Via Consolare - anno I - n. 7-8 - giugno-luglio 1940

:.. l'i~e~aelSlotautonita~raRi.oomalfaascism J ·Gl' ita:liani dd og,gi e di domani dellbono e dovranno sempre più peocepire 1a pot,enza e la profondità dei valori romani, va.lori che si diffondono ml.nterrottaanente per, tut,ta la nootra storia medievale e moderna ed alla cui polùa s' abbevera la rivoluzione delle camicie Nere. E' tempo omiai di sfatare « la trad1zione ilnvetier,ata e nemmeno oggi sradicaita, di concepire la storia d' Italia come spezw.ta in due parti: la storia di Roma e del suo impem da un lato, la storia d' Italia dal!' altro > (1). Ben a ragione il C:orradinli inuno dei suoi uùtimi scri,tti (2) protesta'Va contro codesto atteggiamento consuetudinario, affemiando J.' unità orgallllca ed essenzial:e della nostra storia: « L' Italia e Roma - scriveva - debbono comlncil.are a.ci apparire una cooa sola, ad essere trattate cru,ne una cosa sola, quali f,urono e sono nella stirpe, nel loro tacere eit p.ati, nelle loro fortune, in tutto. Tale r.evisione e tale correzione della storia d' Ita:llil. sono molto più imporoanti di quel che non possa sembrare a prima vista: è una rivoluzione culturale>. E' per questo c-he i compiti spettanti ai contemporanei e futuri educatori sono gravidi di responsabilità, giacchè non si può dire di a,ver dato un'educazione ed una coscienza nazionale ed imperiale ai nootri giovallll, quando questi non abbiano la visione chLara della nootra perenne corrente di romanità. Nè però la meta è utopistica: infatti poichè nessuna ci,viltà può mettersi ailla pari con quella che si è diffusa da Roma nel mondo, attraverso le due più grandi unità spirituali che abbia visto la storia, la romano-imperlial:e e la romano-cristiana, ne consegue che noi Itali~mi nuovi non faremo da chicchessLa, usurpare il posto che a lei compete. Iìnoltre non si può assolutamente dimenticare che la CtiviLtà di Roma non è per noi stanca nootalgia o vuoto straccio da palcoscenico, eh' essa « è viva in noi non solitlanto per discendenza di stirpe e per continuità e resistenw. di tradlizione, ma per esperienza immediata e perenne > (3), per intuiito schiet!<J, potente, VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì essenziaile, connaturato alla nostra vit;a ed aJ nostro destino. A chi contempli il quadro complesso della civiltà romana appare subito in sfavillante luce e come motivo precipuo la particolare gemrchia dei valori sui quali essa si basar. E' una gemchia alla cui estrema vetta sta111noi valori politici, nel tertso che ogni aspetto dehl' esistenz,a e della storia, religione, morale, dirdtto, è sempre considerato attro.iverso il momento domin.amte che è quello delle relazioni tra gli uomini, in vista di un' elevazione comune. L'educazione faimiliare e la 'V'ita delle aNili infondono vigore a codesta ene,rgia· organizzata, che si palesa, in sostalllza,. come subordinazione del singolo al gruppo, come devozione del cittadino verso lo Sta:to. E' lo Stato adunque, motivante il suo concetto unitar,io da un principio etemo, che costituisce la massima forza coordinatriae degli arbitrii dei singoli. « Qui natura ommum rerum pervestiganda senserùnt omnem hunc onuooum · mente;... Imperium... nisi Unum sit, esse nullu,m potest> (4). La potenza quiritaria di Roma Urbs come la potenza imperiale di Roma Orbis graivitano in,tomo a questo perllllo ideale. Nel Medio Evo l' edlflcio romano lentamente incrina.tosi e crollato, pernhè il terreno su cui si erigeva a,veva perduto la sua solidità e muta.to la· sua compooi- .zione, cede il materLale ad una nuova, sadda, un1taria costruzione: la Chiesa. E' dunque sempre l' affemiazione di una Unità che 111.ascetla Roma; fa stessa Idea Unitaria dello Stato romano s'ing,igantisce con la Chiesa, supera, pur non soppr1men<10 !' 011ganica molteplicità dei ;popoli (5), tutte le giurisdizioni terri.totia.li, e s' eleva sino a Dio. Le idee che la Chiesa elargisce al mondo sono idee di ordine, di gerarchia, di dovere, idee che, come vento puriflca,tore, fugano la fooohia dell'altomismo socLale e spirj.tuale, dei!.settardsmo e dell'indisciplina che grawa sulla società. Innanfil al segno di Crdsto si frange l' Anti-Roma. Ohi crede nella Croce non si oppone rulo d.i Nev.i<> .M.a.ttei1d Stato. L' Idea Uinitaria di Roma si riaffemia cosi 111.ellauniivocità .dei pri.11.cipieterni de,! Cristianesimo. S. Tommaso· dichiara: « Il bene e la salute della collettività consoc:ata sta nella colllServazione del!' UnLtà, perchè mol,t1 marinai non potrebbero tirare La nave in una sola direzione, se, in qualche modo. i loro sforzi 111.onfossero uniti•· «·Ll modo comune di ,govemare è, in natura, 11 governare di uno solo>. « H Re nello Stato, è come l'anima nel corpo, è come Dio nel mondo•· e I popoli che non sono retti da uno so- ·lo si tra-vagliano nei dissidi; quelli invece che sono governati da un solo re godono pace, fioriscono nella giustizia e sono allietati dalla abbondanza de,lle cose>. (6t. Lo Stato che cementa le initelligenze e le v-olOilltàè per l' Aqul- • nate storicamente e socialmente più importante dehl' individuo e della famigJia. « llll bene particolare -non può esistere senza il bene comune, o della famiglia, o della città, o dello Stato. Perciò Valeriio Massimo dice degli antichi Romani che preferiscono essere poveri in uno Stato ricco che ricchi di uno Stato povero>. (7). Ci spieghiamo pertam,to perchè la subordinazione del cittadino allo Stato sia chiaramente dehneata nella dottl'1ina tomistica: « N 01 osseriviaimo che in natura la nostra parte si sacri:flca per la conservazione del -tutto ... e poichè la rn.gione imita la naitura, questa imitazione la osservi.amo nelle virtù politiche. • E' proprio, ia'lfattl, del cittadino virtuoso esporsi aJ ,pericolo di morte per la conservazione di tutto lo Stato•· (8). In Da,nte, benchè lo Stato sia visto tuttora « nella grande ombra d.eùl' Tonpero antico, che pur conser;oato nella memoria dei secoli, non è omiai che ombra e spettro dinanzi alla nuova realtà politlica che già sale dal fermen.to comum,ale, cosi pieno di vlta e di destino> (9) trovj,amo riconferma di questa idea unLtaria. L'umanità - egli dice - (10) tende ali' unità. Se vuole avere aa pace, suprema aspirazione sociale, ha blisogno di essere ordinata 9

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