Via Consolare - anno I - n. 7-8 - giugno-luglio 1940

nomio, troppo sventolante nelle kug•he pieghe per non coprire merce di contrabbando. L' Irtalla si bardava volentieri nelle "gua.1dra,p.pe classiche, ma intanto era perfettamen:te contenta. di vivere m~n• ombra deHa fraternità latina e, se possedeva una luce sua, si affrebtava a porla ben alta sul mog,gio lii Mon1ipcarnasse. Non si compre.ndeva che un popolo, se ".UOle essere gr.a.nde, deve. dare qualche cosa d1 suo al mondo, ad ogni generazione; si deve trasfi- ~rare, ripuri.ficare ad ogni secolo. D' al1tm parte, anche sul terreno concreto, le imrportazioni ideologiche daill' estero non erano state estremamente fruttuose poiché parlamentarismo, libe,ra,lismo, sulfra,gio universale si erano suffloientemente 1<1,veklltincapaci di risolvere 11 nodo dei problemi dai quali, e nonostante i quali, era naltAl. la giovane Italia. Non c'è p.er Ba}bo, nella sua mentalità spregiudicata di giovane sano, certo dei mezzi della giovinezza, \In attimo di esitazione nel pensiero della fatalità dell' aS6alto alla cittaldella delle democrazia per tromutarla nella rocca dello Stato forte, l' unica costruzione che possa ormai tener testa alla foH.a lmbestiata. Per ben comprendere Balbo dobbiamo ri-cordare che parte delila sua educazione è avvenuta su-1 caldo terreno roma,gnolo, ricco di impeiuosttà e di .audacia, nel quale il san~ue, o è sempre a perfetto regime di ebollizione, o si arresta nel suo cammino, si che g,li sghiacciameniti risultano difftcili. E d' alrtra parte dobbiamo !Inquadrare la su3, azione neLLaiprovincia di Ferrara, dove la gente è diversa da quella di Romagna, e si distingue per un temperamento lirico maggiore, forse per una mag,giore f.antasia, can la conseguenza di minore decisione e di minore senso di dominio degli avvenimenti. Col suo spirito baldanzoso da romagnolo, Ba,lbo, prende la testa dei suoi, dominanlCl-011prima di ave!rU convinti, tmscinamdoli ancor prtma di essersi ad essi imposto regolarmente come Capo. Poiché, dopo la guerra, dopo l'immediato dopoguerra, dm;ante il Quale si laureò a Firenze e diresse il giornale «L'Alpino> da lui fondato (un giomale di caserma che faceva una poliitica antinittiana !J, Balbo, torn.ato a Ferrara, ebbe netta la sensazione di un.a ubbriacaitura della sua gente. Una predicazione decenn.ale che .aveva leva sulle tristi condizioni economiche della piana fer.rarese, malsana, esposta alle invasioni periodiche delle acque del Po, 4 FondazioneRuffilli Forlì fermentamte di antichissimi genni ribellistici, aveva dato i suoi frut- .ti in regime di aat1 guad~i. I prezzi strepitosi delle can11,pa che avevano improvvisamente donato l'euforia di insperate fortune a infinite famiglie, aveva fatto ad esse rallentare i freni d1 ogni ritegno morale e di ogni convenienza anche economica, cosicché la baldoria divenne il regime della normalità e la licenza in og,ni campo ne fu il suo frutto. Tutto si dissolve. Balbo da solo fa muraglia. Per due anni svolge un' opera assidua, imponen-te di fatica; ma nel 1921, nell'aprile, egli può già presentare a Mussolfni - nel movimento del quale, la sua opera, cominciata quasi spontaneamente, è venuta fatalmente a confluire - trenta•mila lavoratori che, sfi~ando compatti e fieri, aprono a Mussolini l.a visione di un Fascismo, fenomeno rurale e azione di massa, non solo d1 minoranz,a aristocratica. Nelle Padanl:a. il Fascismo è diventaito fenomeno proletario, dopo che, a Milano, aveva già assunto la chiarezza della sua fisionomia combattiva e rivoluzionaria. Nel settembre dello stesso anno i trentamila si moltiplicavano in sessantamlla e marciavano su Ferrara imponendo aJ governo, al posto della politica del- !' elemosina, quella dei lavori utili. Non è importante sobtolineare la vittoria dei sessantamila, ma lo è il ricordare che essi non erano una turba sbandata e famelica; anche se portavano abiti i.aceri e scarpe sdrucite, anche se in parte non avevano trovato posto negli accantonrumenti e dovevano bivaccare per le strade, anche se non avevano potuto trovare pane a sufficienza, essi erano Jigi a una disciplina, stretti attorno ad un comando, fermi al cenno di capi responsabili. Erano_·un esercito! E quando, neHo stesso settembre, mi.gliaia d1 ferraresi, del F.ascio e dei Sindacati, uniti alla colonna bolognese, passando da Lugo, dove rendono omaggio a Baracca, andranno a Ravenna, p.er prostrarsi a Dante, si vedrà che l'abbozzo deH' esercito fascista c'è già, pronto a tutti i COIIl'l)iJti. Si inizia allora - e Balbo è non solo membro del Dire,ttorio Centrale d~ Par.tito, ma organizzatore delle Squadre fasciste deJLa Padani.a e del Veneto - la serie delle azioni in grande stile; non più l.a difesa, ma la conquista; non più La reazione, ma l'azione a fondo, implacabile. Occupata Ferrara, verranno ancora occupate Rovigo, Bologna - dove il cosidetto • vicerè > Mori è reso impotente di fronte aàle mig!Lai.a di squadristi accampati sotto a-1 Pavaglione e lu,ngo i portici di Via Indipe•ndenza - ed è poi l' ora dell' azione di Ravenn,a e poi della lotta per la conquista deH'Oltretorrente rosso di Parma, in occasione· dell' opposizione fascista alio scio_pero generale deM'Agosto del '22. Sono tipici episodi di azione militare. Il Fascismo si è già sosti<tuito aUo Stato assente e rimette ordine nel caos d·ella piazza. L.a massa non è più massa; è uno strumento agile e intelligente dell'azione dello Stato nuovo. illn essa, a darue coll!)o e anima di esercrto, il poeta Balbo ha in.trodotto una divls.a, Ja camicia nera de.gli arditi e dei lavoratori del ferrarese e, per ogni mOinento della vita delle squadre, ha creato un rito. Fiamme, gagliardetti e, in occ.asione d·ei funerali, le croci, il • presente > che scuote i petti; l' operaio Breviglieri vien posto nella bara sotto un coperchio di vetro e indossa la giubba da ardito e in mano ha il pugnale, estrema minaccia al nemico che l' ha fred'da to; Tognoli, ucciso in agguato dai comunisti viene fatto trasportare ai cimitero dai buoi che conldiucevano il suo aratro! La impressione estetico-suggestiva è tale che nessuna folla mediterranea può sottrarsi ali' impeto · della commozione. Initan to si mescol.a a.Il' aspra lotta politica di piazza un motivo d1 politica internazionale che è una squilla per tutti gli italiani degni del nome. Alla faccla del1' ascetismo indisponente di Wilson, della cocciu,ta,ggiine di Cl:e-- menceau, della doppiezza di Lloyd George; della petuLanza dei Croa- ,ti, li Poeta soldato ,aveva destato Fiume dal suo sonno ed ora essa continava la sua lotta. Nel marzo del '22 la città olocausta si era ribella,ta al governatore ZaneHa e, nel telllta ti vo di stabilire un governo Giuriati, Balbo viene inviato dalla Direzione d.el Par.rtito a Fiume. Egli grida allora: « Noi adori.amo Fiume. Essa è sta.ia la prima frattura della cosidetta vita costituzionale della vecchia Italia >. Ormai gli avve,nimenti preclpiJtano. Con,vegno di Udine; convegno di Napoli. Con De Bono e De Vecchi, Balbo orgQnizza le Milizie f.asclste, poi, 1insieme con Michelino Bianc-hi, le lancia su Rom.a in due giornate che valsero una intera esistenza e in cui la tempra del nostro fu posta a durissima prova dovendosi rimelddare con la moLtiplicazione del Oapo .aUe deficienze deLl'or,ganlzzazione rivoluzionaria e quindi non metodica e affrettata. VIA CONSOLARE

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