Via Consolare - anno I - n. 9 - agosto 1940

del valore di «pietà" ·e di « misericordia" ,l' azione cii Milla e Demetrio diviene marginale nonostante l' importazione data. alle scene, e da queste all' at..'lloofei:a generale. Ed è per quanto si svolge tra l' animo di Demetrio e di Milla, pQCo detto, ma molto implicito che a noi vien dato di considerare il loro dramma, come l,l germe lontano che darà il frutto maturo, di « Isa, dove vai?"· Prima pei:ò di arr,lvare al. pelllllltimo lavoro del Nostro, nel 1933 ci incontriamo con una commedia-drammatica: « La Ruota"· che nel pubblico ha trovato ,veramente un successo spéttacooa,e. Spettacolail"e comunque non vuol dire successo per virtù costruttiva, ma più che altro detemiinato da fatti tecni.ci, dei qua,li, come é a tutt,i noto ,la commedia gode ln virtù dei quadri di esteriorizzazione, usati dal Lodovici, !orse at,!.ratto da un precedente tentativo del Molnar con la sua « FUaba .del Lupo"· Ad ogni modo, se nella Ruota,, r originalità tecnica incide sulla distensione sOtlita dei problemi lodovicianJ, con questo non intendiamo dire che la commedia-drammatica manchi completamente della consueta pensosità lirica del Lodov:ci. Certo, ~l peso tecnico gra,va sulle note, anche tragiche, ed in certo senso crea delle pesantezze, giacché l' esteriorizzazione <fatta di cose compatte annuNa il valore dolce del!' inespresso, dell' indefinito, promananti dalla sorgente dello spirito. Se dopo « La Ruota» e non badando aàl' esito spettacolare di questa, il Lodovici nel '37 ci presenta: « Isa, dove vai? "• sicuramente vuol dire che il Nostro mm intende rinunciare ,per facili trionfi di qualche sex:a, alla sua necessità artistica di costruire nella conltinultà di quello che chiama.mo il suo lnitimismo-romantico. Cechov, che era ancora presente nel primo a,tto de « La Ruota », questa volta rimane tenno, cioè non accompagna il Lodovici nella sua più completa realizzazione, il quale invece addirittura premette allla sua commedia il seguente brano di lettera di Katerirua Mansfleld a Sidney sa-iur: - « L' intimità di due creature, essenziali l' una ali' altra: chi mai la descriverà ? E tuttavia l'amore - che é ll)eno di tanto - come si é stanchi di sentirne parlare». « Isa, dove vai ? » non è adtro che lo sviluppo del riportato lnciso, ma riusci•to sviluppo, cosi da rendere la commedia quasi un, punto d' arrivo, una tappa di conquista artistica nella strada percorsa dal Lodovici. L' intimità, - che è più dell' amore -, come acutamente ha sintetizzato ,la Mansfleld, è espressa dolcemente in tutte le scene del lavoro, tanto da dare ai ,personaggi che la viVIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì vono, una fisionomia di delicatezza impastata CO'll il candore della purezza. Finché !' incrinatura non prende posto tra l'intimità di due creature: Isa e Luca, intimità che s· era creata un mondo grande, nel mondo piccolo, il silenzio, le pa.role, un attc1 un pensiero intuito, sono una catena di vitalità silenziose eppur potenti e gioconde per lo spirito delle due anime che sembrano nate per comprendersi, appunto perché divise dalla vita, perché ùe affinità sono sorte quando tutto era già compiuto nel cerchio dell' amore. Isa cercava iin Marco, suo marito, ~•intimità di cui a,veva bisogno, ma Marco, preso nel vortice delle conquiste squillanti e rumorose non poteva certa avei: sufficiente sensibilità per ·percepire le cose si,lenziose, i ~- chiami, i fermenti d'un mondo quasi sotterraneo, lui che costruiva palazzi, dighe, città. Per tale situazione, l'uomo negato alla pratica, ma più viclno alla contemplazione, I' amico Luca, fe. nascere la corrente d'unione tra il suo mondo sotterraneo e quello di Isa. Tutto dura fino a tanto che a· incrinatura., riconoscib.ile nell' amore ,possesso, e qulndi sentimento di timore, di paura, preoccupazione di perdere, non si verifica, non si realizza in un atto di vioieruza dato da ,una presa di posizione di chi è padron.e, certo, dell' amore e della donna, ma non della initimità, che è più dell'amore. Ma l' amore che non è anche intlmità, ·ed a questa, come è stato visto, è inferiore, nella sua prepotenza credula flruisce anche con l' annuUare se stesso, ed è cosi che Marco mentalmente si ritroverà a chiedersi: Isa, dove vai?, quando, spezzata l' inbi11•ità tra Isa e Luca, s• accorgerà che sua moglie gli è accanto con il corpo, mentre lo spirito e l' anima s' a11ontanano cgni giorno più, per seguire quello che era il loro mondo, e mantenere stando in alto, in alto, la continuità di que!la che è la loro vita. Lodovici s'è acccstato al ,problema CO!li mano lieve e oltremodo sensibile alla tenue consistenza delle cose non dette, le stesse di Cusano; quelle che non hanno rumore, ed ha voluto esteriorizzare nelle scene della sua commedia, facendo uso, non della tecnica come per « La Ruota», ma dell'anima, fatta affiorare delicatamente con le parole, riuscendo ad ot- ,tenere non SOitanto r idea. ma la realizzazione esatta di ciò che s' intende per intimità. Marta, già ne « Le fole del bel tempo ». cercando di spiegare a Leonardo quello eh' egli nelle. sua nausea per le cose intorno,, non poteva ca.pire, aveva detto: ... « Turbare le armonie è il più grave peccato ». Ed infatti, ancora ,una volta Lodovici I' afferma nel non detto di « Isa, dove vai? ». nel<lo svolgei:e in ·scene il pensiero espresso dalla Mal:l6fleld, riconfermando cosi i suoi scopi, che non sono quelli di dar vita allo spettacolo per lo spettacolo, ma di cogliere dal mondo silenzioso ed in ombra, i tratti maggiormente adatti ad una aderenza con il Teatro ed al suo bisogno di e&$ez:epoesia, non di rjtmo, ma di vita, che,. nata dalle profondità e nelle pieghe dello spirito, per virtù di purificazione procede a creare un richiamo agli elementi viventi oltre noi stessi, sulle <vette dove splende il sole eterno I Con « Isa, dove vai? » l' intimismo lodoviciano s'è completato anche ai margini e nei contorni, realizzando UllJ Jaivoro nato e dalla sua tecnica e da,lla sua arte; tecnica ed rutte che possiamo affiancare benissimo alla migliore produzione europea di questi ultimi anni, ,poichè ciò che era eredità e simpatia è stato a,bbandona,- to, segnando un progresso che nel suo ultimo lavoro si perfeziona, pur esulando da quello che è •il suo Teatro. L'ultima sua produzione: « I Vespri Siciliani » risolvono più di un problema teatrale in una sola volta. I due tempi e gli otto quadri che compongono il lavoro a fondo storico, realizzato nel sentimento della leggenda e nella lirica dell'umano agitarsi, hanno il pregio di dire in pratica come debba essere il teatro di masse e quale sia il ,processo che dalla storia-<:ronaca, ràcava M movimento e l'azione lirica d' una data epoca, per dati ,uomini. Proietta-re l'intimismo sul panorama non è compito nè facile, né di tutti, anche perché se può parer semplice ,immaginare un fa.tto a leggenda, non è altrettanto semplice fondere e leovenda e storia, facendo na.soore da questa fusione ,una atmosfera storica cantante, di immediata aderenza con ,Jo spirito dello spettatore. Tutto questo è riuscito ad ottenere il ,Lodovici, appunto perchè intimista, perché romantico e perché artista. L'argomento· dei « Vespri Siciliani », stor.icamente è un ep:.soclio, ma per il metodo usato dal Lodovici l' episodio si fa quasi epopea, costruita dalla ,passione e da,11'amore di piccoli uomini, per ,la propria terra, contro la prepotenza., la ,baldanza e la potemza concreta di usurpa tori. I due tempi vanno dal 1268 al 1285, ed i quadri si svolgono rispettivamente: i primi tre a Pa,Jermo, li quarto a Roma alla corte ,pontificia, il quinto alla reggia d'Aragona, il sesto in Sicilia, il settimo a Palermo - nella Pasqua del 1282 ,giorno dei Vespri -. r otta,vo in un casolare sperduto della terra di Puglia, in riva a,l mare, dove Carlo d' Angiò muore. Sintesi storica, espressione panoramica affidata e.11'azicne movimenta19

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