Via Consolare - anno I - n. 7-8 - giugno-luglio 1940

L' accampamento quadrato - é una bella distesa d,i tende ~glia•- ta da un lungo piazz,ale a rettangolo - sta ailla porta della città; la gente, ali' ora della pa,sseggi,ata, viene quag;glù e si ferma davanti al grande arco dell' ingresso, imponente, nonostante la sua labile sostanza di compensato, per vedere cambiare la guardia, studiarsi lo spettacolo del rancio (vedere se qualcuno, per caso, facesse le· smorfie), entrare insomma di contrabbando e contro la consegna in quella vita .cu campo cosi diver,sa d"alla nostro. vita. 'lìutto é eguale come per noi; ci si sveglia alla mattina, ci si veste, cl si lava, si fa pulizia all'.lintorno, si fa colazione, si lavora, si canta, si riposa... eppure, anche ad osservare d•aL!a strada maestra ,che getta uno sguardo indiscreto nella intimLtà delle tende uguali nella lunga prospetti,va, si vede che qualche cosa deve essere diverso. Tutto quello che avviene nella città delle tende é dominato ld,a un ritmo musicale, veloce, sbarazzino, lo squiUo militare come la canzonetta mondana che ora attacca l' altoparJ.ante. I soldatini si mettono in moto, sempre più rapidi, pronti al loro da fare; quelli della guardia rispondono al saluto battendo sulla predèlla un attenti rigido, lrrupeccabile, convinto. Entusi'asta. Vestire la divisa, in temP,o dl guerra, anche se si é adolescenti e non si é soldati, é come sentirsi più grrundl e più seri. Anche noi lo avvertiaJmo, noi grig'! borghesi, nonostante le nostre giacche a tne ,bottoni, le cravatte a molti colori, guar1d,lamo con interesse e con ,ammirazione que.sta monocroma folla che invade i marciapiedi e i loggiati della nostra solita passeggi;ata, nel pomeriggio dometnlcale. Invadono marciapiedi, ma occupano anche la massicciata; perché indispettirsi?! Passate pur voi,· noi cl faremo da un lato. Non è poi necessario che ripetiamo anche quest'oggi li solito giro della città provincLale, il gir,o di prima di cena che iniziamo ogni sera con una segreta speranza di chissà che e che non dice, 12 FondazioneRuffilli- Forlì ;:- ,. lm.p1a.essia11.e di {iia.11.11.i .M.a.>a.i11.~ mal, assolutamente niente di nuovo. I soldatini non hanno, nessuno, più cLi diciotto anni; i pm sono sui quindici, ma hanno tutti il segno del grado sul braccio. Perbacco, pezzi ,grossi! Caimpo di grossi ca.libri, o quasi. Noi, certo, ,alla loro età non si em da tanto. Camminano. lenti con l'andatura un .pò ciondolan>te del soldato in libera uscita che aspetta di fare l' or.a di rientrare. Ma, si Irrigidiscono nel saluto se incontrano un superiore e di superiori ne trovano tan.ti in giro. Due passi e uno scatto; un salluto regdll!,mentare col braccio teso e l' occhio fisso. Poi passa, la ronda. Qualcuno non ha visto; viene richiamato. Saluta col braccio più teso, con l' occhio più Intento, come se volesse chieictere se-usa e la ronda dei tre minuscoli rniUti passa avanti, attenta al suo dovere. I banchi dei _tabaccai sono presi d'assalto. Ve<liaJIIlo la nostra città in un aspetto nuovo; ci diventa sotto gU occhi, improvvisamente, una città importante, tante sono ,le sue immagini che passano di mano in mano e og;nuno, di dietro, segna il nome. Slamo un pò grati a ques.ti ra,g,azzl di questa soddisfazione, di darci per un momento la illusione di stare ai centro del mondo e che molti occhi siano continuaimente rivolti verso di noi. Le botteghe dei fotogx,afl, I carretti del gelati, i -tavolini dei caJfé diventano tanti centri di ra,- duno. Una piccola folla grigioverde si assiepa, tumultua in silenzio per farsi un pò di posto, per./ veder.e, per sedere. E quelli che s' assidono nelle poltrone de1 cimfé principale si dànno run'arla importante, che so?, da soldatesche di ventura, da conquistatori. Ma non fanno :paura; fanno come tutti a quell'età: cercano di forzare la vl·ta e di saltare g;li anni, con una ingenuità crudele verso se stessi. Ed essi poi si credono più grandi perché hanno avuto la forbuna di non dover giocare ,a fare I soldati, ma hanno avuto subito in mano un fucile vero, una baionetta lucida; e tanto meglio se non eradel tutto nuova: era segno che aveva faltto la guerra e qualcuno forse cercava il segno del nemlco ucciso. A crocchi, a gruppi, pochi solitari, l ragazzi hanno invaso tutte le stnalde. Li trovi da,ppertu tto. Due estatici davanti ai cartelloni del cinema; altri camminano a testa alta con intendimenti turistici; forse sono studenti, i primi del:10.claisse, ma non por>tano occhiali e le spalle sono robuste. Due vengono lentamente con un passo cadenzato dal logorio del chiodi sulle pietre; sono a ca,po chino e non parlano. Va,nno avianti.. Passano davanti al cinema, non degnano d' una occhiata i oartelloni, né l camerati estatici. Vanno ,avan,ti. Un suono di campana porta fil richiamo dell' Avemaria nel viottolo; è il vecchio campanone malinconico, che non si sa ,perchè non lo cambino, ma credo che focda male a ,tutti in fondo al cuore, in auest' ora del crepuscolo. Forse nessuno s;arrischi'a di dirlo e la campana, da secoli, ripete ogni ser.a il suo lamento. Che cosa dirà questa sera a quei due che cammln-ano a testa bassa, in un paese ignoto, per s_trade ad essi misteriose, in cui ogni cantonata é una rtvelazione? Pensiamo; sono degli adolescenti. Che cosa si ha per la testa a quest'età? Intanto, la mamma; la memoria della mamma si ingigantisce .ruppena fuori,.. di casa, .;offre di elefantLasi, mlllimetrizm ogni ricordo e pesa sul cuore senza s,a,pere il perché. E dispLace non ta,nto sentirsi lontani da casa, quando Il pensare di non essere ancora capaci di vlncere tante nostalgie. Già, l' adolescenza é quell' età in cui l' uomo si mette in testa di esser da più dei propri sentimenti ! Poi, i più precoci, han.no altre cose da pensare. La vita. La vita che già si é affacciata con sufficienti esperienze e ne ha lasciato qualcruno un pò più pensieroso del giorno prima. Ma per i più la vita è, in fondo, soltanto il pensiero della Lidia bionda che si sono scoperta d'un tratto vicina - la VIA CONSOLARE

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