Via Consolare - anno I - n. 9 - agosto 1940

TeatrodiCesarVe icoLodovici Si va dicendo che, morto Piran,. .dello, s' è fatto il vuoto sostanziale tra gli autori teatrali, ed ora I' Italia ne ha si, ma tutti, chi più, chi meno, dediti al commercio ed al _mercantilismo soenico. E' vero in parte, poiché se Piran- .dello era Pi.randello, qualche altro autore, magari meno produttivo, - i1on si può però sapere se per biSCglllOdi seria coscienza o d' a.ltro -, .s'è occupato a perfezionare, a chia- .rire, la sua strada, i suoi ideali, la .sua anima, insomma la ,poesia urna~ na di quel mondo impalpabile epJ>Ur tanto vivo e dominatcre che è J1 mondo dello spirito. Nella vita sono di più i minatori .che dalle profondità della terra e- .straggono, cioè por.tano alla luce, minerali e pietre preziose, che non gli astronomi, scopritori ed interpretd della vita deg,li astri. Invece, nella vita della cultura e dello spin:- to, la proporzione s' inverite e così ab- .biamo una maggior quantità di a- .strolllOmi per modo di dire, contro u- _na minoranza di individui che po.s- .siamo definire per comodità di e- .sempio, minatori de)i}o spirito e del1' anima. QuesLi ultinli sono chiamati in gergo- ,tecnico:inti,nisti e tutti sanno .che I' mtin1ismo di ,per se è anche un po' r01na11ticisnw. Uno di questi intimisti rcmantici, tra d pochi esistenti attualmente da .noi nel campo teatrale, certamente è Cesare Vico Lodovici, Non è iun g1ovane, ma neppur,e si _può dire un anziano, ed è facile capire eh· Egli la sua strada non I' ha .ancora camminata ,tutta. Comunque, un ,punto d'individuazione della sua .attività, lenta e seria, lo si può fare .senza la precccupazione d' incappare Jn, ostacoli improvvisi, od imprevisti. La personalità ,artistica di questo silenzioso ed antiepistolare autore è .assolutamente lineare e progressiva, nella te<:nica-, come nello sviluppo evolutivo della penetrazione intimista. Per quanto il suo ·primo lavoro teatrale, g;à dal titolo lasci capire l'atmosfera di partenza: « I' [diiotla» (1915), cic,è Ja produzione di un mondo di azioni mosse da problemi intimisti, da contrasti di elementi , d'anima e di coscienza, propri della letteratura russa in geruerale e dostolewsklana in particolare, la successiva attività, pur mantenendo 11 ago magnetico nella direzione del teatro 'VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì russo e più precisamente a quello di Anton Cechov, si fa più libera-, piu cosciente, più latina e più sua. Nella J;eCOnda prbdµzicJte: « La donna di nessuno» (191,9), che s1 dice abbia sollevato tanto scalpore al suo apparire sulle scene, ed alla quale il d' Amico rivolge non pocbi appunti, dicendo che le sfumature delle fisionomie e degll eventi ,vanno a scapito del complesso del la-voro, cosi che: <<. . appena si saJva, se 11011 proprio il dramma della ,protagonista, la vaga espressione del suo accidioso stato d' animo, ... » e' è la tecnica del Cechc,v delle « Tre sorelle ». quel qualcosa di sospeso, d'indefinito. che dà l'impressione del!' atmosfera senza contorni. Eppure, nonostante l'affermazione del D' Amico, per conto nostro non possiamo non perusa~e alla consistenza degli elementi costruttivi del lavoro, elementi pur sospesi ed indefin,iti quanto si vuole, ma espre,;sivi d'una essenza che chiarisce di già alla prima ,presentazione, le :caratterist:che dell' arte del Lcdovici. Arte d'impegno, arte viva allora, come oggi, forse non ancora sufficientemente compresa, e che però ha condotto l'autore là dove cggi è arrivato. Anna, la protagonista d•i questa commedia, a prima vista può parere un .insieme di ibridismi, di imprecisioni, materia senza spirito, senza anima, « cosa» priva di sentimenti e di passioni, quindi «figura» antispiri·tuale, In realtà però essa esprime una «creatura», se stessa, così com' è, con i suoi sottintesi, i suoi lampi ingannatori, le sue ombre di smar.rlmento a volte Jnaderenti alla logica degli eventi. Ma Anna, che cosa è se non un processo evolutivo d. un qualccsa di imponderabile che dapprima agisce portandola cc•ntro se stessa, per ,poi nella pena, nel tormento, ed attraverso essi, trovare l' energia necessaria quella forza di volontà che ile consentirà di andare una volta ancora contrccorrente, l'ultimo sforzo, erigendosi a difes'.I della sua debolezza, della debolezza che in un momento di soluzione d'un ideale di coscienza., aveva preso Cusano ? Le quattro ,persone in mc,vimento: Anna - Cusan,o - Giampiero ed il fratello di Anna, convergono tutte con la loro azione a costruire un panorama. non delle cose di fuorii, bensì di quelle di dentro. Il dramma è delle di RI N O V I C EN T I N O anime e degli spiriti. Lo stesso cin:- smo che sa di crepuscolare, del fratello di Anna, è una conseguenza della sua vita lnteriore, abituate. ad agire di pari passo con quella della sorella, e quindi sconvolta nel suo insieme allorché ha la notizia che Anna l' ha ' tradito nel tradire se stessa. li peso morto, pedina però sempre « viva » ,per l'azione -e lo svolgersi dei drammi negli altri, è solo Giampiero, floscio individuo, senza personalità, senza caratte~, senza luce. Cusano invece è il perno intimista, la forza decisa e desiderosa di portare l' equillbrio là dove energie abbandonate a se stesse hanno creato '1 caos. Ma Ja sua decisione, il suo 1wn saper ridere, è un pò il lato debole di f~onte a tutto ciò che sgusciai che si polverizza in noi stessi. senza che noi talvolta se ne possa aver coscienza. Ccsì Cusano, ad un certo momento parla ad Anna: «... Vedi, Anma, ci sono delle cose che io non arriverò mai a comprendere: il vrulore dei numer•i, la ,potenza del danaro, la società coi suoi meccanismi d'orologio mal ,iparato: tutte le cose che fanno rumore; per quelle io sono sordo, Poi, ci sono le cose che nC'l>si agitano. Quello è il «mio». Capisci ? quello che dici, mi serve per saper capire quello che non dici. E quello che non dici, per sapere quello che sei». Parole ? no, verità d' uno spirito, degli spiriti, quelli che come Ousano possono fare un «punto» e su esso impostare le aspiraziorui e le esperienze. Una specie di mondo che oggi troppo pcchi forse conoscono, ed è qui la ragione generatrice della incomprensione. Per comprendere la « Donna di Nessuno» è giocoforza <(calare» nel fondo di ciò che è detto per afferrare quello che è trepidamente inespresso, cioè 11' ansia, l' aspirazione di elevarsi sopra le cose per prende,e e fa: nostro un ideale, gli ideali che hanno valore di conquista. Ed è per questo che alla fine si spiega la catarsi di Anna, quella rassegnazione che è rassegnazione soltanto in parte, giacché è sorta in, lei lentamente, lentamente, dopo esser passata attraverso il crogiuolo della insoddisfazione, del toi:mento, del dolore. 17

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