ALLE PORTE DELGRAN MONDO U1 r:1gione per cui noi ci occupiamp di cinema in questa r11 1ista è da ricera1rs1, a differenza di a/Ire. in u11 impulso. in 1111aesigenza che sentiamo. li cinema in l/alia ormai ~ cosa VPCChia, 11011denuncia di meritare la considerazione che si dovrebbe ad una attività che fa parte di una civilt1ì, come la nostra. che tende a costruire ed a costruirsi oltr<! i propri confini, al di là degli Oceani. Un simile i11co11ve11ie11teha ritlotto taluni a mascherare la cosa nella sveranz,1 di rerulecla superir>re con l'illusione (peggi~randola· im1ec~ col da1111cdella malafede), ha indollo talall'ri ad occuparsi //i cinema ( viste le sue condi:ioni e di fronte alla facilil.ì della critica al prodotto faìlilo) senza la minima preparazione 11è spirilu<1le 11ì>tecnica. sia nel campo della critic·1 che in quello della produzione ( nella produzione con la prcpote11zc1del denaro). Nelle file della critica: pure 111ilita110 diversi collegl•i che danno ogni giorno 111dimos/ra. zicne della loro insufficienza: letteràti falliti, commediogra_li allrellanto falliti, ragionieri a spasso. tutta gente insomma che con la facilità della calunnia al cinema italiano e con l'a.ma/>ilifà di trovare aggellivi per le gambe di Marlene Dietricl, o per gli occl,i di Joan Crarrford. nascondono 1111aimprep,1razione che non vorranno mai confessare a sè stessi, 1111 che minaccia, se non prenderà il sopravvento la preparazione. di essere più Tl()Civa degli stessi prod111to1 i che male impiegano il denaro o dei registi che 1,011conoscono il mestiere. Sono stati questi i11compel.e11tiche ha11110favorito /'aff/11sso degli seri/lori. di quel/ì cioi' che sanno "scrivere henc", verso le porte del cinematografo. E se questo afflasso ha favorito la diffusione del cinema irD una categoria pitì elei•ata di persone. ha anche portalo, per il momento. in esso, /111/ele chiacchiere e tu/la la boria di chi sa "scriver bene'' pur non capendo 11111ldai ciò di wi scrive. I le/tera/i non possono sa!vare il ci11ema italiano: il cinema italiano sarà fatto dagli 110111i1d1i ci11e111aL. a vern necessità del cinema italiano è che si jormi questa cale• goria di persone. Essa 110n esiste. peri;;!tè la produzione normale 11011 è fatta da gente che conosca il cinema; essa non esiste perchè per fare del cine111anecessifc una educazione ''esclusiva''. e qnand'o si dice educazione, si intende di prendere l'elemento 110111f0in dai primi anni del/a sua gi011inezza e di condnrlo per uaa strada determinata. Non pos,iamo ammellere che 111111 1edia di artisti che si affacci al cinema dopo i cinquanl' anni, dopo cioè la piena fcrmazione sipirituale, sia in gra<lc di rieducarsi ad un mezzo che ha caratteristiche assolutamente diverse. ed i11 talu11i casi opposte. alle forme in cui essi per tanti a1111i hanno trovato la sistemazione della loro attività lirica e spirituale. Le eccezioni. come al so1ito, co11ferma110la regol,1. Per cui 11()11cèsseremo 111aidi sostenere che nel ci11ema è 1111problema di vecchiaia e di giovinezza. di edurazione 11011avvenuta e necessaria. Ma come mai, si dirà. in a/Ire ,,azioni vi sono state cinematografie ben solide. co11 la creazio11e di opere notevolissime. come in Germania, in Svezia. in Russia. i11 Francia? Forse pere/tè in tali n'azioni il cinema si è presenta/o i11 1111momento in cui erano disposti ad acce/tarlo rapprese/anli delle 111igliori energie del paese. ln llalia allora si era assorbili dalla Rivoluzione. lenta e ,eleziorwtrice, che trascinava gli spiriti migliori nel suo travaglio. Poi l'arte stes~,1. per 111,a serie di circostanze che ver• ranno man mann eli111i11ate, /11 sommersa da 11na necessità illustra/iv,, e propagandistica. cioè nettamente antiurtistict1, 11ecessità voluta d,1 tal1111iincompetenti che male avevano compreso co111eun /aie fenomeno spirit'nale, per valere attivo. 28 FondazioneRuffilli- Forlì deve esistere in fu11::.io1redi sè stesso e se sarà fortemente esistente nella sua ,3.,sen:rn.di questa sna stessa forza gioverà alla collettività ed alla civiltà che lo ha determinato. El casu parti~olare dell'arte, che in l/alia ha tradizioni spellacolose, non poteva e non può essere messo in disparte: si credette. da lal11ni ,elemenl'i periferici che per rendere grande la Rivoluzione, fui/o do11esseessere messo a servizio della parie propagandistica di essa (non diciamo polit.ica perchè tutto ciò che rientra nelle forze allive di una civiltà serve alla politica, che è la risultante di essa civiltà, cioè degli spiriti migliori). E l'arte veniva negata nell'atto stesso in cui era erroneamente esallata e costretta. Di qni /' errato conce/lo che un'arte nuova si potesse de/,erminare con n11ovt temi. di qui l'esorbitante importanza data al sagge/lo tzell'art'e. Da questa falsa posizione nacque, Ira l'altro, una certa con• fusione per cui non si capì che a tale scopo, illustrativo cioè e propagandistico, il docume11tario sarebbe stato il mezzo più. adalllJ nella diff11sio11edi q11esli elementi. Ma forse anche in questo caso non ci si senti11a sicuri nel mezzo: 11011 esiste in/alti in Italia 1111avera e propria tradizione dowmentaria. ln foado però il dornmenlario manca, pere/tè 11011 c'è una vera e profonda conoscenza del cinema. Infatti se nel film a soggetto il mestiere teatrale permette 111co11fezio11e di commediole e di falli spettacolari, il dowmentario non può reggersi che per suoi valori cinematografici. Ma vogliamo dire che il problema dei vecchi e dei giovani vier;e posto ora co:i fortissima insistenza, specialmente dalle pagine di questa rivista. Noi giovani, rinneghiamo gli errori di coloro che, come si diceva, per sfortunate circostanze haruw potuto metl'er piede laddove si esigeva una competenza profo11d11.sentiamo di essere interpreti di una 11u0Pa esperienza ed evoluzione e, rimanendo nel campo dell'arte. che ci occupa la giornata, e più specificamente in quello <le/l'arte cinematografica, vogliamo affer• mare di credere in una nostra attività assolutamente seria e realizzat·rice. Dalle pagine di quesla rfoista, nel ci11e111alografo. ci occuperemo più specialmente dei giovani. e, sempre per non ripetere certi errori passali, 11011 li esalteremo, ma 11e dowmentererno le conquiste documentabi!i e ne biasimeremo gli errori. Sappiamo questa semplice verità: che vale molto di più lavorare in serietà su di una cosa. piuttosto che elogiarla. perdendo il tempo negli osanna. A cominciare da questo, ma specialmente coi prossimi numeri. inizieremo la nostra sia pure limitala battaglia, ritenendo specialmente i giovani deposi/ari di qnesti elementari concetti: che il cinema è un'arte con un suo linguaggio, e come arie .va considera/a; che gli artisti sono uomini in possesso di una moralità e che per costruire bisogna far 11soanche di questa moralità; che l'Italia ha profonde tradizioni di cultura e di arte e che ad esse bisogna appellarsi se11Z11 inutili umiltà verso lo straniero; che l'educazione è, nella l'ila dell'uomo, Lltl elemento formidabile •e che tale è pure 1:el cmema; che sollanlo i giova1ri hanno la possibilità di assimilare questa edncazione, qualora fin .da questo momento 11111m1aggiore coscienza informi le opere e gli scriUi. 1101d1i coloro. ma di tutti coloro che si occupano di cinematografo i11 llalia. ERRE l ~~~,--~~~-~~~~~ ~ crepuscolo $ Il crepuscolo piove sui /PIii J come odore delle fo~lie \ 1uwi uelcg{!.Ì.<111.0 m·/1; ,·dllinc. J Raccolgo l<t mia tristez:n ) rom.e un grnppolo d'111ia. ( FRANCO LUPARIA ~~~ VIA CONSOLARE
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