Via Consolare - anno II - n. 1 - gennaio 1941

Corrado Pavolini: eccellente l'inlerprelazione di Ave inch i, ali rice di significativo lalenlo, del CrasL, del Carraro. Otello Cazzola, non _posrndendo i polmol)i per rendere liricamente e, dicia1no, venlosarnenle, l'an.itna ribelle e est rosa del poeta Falck, si è portalo verso una recitazione abilntenlc nitida, tagliente ed incisiva. Altro spellacolo dell'Accademia sono slale <C Le donne curiose » di Goldoni, messe in scena dal più appassionato cultore elci teatro veneziano, Renato Si1noni. La regìa <li Sirnoni è un co1npromesso, come lo fu quella di Sciarolf per i I cc Falstalf », ma è doveroso riconosce1·c che sono in11>uritit necessarie, alle a rendere vitali e acccssibi li alla folla opere che, conservate nell'originaria ca1npana rli vetro, hanno perduto ogni caJore di cornunicaliva nei riguardi clel pubblico. Simoni ha presentalo un Goldoni caricato è vero, rna agile bl'loso di~ vertente, ccno~lro u, alleggerito di quella onnai classica 111a inrollcrahile patina leziosa. Da annotarsi un profluvio di .--j. prese pirnndelliane; ne diamo ]'P,· Jenco: « La ~ignora Mof'li una e due "• « Berrello a sonagli », « Tullo per bene », « E,u-ico IV », « Conte lu 1ni vuoi >l, « O di uno o di nessuno"· Benassi ha dato nrJ'edizioavventure del poveretto il quale ama il teatro e per andare a teatro paga il biglietto li Poveretto camminava a piccoli passi, nella ressa degli spelta/ori dell'Eliseo, verso ,/'uscita, la sera della u prima » di Otello. Ed ecco, alle sue spalle, una signora in pelliccia; e dice: - lo, però, come Jago preferisco Mariano Stabile. IL Poveretto cadde di schianto, senza un gemito. li critico teatrale radiofonico della Stazione di Roma (l'illustre commediografo Cesare Giulio Viola) parlava della « prima» di Otello all'Eliseo. Il Poveretto, seduto accanto al suo apparecchio economico. ascoltava con molto rispetto. Ma a un tratto si levò in piedi... Senza che la sua voce tremasse, nè che alcuna sua parola, o reticenza, rivelasse qualche sua emozione, il critico teatrale radiofonico della Stazione di Roma (il commediografo Cesare Giulio Viola) narrava di qualcuno che, durante la recita di Otello, si dimostrava assai curioso di sapere come la tragedia sarebbe finita. IL Poveretto cadde di schianto, senza un gemito. VIA CONSOl,ARE FondazioneRuffilli- Forlì ne piulloslo cornmerciale _di « Que- ~La sera ~i rec'Ìla a sogget lo )), n1el1e11do in evidenza lro1)po gli elen1e11ti 1ncccnnici e originali tlclla vicenda, a scapito rii quelli sl11penda1nente dranunatici. Ui1a cooì "ènerale ripresa di lavori di Pirar~dello ci avrebbe rallegrati in11nensaine1)le l'anno addietro, 1nenlr8 sappimno essere n10Li,·ata quesl 'anJ10 da 1nancanza t.li repertorio « leggero >> e non ( cornc è da sperarsi) da u11 risveglio di intelligenza negli scarsi cervelli deg-li al• lnri, degli i111prcsari, dei capoco1nici. L'anno teatrale inco1ninciato, approfillantlo ,!"Ila guerra, ha tulle le apparenze di una stagione estiva, in cui lutli sparano cannonate con n10schc11i e urlano con polmoni che non l1anno. Le « grar,di jnterpreta- ~doni » si susseguono vertiginosamente, e spesso senza risultati posiI ivi, come è il caso .di Laura Adani che ha voluto essere « Nora n in << Casa di bambola" di Ibscn, non afferranr!o a/Tallo il carallere squisilamente fragile del_ personaggio, ma cogliendo110 solo il valore verbale ed eslcriore. Maggiore serietà ~ pii'1 colla profonrli1 /; occorrono per avvicinarsi alr Arle: ma evidentemente non 1.ulli, anzi hcn pochi, se ne rendono conto. PAOLO GRASSI ❖ Quel giorno il Poveretto sfogliava la rivista D,amma (15 dicembre XI,X). /I suo cuore era greve di oscuri presagi. A un tratto cominciò a leggere. o Gara di buoni propositi ». Intenzioni e progetti del commediografo Cesare Giulio Viola. Interessantissimo. « Perchè andare a cercare altrove, o nella propria testa, gli spunti che ogni giorno ci .offrono i nostri contemporanei? Basterebbe far della cronaca graziosamente dialogata per otlenere un tealro vivo. Anzi sarebbe sufficiente portare il pubblico della platea sul palcoscenico per tenere uno specchio in faccia agli allri e a noi stessi. .. "ii. li Poveretto cadde di schianto, senza un gemito. ❖ In una via di Roma il Poveretto parlava con un)attrice di buon nome, che attualmente recita nella compagnia di un'attrice di nome illustrisimo; parlava d'una commedia che si replicava con successo all'Eliseo, e tentava di esprimere su quella commedia il suo giudizio, con molta cortesia, benchè la commedia gli fosse parsa orribile. Ma l'attrice di buon nome, che attualmente recita nella compagnia di un'attrice di nome illustrissima, lo interruppe vibratamente: - E' una commedia che piace al pubblico - dise - quindi è una commedia di quelle che si devono scrivere. Il Poveretto cadde di schianto, senza un gemito. ❖ lt Poveretto. rincattucciato in una poltrona del teatro Odeon di Milano, ascoltava la o Lulù II di Bertolazzi, u importante esumazione n di Nino Besozzi e di Sarai, Ferrati. Due signore elegantissime erano vicino a lui, veri mammiferi impellicciati e inanellati. Una disse u Se io conoscessi l'autore lo ammazzerei. Che uomo sorpassato!)) Bertolazzi, dall'aldilà. sorrise. li Poveretto cadde di schianto, senza un gemito. ❖ li Poveretto sta.va acquattato nel rosso velluto della platea di un aristocratico teatro milanese, quando l'illustre critico disse a un gruppo di giovani : « Voi avete scambiato per un'opera di alta poesia un ingegnoso trucco commerciale, come u Piccola città )), Il poveretto cadde di schianto. sen,a 1m gemito. . .. Il Poveretto era ad un caffè. Un noto attor comico diceva ad un amico : u L'attore che ha più pu~,!,lico. è quello che ha pùì ragione ». Macario maggiore di Ruggeri _, Il Poveretto cadde di schianto senza ~~~ . Al teatro Odeon di Milano Memo Benassi rappresentava (( Questa sera si recita a soggetto » di Pirandello. Un dignitoso signore pontificava in poltrona. Alla fine del 1° atto disse: « Voglion dare cose nuove e non ci riescono!». Al termine del secondo commentò : « Non san più cosa inventare per divertire il pubblico u. Alla fine del lavoro proclamò: « Batton gli altri le mani, battiamole anche noi"· li Poveretto per tre volte cadde di schianto, senza un gemito. Nel cuore della notte burrascosa il Poveretto leggeva la rivista Scenario (dicembre XIX). Corsivo editoriale. Primo periodo. Si parlava, nello scritto, di due stelle del cielo teatrale : la stella dell'ottimismo e quella del pessimismo; si diceva che la stella del pessimismo « stella nera e fosca. cattiva stella... porta le brutte commedie, g1i autori d'eccezione, i forni... "· Il Poveretto si sentì coprire di gelido sudore, e disse dentro di sè": « Bisogna scrivere a Scenario, bisogna pregare l'autore di questo scritto di non dimenticare che, sotto l'ambigua formula u autori d'eccezione u, sono sempre passati, passano e passeranno, fra tanti scocciatori, proprio gli autori veri, i soli che dovrebbero esistere, cioè quelli che sono artisti e, poichè artisti, sono nuovi n. Il cronista di servizio. 21

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