canti, e cioè che nella giovinezza va germogliando « il fiore divir.o del mondo » ; allora sentiamo che il nostro carattere si va fortificando, attraverso quest'esame spietato di noi ed attraverso gli speciali diritti e doveri che ne discendono. DINO DEIL BO Pag. 8

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