Via Consolare - anno II - n. 2 - febbraio 1941

Asolo: Teatro 'lll'aperto della Regina Cornaro. - In q11estamagnifiça cornice ambientale. s11/losfondc gradevolissimo e sottilmente malinconico dei colli asolani. il Teatro G11j Treviso intende organizzare. nella prossima estate. 11nacompetizione teatrale di carattere nazionale. A questa originale ed eccezionale competizione. hanno aderito i Teatri Guf di Padova. di Milano, di Pisu. di Roma, di Napoli e di Palermo. Nascita. di un teatro-guf m provincia La 11ascifa di 1111Teatro G. U .F. è fatto degno in ogni caso di attenzione, merita attenzione ancor maggiore quando si tratti di un Teatro G.U.F. di provincia, di un Teatro G.U.F. cioè che sorge e si sviluppa in uno degli ambienti più irti di difficoltà per il teatro in genere e per il buon teatro in particolare. Codesta utilità consiste particolarmente, nel mettere in luce situazioni e fattl che costituiscono problemi da risolvere, non solo nell'ambito dell'attivitd teatrale universitaria e sperimentale, ma nel quadro più vasto del panorama di tutto il nostro teatro. Questo problema, d'indole generale, è, diremo subito, il problema del pubblico. E' stato detto al recente rapporlo tenuto in Roma dalla Commissione dei Teatri G.U.F. ai Direttori dei medesimi che, cura del Teatro G.U.F., deve essere la formazione di un pubblico ristretto, collo, preparato, limitato alla capacità di quel piccolo teatro proprio che è nelle aspirazioni di ogni Teatro G.U.F. Questo è sotto molli aspetti 11n concetto gi11s/o, anche se limita a priori le funzioni dei Teatri G.U.F .. i quali dovrebbero, a nostro modesto parere, assolvere anche una funzione educatrice, per quanto rig11arda il gusto e la sensibilità teatrale, presso le masse. Si rivela comunque un concetto di realizzazione pratica quasi impossibile in determinate circostanze : nelle circostanze precisamente in cui viene a trovarsi alla nascila un Teatro G. U .F. di provincia il quale ha biso2no, in primo luogo. di crearsi un pubblico qualsiasi, 11npubblico vasto, da cui trarre. in -seguito la schiera esigua degli appassionati, dei sostenitori. Ma dove sono gli appassionati, in una città di provincia., Ce ne sono, forse, a/Clini, rintracciabili tra gli abituali frequentatori dei rari spettacoli di prosa : ma la passione di costoro non va forse pi,ì in là di un pallido desiderio di una forma di svago che non sia il solito settimana/e cinematografo. Chè alla totalità del pubblico di provincia manca il gusto del teatro, nè le compagnie di prosa che ogni tanto fanno capolino alla ribalte locali possono minimamente giovare alla formazione di un tale gusto, di 11natale sensibilità. con la piattezza commerciale del repertorio, atto a favorirP l'esistenza di un transif/ente quieto vivere, piuttosto che a suscitare en/11siasmi inlellil!enli o combal/ute reazioni. Credo pertan/n che tra i fini del Teatro G. U.F. l'educazione teatrale del pubblico debba avere il suo posto eminente. Ed è allo scopo .ii sal!giare la reazione degli spettatori che sono stato indotto a scegliere. p~r la prima rappresentazione, tre opere che denunciassero, oltre all'intrinseco valore, un distacco formale nellissimo da ogni normale repertorio. li pubblico, infatti, ha accusato 11n momentaneo stordimento che si -è concretato in una curiosa atFondazioriegR~ffil-liForlì tenzione, ma non ha mancato, rinfrancandosi via via, di confermare nel modo più luminoso la sua completa immaturità teatrale, uscendo, non gi<i in aperti contrasti che avrebbero potuto portare anche qualche segno di combattiva intelligenza. ma in banali dimostrazioni di -stupiditti e di incomprensione, quali l'agitar di chiavi a scongi11ro durante lutto lo svolgersi della sut{gestiva e drammaticamente incisiva u Cavalcata al mare,,. Incidenti questi. che non sarebbero accaduti se le medesime opere, anzichè. dal Teatro G.U.F. fossero state presentate da qualche complesso regolare : giacché ben sappiam0< che il pubblico provinciale ha un sacro rispetto dell'attore di fama, e 11ede il teatro in /unzione di costui, ignorando che l'essenza del teatro è princioalmente costituita dagli autori e dalle onere. Fenomeno, d'altronde. questo. di/fuso non soltanto nella provincia. Dovunque, ad esempio, sarà raro udire uno spettatore che dica u Sono staio ad assistere alla ,e P,~,• cola città )1 di Wilder )), mentre tutti diranno invece u Sono staio ad a.scollare la Merlini », giunrendo fino ad ignorare, almeno per il settanta per cento, il titolo e l'autore dell'opera rapnresentata. Questo il fenomeno "pubblico » : pialla e problema. come dianzi dissi. di portata trascendente /11 vita e i problemi di 11n Teatro G.U.F. Altro problema (e questo parti1olare dei Teatri G.U.F. provinciali e d'importanza vitale) è ouello dell'oreanico. il quale se può essere risolto oer auamn ri{!uarda reeisti e sceno11rafi (nella massa depli universitari non manca qualc11wJc/rP. pur difettando di esoerienza, aspiri a svolgere tm 'attivitti Ì'1 questi campi). vresenta difficoltà frandissime ofln soluziorre per quanto riguarda f!/i attori. NPI camvo femminile saooiamo a priori che nulla o ben poco c'è da fare : la mentalitd provin-· eia/e, !!retta e limitala. quando rw·z si riflette nelle ral!azzr medel';irne(cn'-'nben raffristante). csnrime sonori e recisi rifiuti per bocca delle madri e dei nadri. timorosi che un'atlivitd '""'•aie. anche se svolta sollo la f!aranzia di serietd ollerta da un'or;!anizzazione del Partito. guasti in aualche modo la reoutazione di « sil!norine per bene» delle /ieliole. IO che torse non snno altrettanto e forse ni1ì H per hcne ►> le brave raaazze che. dovo intense ttiornatc di lavoro. dannl'J la loro ar,vassionala oflività teatrale ai cornolessi donolavoristici .:n. Nel campn masclrilP la avatia def!li universitari, che preferisro110 a urra serata di pro11Pu. na inronrlndntfe sera/a nl caffè. tirne lo11tana la mossa dalla oftivitd del Teatro G.U.F .. cui si dedicano snltonlo ouei vochissimi. animati dn vern oasione. che hanno t""i; nrnvato. in complessi dopolavoristi, l'emozione e la gioia di ra/care le tavole di 11n palcoscenico. Da qui la necessità, almeno fino a che i felici esiti di un 'attività solidamente intrapresa non soriano il loro ef!etto pubblicitario 11ei confronti dei restii, di servirsi per le nostre rappresentazioni di filodrammatici dopolavoristi. i quali però. i11sieme con la loro passione e la loro buona volont<i, ci porUna scena del "Tamf?uro di panno", n6 giapponese, rappre$er1talodal Teatroguf di Udine ta110 accanto anche una buona q11a11titàdei difetti più co1111111i ai dilella11ti che hanno sempre lavorato senza la guida di un sicuro e preciso criterio direttivo. Terw problema, per il Teatro G.U.F. di provincia che vive, almeno agli inizi. alle spalle di u11 esig110 bilancio è quello dei quattrini. E' certamente il piiì grave, dal lato pratico, ma è anche quello che ci preoccupa meno. Abbiamo una dose di entusiasmo che ci consente di sfondare serenamente tutti gli ostacoÌi che i biglietti da mille ci parassero avanti. li programma ridotto degli inizi non richiede grandi sacrifici finanziari: di quattrini si parlerà più avanti. Per il momento basta la passione e la volonl<i di continuare : anche per i Teatri G.U.F. il peggior passo è quello del1'11scio. E noi l'uscio lo abbiamo già varcato. LUCIANO CENTAZZO.

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