pescecani.sta del dopoguerra. E troppo triste, infattt: trovarsi attorno, oggt; della gente clze sente la guerra come un jàtto lontano, più lontano forse delle partite di calcio della squac/ra beniamt·na, della gente che si lamenta nelle stazioni balneari; degli individui che· se ne imptjJano dei pro, blemi del dopoguerra venturo, perchè tanto c'è Lui che ci pensa. Esserci Lui vuol dire autoriv zare tutti gli italiani ad ada,t!iarsi nella più pe,fettu idiozia? Vuol dire invece necessità _di renderli chiari interpreti delle sue direttive e del suo solitario pilotaggio della nave in mezzo agli scoglt. É' naturale, allora à domandiamo, che tanti siano oggi costoro e che fra di .'oro non ci siano solta11to dei creti11i dalla nascita, come si sarebbe indotci a credere? A parte il pe,fezionamento del sistema educativo che fu già della benemerita O. N B. e oggi della Gil il quale sistema, a nostro avviso, dovrebbe essere incardinato di più sulla manovra delle piccole squadre, sog;Jette ad autocomando, che non ad una riproduzione lillipuziana dei sistemi d'inquadramento dell'esercito; a parte Ùuti questi coefficienti che un giovane si trascina avanti dalla giovinezza, noi troviamo che ciò che fa essere il giovane qssente e abulico è il distacco che ..:orre tra lui e la vita attiva. Oggt; coi nostri sistemi scolastici; colle abitudini sociali cl1e segregq110 l'uomo fi110 ai venticinque o tre11ta anlll; il giovane é isolato dal movimento della grande vita. La mancanza di grandi scosse, quali nei passati tempi poteva essere 14n più alto trasporto per i movimenti artistico,spù·ituaù; il cui tifo è stato sostituito dagli efttusiasmi in gl1iac, cio per le imprese sportive, o che poteva anclze essere la lotta politica di malfamata memoria, ma capace di dare wl brivido ad un cuore generoso, non può non rendere la mas_sa dei giovani abuhca e scettica. Nei co11fronti delle attività pratiche, esse non possono non essere viste che come fome di danaro poiclzè quando il giovane ad esse giunge è ormai inaridito da una lunga abita, dine allo scetticismo in jàtto di trasporto per il lavoro o per una propria attività sodale. Non inaridiamo· 11ei giovani le fonti dell'entusiasmo; e come, da ragazZL; non dobbiamo so):, focarne il senso agonistico nel!' inquadramento troppo rigido e supe,fiàale pe~clzè p~ssa essere sentito dal ragazzo stesso 1·n modo diverso clze una dura coscrizione~ da adolescente e poi da ventenne non dobbiamo tenerlo avulso dalla vita vera. Riformate ordinamenti scolastict: cambiate vecchie co11cezioni; ma è vitale immettere subito i giovani nell'inquadramento delle attività del lavoro, come anche, contemporaneam~nte, neg-/i organismi politicz'. Insistiamo nel contemporanea, men;e p~rchè la sola idea del professionismo politico è diventata nauseante. La co,porazione; ecco il luogo di incontro del giovane con la vita. Attività di produzione. La vastità .Jelle terre clze sr:ranno italiane, la molteplicità dPi compiti di colonizzazione impongono di non fare astrazione dalle esuberanti forze dei !{iovani. Ust·amole. Facciamo Sl~ che, presi nel ritmo del( azione, i loro spiriti cabrino verso il cielo e automaticamente, avendone faui degli uommt e dei costrutton; ne avremo fatto dei capi e dei dirigenti politici. Non è ora dt" esitaziont: L'Impero è alle porte e con esso si profila il problema dei quadn·. Si deve riso! vere I 2 VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì
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