Via Consolare - anno II - n. 2 - febbraio 1941

di allucinata incoscienza che è necessaria alla loro anormalità. La scena più betla è quella delle due donne rivali, in un cabaret disfatto. Un 'altra coppia di donn·e balla al suono di un sassofono solo. Le rivali si combattono con una calma tristezza di fronte ad un tavolino capovolto. Ad un certo punto le a1\re due donne chiedono : « Voi non ballate? ». Le rivali si uniscono in una calma e fantomatica danza. Tutto sembra essere reso possibile dalla ferma e puerile follia che è nei loro· sguardi ». Un tale favorevole giudizio ci fece sperare che finalmente Caracciolo fosse quello che con una parola nuova aprisse (a via ai giovani, desiderosi non tanto di essere « aiutati n {in che modo? dai vecchi che hanno paura di perdere il cadreghino? da quelli che pur spontaneamente offrendosi non hanno interesse o la possibilità di farli andare avanti?), ma di essere presi benevolmente in considerazione. Purtroppo, dopo questo, più nulla. Di sfuggita si ebbe la notizia che il film era noleggiato in circuiti di provincia per le sale oltre la quarta visione. Nelle grandi città non fu proiettato in nessuna sala. Quanto sopra è ciò che può risultare a chi sta dalla parte del pubblico. Poichè io ho avuto la possibilità di seguire un po' più da vicino lo svolgersi della faccenda, sia pure con semplici brevi visite agli stabilimenti di produzione, credo di poter dire qualcuna delle ragioni dell'insuccesso, non per infierite su di un comp1'esso di cose già abbastanza disgraziate, ma per spiegare le ragioni dell'insuccesso di uno di noi, traendo dalla spiacevole avventura quando pu6 essere di utile insegnamento. (Ora Caracciolo non ha abbandonato il cinema lavora in altri campi, recentemente era il « fonico » di una produzione di Cinecittà). Noi non muo,·eremo una critica spietata, ma un elemento deve tuttavia essere giudicato con tutta severità, tanto più che potevano essere novellini, ma anche gli altri tecnici - regista, direttore di produzione compresi - che pure una pratica debbono averla, abbiano tentato ('avventura della produzione di un film senza avere alcun preventivo contrntto di noleggio. Il film perciò è stato prodotto senza il contributo finanziario del noleggio, non dispregevole anticipo che supera sovente il mezzo milione : questo è prova della solidità de0a Società Produttrice che da sola ha sopportato tutta la spesa del film ~ ma rimane oscura la ragione per la quale questa avventura sia stata tentata. I) O i produttori non erano a conoscenza di questa solita combinazione; 2) o, pur conoscendola, il tipo del film non aveva incontrato il favore del noleggio; 3) o, ancora conoscendola, i produttori immaginavano l'ostilità del noleggio. In questi due ultimi casi i produttori dovevano avere una grande fiducia nel loro film, tanto da de,. cidersi, col draconiano o la va o la spacca, di presentare al Noleggio il completo, e, in barba alle previsioni, il « grande » film. Praticamente, purtroppo, si sa come la cosa andò a finire : il noleggio mostrò di aver intuito giusto; i produttori o una soverchia faciloneria od un soverchio entusiasmo. E qui, per u noi 11, c'è già quat'cosa da tenere a mente. Ora passiamo a quelle che possono essere le ragioni artistiche dell'insuccesso. Il film per ammissione dello stesso Caracciolo, è risultato una porcheria. (Ciò contrasta con quanto dice P. M. Pasinetti; ma forse questi non ha visto il film finito). Il perchè? La ragione ci deve pur essere, FondazioneRuffilli- Forlì Giacomo Manzù: "Giudizio di Salomone" ma non ci è dato di scoprirla cosi come si potrebbe scoprire in una macchina I'ingranaggio consunto. Non è nell'incapacità del Caracciolo, non è nella mancanza del «mestiere u. Preferiamo pensare che egli, come Icaro, abbia voluto volare troppo. alto. Durante la lavorazione Caracciolo ci parlava con entusiasmo del suo film, e noi con lui ci entusiasmavamo, e moJte scene ci piacevano ; ma qualcosa non andava. Parliamo di queste cose che non andavano : sono annotazioni senza ordine, cosi come vengono, ma che forse possono insegnare anch'esse qualcosa. Gli attori recitavano in stile gigionesco (quello che P. M. Pasinetti definisce stit'e letterario) per uno scopo ben definito voluto dal regista : forse al pubblico sfuggirà la finezza e resterà, insopportabile, la goffaggine. Gli attori non sapevano la parte, ad eccezione delt'a graziosa attrice tedesca : e quindi, gran perdita di tempo. Barbara Nardi, atlora, non era un 'attrice. saltata fuori cosi com 'era, senza preparazione, per merito di quel tale concorso milanese (ma allora, che ci stava a fare?). La segretaria di edizione non aveva mai sentito parlare della direzione del moto e degli sguardi (ma allora, che ci stava a fare?). Un pezzo grosso della produzione, forse perchè era venuto su dalla gavetta, come sovente affermava, si credeva in di- <itto di bestemmiare. Ec·c., ecc. E poi altre piccole cose : t"attore De Sanctis che si ostina a far di testa sua; Barbara Nardi che, inquadrata in Piano Medio, non vuole alzare la sottana per fare l'atto di togliersi il vestito perchè, quel giorno, non aveva messo le mutandine. Ecc, ecc. Ripetiamo che non abbiamo voluto fare un processo, un 'inquisizione, dei pettegolezzi : la questione fa parte di un argomento che ci sta troppo a cuore per scherzarci su. Caracciolo è un giovane intelligente di indubbia capacità, e ci spiace che, dopo questa prova sfortunata, gli occorrerà molto tempo per tornare alla ribai'ta in un posto di alta responsabilità. Ci perdoni anzi questa pubblicità negativa che gli facciamo; il suo è un esempio che va molto meditato, solo per questo è stato reso qui di pubblica ragione. Saremmo felici, nell'esaminare la causa di questa disavventura, di esserci sbagliati in qualche nostra supposizione. In questo caso pregheremmo il Caracciolo stesso di dirci la realtà delle cose. VIRGILIO SABEL Pag. 17

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