Via Consolare - anno II - n. 1 - gennaio 1941

SCENOGRAFIA Abbiamo avuto modo in questi giorni, per certi contratti cinematografici, di parlare con Reflì, littore di scenografia per 1·a~no XVIJI. Egli è romagnolo e come tale tumultuante di non assopiti pensieri. Ha frequentato diver•• se scuole, di Modena, di Bologna, di Venezia. Nella precedente edizione dei Littoriali si classificò al quarto posto con una compostzronc scenografica per " L'uomo dal fiore in bocca» di 1ùuigi Pirandello. Rispetto alle opere realizzate oggi --- come è utile, per giudicare un auiore, conoscerne l'evoluzione espressiva attraverso i! compiuto - la scenografia di " L'uomo dal fiore in bocca » rappresenta una vita di transizione. Gi~ vi si avverte quel comporr:! per sintesi asimmetrica di masse architettoniche, visualizzate mediante solidi geometrici perfetti (un prisma ed un cono', gi~ l'andare dei piani e delk linee annuncia un tono particolare che per ora rimane però smorto di non tentate audacie. Reffi ha evidentemente il senso sacro della rappresentazion~ teatrale : da quella scalea bianca apparirà l'ombra della moglie. sotto l'arco nerastro. L'uomo e il signore pacifico tra poche sedie. piccoli in zona grande, agitati sotto l'incubo di luci. Reffì parte sempre da una realtà vista. tradizionale, nella scelta degli elementi simbolici che dovranno creare l'ambiente spirituale della commedia; ma ne odia la loro presenza veristica, cronachistica. e li esaspera, e li sforza in un conciso geometrismo, cercando di vederne le funzioni plastiche e concettuali : giunge cosl a definirsi in un punto ben delimitato che, vogliamo dire, sta tra la tradizione ottocent.:sca e i ·avanguardia; insomma una sorra di medio armonico. In rapporto all'unità spirituale della commedia, cosciente dell'impossibilità di identificarsi con l'autore, egli cerca di vederla su di un piano di maggiore estensione civile, inwendo I' «Agamennone» di Eschilo sugli sviluppi scenografici di una architettura classica in senso largo e non rlefìnita in rapporto all 'epoca precisa in cui visse Eschilo o in cui fece vivere Eschilo la tragedia, cosl come non dimentica mai di Pirandello la nio<lernità formale. Rimane tuttavia, opra tutte, l'intenzione emotivante potenziatrice della scenografia in rapporto al dramma rappresentato, piuttosto che l'interpretazione arbitraria, avulsa da una spiritualità immediata del contenuto verbale, del dramma stesso. di C. VV. REFFI pletamènte illuminata. per$onag:;i vengono dalla luce, e nell'ombra si pongono in controluce acquistando un senso irreale di anime. Sulla sinistra un tronco diritto di albero significa la vita spirit11ale necessaria per far rivivere il ciramma dei personaggi usciti dall'oltretomba. Sulla destra un cancello mozzato segna il limite di passaggio tra la morte e la vita. Una strada ideale in curva degradante è la via simbolica· tra l'essere e il non essere. Quattro croci bianctie rappresentano :1 cimitero. cioè la morte vista dagli uomini nel suo realizzarsi materiale e nello stesso tempo simbolico : qui noi vediamo ii confluire dell'arte di Reffì, che è arte sintetica di spirituali aggruppamenti. Il simbolismo non è forse questo conformarsi in visione di elementi eterei? Il freddo geometrismo vuole rispecchiare la modernità alla quale appartiene il Pirandello stesso, cercando inoltre di carpire " il mistero » della sua creazione artistica. Questa sensibilità moderna del Reffi fa miracoli di coerenza stilistica nella scena per l'" Agamennone» di Eschilo. La scenografia è costruita sul classico piano greco del teatro all'aperto. Gli elementi sono : a sinistra un corpo scivolante, come un'ala, verso il tempietto in altv, dal quale la vedetta spia da dieci anni, per vedere sulle mo11tagne clell'Ellade il tuoco che an- ~uncer:ì la distruzione -Ji Tro'a. Nd centro della scena ·una scalea candida è il momento ~cenografic<' funzionale per l'arrivo del messo annunciante la vittcria e pèr il ritomo in patria di Agamennone. A destra s'alza un grande muro. con una porta sulla quale sovrasta i I caratteri tico triangolo di civolo. classico delretà micenaica. Un ·alta colonna ionica ch:ude lo scenario che si svolge in pochi piani larghi secondo il gioco di masse caratteristico del teatro greco. Inoltre la linea curva a sini~tra vuole adeguarsi alla musicalità del coro, sia come linea che come elemento acustico. I colori hanno una funz;one fondt1i11enrn.le : le a:·chitcttl!re- sonc. hianchc ~u1 r':,.n~lo I osso dell ·aurora asiatica. Il bianco è lo spunto classico. il rnsso è l'ekmento tra• gico contingente. Dove si vede come il Reffi riesca sempre a combinare lJ sua personalità con le esigenze d.-a111matiche dell'opera che nella scenografia si svolge. In conclusione la $C~nografia ùi Reffi. littore per l'anno XVIII. ha affermato un tono nettamente anti-horghese. nel senso. da 1111 lato di contrario a quel lezioso, a quel manierato. a quel tona di arredamento che tanto ha infestai,, i teatri italim1i: d ·~ltra parte contraria pure agli astrattismi. ai cerebralismi cari ad un'epoca che. per quanto passata, trova ancor oggi i suoi cultori. R. R. « All'uscita » di Pirandello, scenografia vincente, si presenta su due piani di luci : un avancorpo completamente buio ed una parte di tondo com- Re/fi : scena per Ali ·uscita di Pirandello. VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì 25

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