Via Consolare - anno I - n. 9 - agosto 1940

Novecentloetterario Giuseppe Ravegnani ha provve'd-uto, di recenJ;e., a far ripubblicare un suo nutl'ito volume di saggi lebterari ( « Il N ovecemo letterario> - ed. Testa - XVII). Si tratta della ristampa di un libro ormai da tempo esaurito (Ravegnani: « I Contemporanei>. Bocca, 1930) ; ristampa di cui si sentiva da più parti la necessità dato l' Impulso che hanno avuto In questi ultimi tempi gli studi sul!la letteratura contemporanea e in considerazione soprattutto delll' ampiezza, dell' ln!ormazione e della scrupolosità che caratterizzano U lavoro del Ravegnani già, a suo tempo, salutato dal pieno consenso della critica ac-cademica e della cronaca ,giorn11-llstlca. Ma questa ristampa, oltre ,a.l,le ragioni d'essere sopra esposte, ne ha un'altra più importante e, in un certo senso, deolslva al fini di una sua completa ,gh1stlftcazlone. E' che l'autore si è proposto di analizzare, in una «serie> di volumi, tutte le fi~re più rappresentative del!' odierna letteratura (da D'Annunzio, cioè, al giorni nostri), e di questi volumi ,•attuale viene a costituire una specie di Ideale introduzione, la premessa esempllftcata di quel concetti estetici che determineranno, di volta in volta, I '\'ari giudizi critici. L'ordinamenrto del volume obbedisce a criteri più dii sostanza poetica che di cronologia. Ad una pr!m~ parte. Infatti, dedicata agli autori di fine secolo (Martini, BeltrameUt, Brocchi, Pira,JU1eUo, Vivanti, Aleramo, Gotta, Deledda, Negri, Guido da Verona, Angelo Silvio NovMoJ, segue una seconda parte In cui l'attenzione di Ravegnani s'appunta su quegli scrlttorl che, pur appartenendo cronologicamente alla stessa epoca letteraria degli scrittori della prima parte, se ne distaccano spiritualmente per anticipare, con le loro personalità fortemente risentite, la flslònomLa della nuova letteratura del secolo ventesimo (Borgese, Papini, Govoni, Soffi,ci, Puccini, Zanfrognini, Via:,ii, Cicognani, Oietti, Farinelli, Mastri), mentre la terza ed ultima parte è dedicata agli scribtori 'Ciel novecento, tra cui fanno spicco: Angioletti, Linatt, Comisso, BacchelU, Ono/Ti, Saba. 8 FondazioneRuffilli- Forlì di LAN FRAN eo e A RETT I E sempre a proposito dell'ordinamento del volume non sarà inutile ricorda.re che l'origine stessa del libro (raccolte di saggi qua e là stampati, su giornali e riviste) non pretende ad una solida armonia costrubtiva, ad un organico schema di svolgimento; si rtratta di un ordine occas!orui,le, imposto da necessità pratiche di pubblicazione, e che pur testinonla nella sua precarietà l'indole strettamente storica della crlitica del Ravegnani. Storica nel senso di un giudizio artistico che non esula da,J «tempo>, ma che sa far giudiziosamente rifluire l'opera d'arte (prodotto autonomo) nel quadro della cultura e del gusto di una età, concedendone l'esMta (anche se empirica) collocazione nello sviluppo storico delLa nostra letteratura. CIO ha permesso all'autore di imporre al propri saggi, nati indipendentemente, una serie di accostamenti i quali, anzichè forzare i singoli scritti a slgnlftcati arbitrari, spiegano di essi le ragioni più intime e li -colregano 1.n un Ideale flusso di coerenite •storicità>. L'ordiruamento d.unque del volume non obbedisce che molto limitatamente a criteri cronologici. Se dovessimo infatti attenerci a.I dati an~gra.ficl, ,un Cecchi ed un Saba, ad esempio, dovrebberc- essere seguiti, e non preceduti, da un Gotta più giovane di loro di qualche anno. Ma per Ravegnani, come si è detto, non è l'età che conta per classificare uno scrittore, bensi il vigore, l'attualità delle sue pagine. Ed è ben giusto che il testo sciatto e ap1>rossimato d'un Gotta (nell'esempio Ida noi portato) venga relegato tm gli ultimi relitti d'una letteratura in dissoluzione, mentre la pagina misurata e intelligente, tutta castiga,tezza ed equilibrio Interiore, d'un Cecchl sia studLata accanto a quelle degli scrittori giovani (giusto per misurare sino in fondo certi contll.tti e certe eredità). Ma appunto perchè l'ordinamento è ideale (e già di per sè costituisce giudizio) non sappiamo rassegnarci a vede,re releg,ato Pirandello nella prima schiera di scrittori, tro la psicologia elementare di Brocchi e !.a f-emminea istintività della Vlva,ntl. Ciò per l'alto concebto che noi abbiamo dell'arte pirandelliana in contrasto con quanto ne ha scritto lo stesso Ravegnani nelle sue pagine sul 1>reteso « nichilt&mo > di Luigi Pirandello Per ·noi ln!a tti 11 pessimismo di Pirandello, logiclzzato fino all'esasperazione ed aUa beffa, qu,and'anche sembri creare il vuoto nello spirito e dlswuggere ogni forma d'idealità e !dii senrtimento, afferma pur prepotentemente la ver'ltà di questo squallore, 11senso trogico di una pena che, ripiegata in se stessa, cerca di attingere nella su.a vana dialettica una qualche certezza. Ed il Pirandello degli ul,tlmi anni, anche se artisticamente in chia-ro declino <• Non si sa come> resta un tentativo non riuscito, in sede estetica, di risolvere per via di ,azione dramm,atlca il problema morale della responsabilità), ha lasciato tuttavia chiare testimonianze della sua asplrozione a un mondo e- -ticamenrte costruito, aperto al soffi gagliardi di una « socLalltà > profondamente umana (• I .giganti della mrmtagna >). Tolto questo motivo di dissenso, diremo che la critica di Ravegnani è sem1>reallena da qualsiasi rlsen tlmen to, da qualsiasi rissosità polemica: serena nella scelta dei testi (accanto, per esempio, ad un Bacchelll ecco un Gutdo da Verona: stili opposti, personaUtà fortemente dlfferenzlJate), precisa nei riferimenti, ricca di un gusto non d'accatto, ma assai bene esercitato anche sui classici (cfr. G. Ravegnani: « Dieci saggi> - Genova 1937) e soprattutto vigilato da un controllo che resplillge le espansività effusive della slmpa,tJ!a non motivata, per calarsi in forme misurate di ragionato linguaggio. Le pagine migliori Ra,vegnanl le ha indubbiamente scritte per gli autori giovani, quelli più vicini a noi nel tempo e nelle opere. Ed erano, diciamolo subito, le pagine più difficili in qu,anto « costruttive>, impegnate cioè a chiarire la ragione· di certi successi, di cer,ti privilegiati consensi. Chè se brilla.no infatti per arguta severità anche le pagine dedicate ,alla letteratura femminile (all'Aleramo in specie) o al Soffici neoclassico dell' Elegia deU' Ambra, non possiamo non afferma.re che era facile su testi cosi scaduti e prevent\v.am-;nr.e condannati esercitare una critica che, per essere esclusivaniente c0rros1v,a, tiene più all'esercizio brillante delle qualità dialettiche che all'esatta precisazione di un"arte in divenire. Soprattuitto dunque quando «costruisce >, cioè delinea fisionomie di scrittori fortemente personali e ne indaga La formazione cultuVIA CONSOLARE

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