Via Consolare - anno II - n. 1 - gennaio 1941

Una scena "MILHSISM(ACONDA di CESARE MEANO Cari amici di VIA CONSOLARE, ecco l<tmi<t rispost<t <1lvostro invito. Vi <tffido, per la pubblicazione, w, frammento cfo!la mi<t "Millesimtt Seconda" ( <tlto secondo, qu<1dro terzo: sul terrnzzo dei P<tdiglione delle Sovrum<1ne Armonie, di notte). E, Il. questa prova dell<t mù, simpatia e dell<t mi<t solidarie,,, ( facile e piacevole, sempre, fo solidarietà con l<t giovinezz<t), aggrnngo. gli <wguri più schietti e i più amichevoli s<tlu.ti. Siete giovani. Possedete, quindi, il clono divino della fede. E con la fede si vince sempre. Vostro CESARE MEANO Pausa. Zulimà. non :wscumle lr, sua i1Hpde1:uliuc. che contrasta con. la sere11i1cì di Abdùl. /e-;ì,J sale tf,,f gfoulin<i, lcuw, curruccifrt". Auoùt: Di dove arrivi, Iezìd? b:zìn: Dalla ciuù. Ho visto e ho ~cntito :utto, (111i11accio~o) tulio. .E ho voluto ct:fcarti, AIJdltl Abbàs, ho voluto raggiuugcrti, dovunque fos:.i ... AunùL: Pace, lezìd! lEzìu: La n1ia pace l'ho buttata, in•icme cou la srimitnrra, qwmdo tu (ironico) m'hai vinto. Aunùt: È per dirmi questo e.be m'hai cen;ato? h·zìo: No. È per chiederti ~e ricordi cii) che li di:,si dinanzi alla grii.ndc 1>or1a. AnnÙL: ~Ii dicesti tante cose. h:zin: Ma, fra Je ta~ne,una che voglio ricordare. Auoùt: Quale? b:zìo: lo ti vedo in cuore, li dissi, e so che tu comballi per il tuo tlirillo, ma contro un diritto più gn:mde, per Ja tu.i giu• sii.da, ma contro ... 1\110ÙL, (s<>mpre p,1caw, ironico): Una i;:iustizia più grnnde. h:zìo: E nnchc contro ... A11où1.: La vcrit,ì. li:ziq: Non sbagliavo, Abclùl Abba,. A1rnù1.: Sei un buon principe, 1e l'ho già (lello. h:zìd, (incalzante): Non sbagliavo e non sb.aglio neppure ora, se ti dico .... A1mù1.: Non puoi dirmi nienre d1'io già non ~appia. lEzÌo: Credi'! AnDÙL: Le mie Jeggi le scriverò sulla snbbia: l'ho promc$so. )Ezio: Dunque tu sei cosciente della tua pazzia. Auoù1.: Veramente 1a pauia è l'unico slalo di cui non i>i può essere coscienti. }Ezio: Allora dirò che sei cosciente non della lua pazzia 1 ma del tuo delitto. Auvùt: Deliuo? h:zìn: Anche la n:i:ndetta ;',; un dcli110. A110ÙL: Certo: <1uando non provvede .ad e!Tetlunl'la la giu~1izia costituita. (PassaggiO) l\1a di quale venclc11a parli? b:zìo: Di quella che tu hai inizia1~1contro il potere che ti c:.u,tigò. contro le leggi che ti colpirono. conlro il rnon<lo che Li espul• se; di quella che vuoi perpetrare distruggendo questo regno, questa cittàt qucblo popolo .•. ZuuMÀ, (dolorosamente ;,nlignata): Oh, Jezìd 1. Come vuoi par• 1am in codesto modo? Un regno tosì bello! Ma 11011 scnli come il popolo carita? come ride? Auoù1.: Zulimà, non inc1uietarti, e l>erdona se li annoiamo t·on questi discorsi. E,•iclcntemcnte anche i discorsi noio~i f,1mw parte dei doveri dei governanli. E, d'altra varte, io non posso rassegnarmi a passare per quel melodranunatico vendicatore ch'egli ha detto. (A Jezìd> Iczìcl, fo non ~ono queHo che 111 credi. lo ... (esita, come sul pu.mo di dire cuse ossai gravi, poi, sorridendo) io sono, scmplice111en1e, un califfo origin,llc. E come potrei non esserlo? Un prindpe che ba fouo Je proprie esperfonzc vagabondando toi banditi e i dispernti d'oriente e d'occidente. non può certo essere ~ali10 al trono come un 22 Fondazione Ruffilli - Forlì principe qualwic1ue. lo 110 cono:>ciuto almeno vc151i regni diversi, e li ho cono:>ciuti nel modo ruigliorc: da pover'uomo. Logico, dunque, che il mio programma di califfo sia staio d'approfi11arc del potere per tentar J'imilare il migliore dei regni da mc conosciuli, anzi: l'unico cli l{Uei reg.ni d1e 111i parve $ocldisf:we Je mie a:,pirazioni politiche e meritare le mie cure principe$clie. l~ZÌD: Vuoi dunque farmi cr1;:dere d'aver veduto un regno co111e quello che bai fondato fra ques!e muni 't Annù1.: Ma io 11011 ,~lw d(!IIO d'averlo vedu10. Conoscir.mo noi forse soll~nto Jc co~c che vediamo? Poveri no:! Se così fosse, la noBlra ignoranza earebbl:! ancora più grande di q_an10 g ,ì non sia. lo non ho vedut,J quel paese, lezìd, (mi:l~rio.sù) io ne bo inteso parJarc. lEZÌD, (incredulo): Da chi? AuoÙL: Da lanti uomini, in lanti paesi; o, meg.io, da llllli g~i uomini, Ùl tuui i l'.><ICoi. Ne ho se111ito parl::irc con no Llg a, con dolore, con tormento •.. S1rano, slrano the non ne ,1bb a sentilo parlare anche lu? h:zìn: lo? A1rnù1.: l\1a terto ! (Nlllurnlù;..;11110) 11 paei>e <love ci..1stuno può avere quello che n1ole, il pae5c eh,.; ha i cioll.oli d'oro, che ha mense imb~mclile per lulli, e fo11ta11e the sprizzano vino o latte ... IEZÌD, (comindolJ(/u a c,1pire): Come't AuoÙL: ... e alberi che danni) pani invece di frulli, e prigioni senza porte, e porle scnz::, &c11linellc ... Lu1.1MÀ, (in un trasporlo ,l'emu.siasmo): Sì, sì! Ne hanno parlalo t111che a me! Anvùt, (a lezi<l): Senti? Zut.lM,\, (c. s.): Mi hanno dello c·he è un'isola in mezzo al mare, e vi s1 arriva su una nave che va senza vele nè remi, ma non si sa di dove par1,1. AuuÙL: Ahri, invece, dicono che è sulle monrngue, in dma alla monl..lgna più alta; altri ancora che è di Jà dul t.leserlo, o di Jà dalle nubi, appeso con catene d'oro alle stelle ... Z.ULIMÀ: Sì, sì: ralene d'oro; e, quanti o c'è il vento, 1in1i11nano. Auoù1., (come per w, gitwco): Tintinnano e formo dondolare il paese, di qua e di là, di qua e di lii ... Zu1.11\1À: Come le navi sul mare. Ma è pos~ibilc, lezìd, che non t'abbiano parlato di quel paese~ IEzÌo, (più sprezuull.c che mai): lnfat1i. Ne hanno parlato r.nd.w a me. E Ja rrimr1, a l>arl..inncnc, è stah1 la mia nutrice: una grossa e buona beduina, che cre<le\'a nei <ln1ghi dalle eclle 1es1c, nel potere malefico della luna, nelb virlù nrngi<·u dei peli di cnrnmel lo, c ... in quel m:tgnifico paese. Zu1.1MÀ, (cou rimprovero sentito): Il p::icse della feli(·it:11 Jczìfl ! lEzÌn: Credi'! ZuuMÀ: Certo! Aenù1.: E perchè no? 11 paese della fèli(•i1à, come lo immaginano gli uornini, con la loro scarsa fa11tasia. h:zìn: Po1cvi, dunque, and,ire a cercare quel tuo paese, Abtlùl Abbàs. Sarebbe staia un'ouima maniera per impiegare la tua vita. .AuoÙL: Una nrnniera d1e già usano molli. Jo ho preferito etlifi. carne fa felice imitazione cbc anche IU hai visto na~ccrc. lEzìn: E ne sei ~oddsifatto? AnoùL: felice! h;ziu, (con. violenza co111e11ata): E inle!ldi conlinmne così? Annùi..: Cerio. b:zÌD: Reguando in questo modo? A11où1.: In questo modo. lEzìo, (quasi una sfida): E per c1uan10 IClll(>O? AuoÙL: Per. .. (Si lrttttiene <li bntlo, rimane fisso, muto). Una 1x.msa. A 11cor<1, clctlltt ciuà, ·voci gioiose e canti. Zulimà guarda lezìd, torna. a gullrdttre Ab· dùl: è preso da una subi.umea w1goscfo. CESARE ME.A.NO VIA t;~NSOLARE

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