Via Consolare - anno I - n. 9 - agosto 1940

VENEZI venezta di quest'anno è stata differerntissima ,d,alle edizioni passate. Non era evidentement,e il caso di allestire nelle circostanze at,tu.ali l'ottava Mostra Jp.ternazione d'Arte cinematografica. La guerra ha cov.sigliato - è noto - la sospensione d-ell'Olimpiade del Film. Ma la Biennale delle Arti figurative non ha voluto rinunciare appieno aLla sua compagna prediletta: a Venezia si è svolta cosi - dal 1 aU' 8 settenibre - una ecceziona.Ie manifestaZione italo-tedesca che ha contiriuato la beU,a tradiZione, sta pure modifi.candane la portata. L' internazianalità della Rassegna è però rimasta. Ed è ovvio che questa intenn.a.zionaltta sia stata ristretta alle sole Nazioni che can l'Italia e la Germap.ta hanno atttnit.à politica e spirituale. Del resto Francia ed Inghilterra, naturalmente assenti, non avrebbero potuto anche volendo, intervenire. Chè il cinema di questi due paesi è ogoi, ucciso dalla mwrra, inesistente o quasi. Delle NaZioni partecipanti q1tella che si è imposta è stata la Germania. Forte di una grande esperienza il ctnema tedesco, rinnovatosi, è orientato quest' anno verso il film sano ed irradiante luce, patriottico e di prapagamd,a. E' ben vero che Ballo ali' opera di Bolvary - il film d'apertwra dena mµnt;festazione - ci port.a in una Vten11a secolo passato, gaudente, spensierata, libertina: ma la pellicola v1wle dimostrare come questa Vienna sia ormai superata dalle nuove idealogie che vanno imponendosi. Film prettaonente patriottici e di propagar,..da sono Trenck il capitano di ventura di Selpin e Attenti, il nemico ci sente di Rabenalt. Come Pour le Mérl te di Ritter presentato l'anno scorso a Venezia, queste due peLZicole sono un poco slegate e farraginose; comunque ra9[ftup.gono il loro scopo. Un altro film, l'Ebreo Si.i&s di Arlan, è pure di provaganda politica. E' q1i,esta un' opera cinematografi.ca storica che ci fa vedere, con rara etttcacia, qwale è la vita dello razza giuàaica. E' un film /arte l' Ebreo Siiss. come forte è il Mastro di posta di Ucicky. Ritroviamo qui tutta la Ru.ssi:aJdi Puskln, D•ll'alto in basso: "Il mastro di posta ., di Ucicky 11 L'ebreo Sùss II di Hdrldn "Acciaio" di Lindberg Il conflitetouropenoonha dellaproduziocnineema (DAL NOSTR, la Russia dai canti nostalgici. ,anche se la nuova riduzione - ne ricordiamo un' altra, per l' interpretaZiane di Baur - si scosta dalla 11,otanovel/Ja da cui è tratto il soggetto delùz, R pelltcola. Ucicky ha diretto L con mano ferma e sicura. Un Ucicky più umano, più f intimo, più psicologtco a11cora troviamo in Amore materno. Tutto quanto è contenuto nel concetto di amore, di madre si rivela e domina in questo film la cui potenZGJ dramm.attca ed emotiva raggiunge l'apice v,elLa scena in cui avviene l' iiicontro di una mamma con il figlio cieco che ha riacquistato La: vista in virtii di una rinuncia, materna sub!i1ne. Film pure sano, ma artisticamente di gran lun.g;a interiore, è Mani Hberate di Schweikart che cade, verso la fine, nel pezzo turistico con una serie di oar,toline illustrate di città italiane e straniere. Altri due ottimi film ci ha dato, fuori Mostra, la Germania: La Wally dell'avvoltolo e I ,tre Codonas. Il prwno, che si basa su dati di fatto verificatisi nelle vallate di alta montagna ttrolose, è diretto da SteinhotJ, il regista di Roberto Kock, con mano vigorosa ed è interpretato meravigliosamente. Il secondo ha il suo nobile antenato in Varietè di Dupont. Rabenalt, qui di gran lunga migliore dal Rabenalt di Attenti, 11 nemico ci sente. ritorna con I tre Codon,as wl film sulla vita del circo, e molte sequenze, moUe inquadrature ricordano l' au, tore di Atl·antic. Ma lo sviluppo drammatico della vicend,a è nuovo, si distacca dalle solite leggi dranmnaturgiche finora seg1lite. Il regista tedesco ha dato al film sui Godonas, tre acrobati realmente e- , sistiti, un carattere prettamente biografico. Compatta e 11-utrita si è f dwnque presentata !a Germa- , nia; ancor più c01npatta e nutrita se ai fi,l?n a soggetto si aggiudicamo i numerosi docunnentari, tutti interessantissimi. C'è invero nel cine-matografo tedesco ancora qualche infiltrazione teatrale e nella regia e nell'i nterpretaztove che ricoràa l'espressionismo e la scuola di Jannings (George Heinrich, ad esempio, è il di-

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