per esserle graditi, per rendersi a lei utili. E quello bastava; andavano d' accordo fra loro. Mentre adesso non é più cosi. Si é accoo:ta che molto stesso trovano da beccarsi come giovanissimi pollastri, hanno delle beghe segrete, sparlano l' uno dell' altro. Vittoria non sa, ma ha la strana sensazione di entrarci per qualche cosa lei in quel parapiglia .. Qualcosa le dice che quei ragazzi sono cambiati. Erano il gruppo dei suoi amici. Ora non c'è più gruppo; ora forse non ha neanche più amici..., Ma, inSomma, questo mondo cos' è ? ! Io credo che l' unica matta risata della sua vita, Leopardi, J' abbia fatta leggendo l' ampoilosa espressione del cugino Mamiani che, lanciato in una pienissima fi:ase, l' incoronaiva inneggiando alle « magni:fiche sorti e progressive» del!' umanità. Quanto ci i.n.Siste su quel motivo, quasi scendendo a polemizzare contro la leggerezza di dipingersi per J' avvenire un mondo facile, quasi a scusare se stesso di fronte alle turbe gaudenti, Noi veramente possiamo accordare pienamente ragione a questo nostro sublime poeta che si avvia sempre più in alto, nel cielo della poesia, quanto più Io si libera dei motivi contingenti, quando più Io si gusta nell' assoluto del suo clima particolare che non è tutta la cosmica visione dell'esistenza., ma che é un Iato, veritiéro, di essa. Non solo, !)OSSiamo d&rgli ragione, perché in effetti, possiamo constatare quale minuta,glia di piccole cose, di modesti ideali, fosserP le magnifiche sorti che il Mamiani profetizzava; non, solo perché abbiamo visto l'ottocento risolversi in una vacua parata di principi toccanti ma superficiali e in una tronfia accademia di scientificismo rin,unciatario dei più concreti valori del nostro Anuo I V I A. e .\lE~SILt: DI POLITICA E spirito. Ma siamo in grad:, di accettare pienamente la posizione leopardiana soltanto che riflettiamo un pò sul concetto di umanità e su quello di progresso. Esiste infa.tti una umanità, un tutto unico identificabile con quel nome e che viva dentro di noi di suoi particolari richiami ? Morto il tempo delle internazion:~li, mi pare che anche il troppo vasto concetto di umanità si sia andato spogliando degli attributi concreti e che ben poco trovi rison,anza dentro di noi. Ed é naturale che così accadesse ,poiché esso era stato basato dall'Enciclopedia sua inventrice su fondamenti troppo fluttuanti, o negaUvi, come la universalità del dolore, il sellltimento di una comune debolezza; l'istinto della difesa centro tutti i pericoli minaccianti l'uomo. Fra parentesi possiamo far notare come ben diversa sia la concezione cristiana della « communio sanctorum » ohe lega tutte le generazioni passate e venture in una unità di propositi purificatori, che diventa una idea forza dell' uomo, facendogli corustatare la sua solidarietà con milioni di anime create nel dar lode ali' unico Cr:eatore. In questo senso si che é concepibile un progressivo avanzamento degli spiriti nel raffilllamento della propria interiorità, perché ogni gesto nobile e grande che si leva isolato si ripercuote in una molteplicità infinita di conseguenze e di applicazioni. Ma l'ottocentesco concetto di umanità non può condurci a tanto. Per esso ogni progresso deve essere concreto. misurabile; deve essere un passo che avvicini alla conquista del • ptrvilegio divino, sulla strada già tentata da Prometeo. Concetto che è troppo bolso di rettorica per essere individualmente sentito. Circa ali' altro aspetto del « progresso » del Mamiani, come non sorAPHILE MAGGIO o N s o D'AHTE A (\UHA DEL GRUPPO FASCISTI ridere pensando che per « magnifiche sorti e progressive» egli p()teva pure intendere la scoperta della mongolfiera e di lì a poco della bicicletta a ruota monumentale, e, sia pure, dell' aeroplano e del transatlant:co? Che cosa questi strumenti hanno portato di nuovo ne!lo spirito umano?! Mai come oggi, in questi giorni pieni di vibrazioni interiori per i gr&1di fatti che si susseguono, ci siamo accorti di che cosa sia una rivista. La rivista, queste nostre pubblicazioni giovanili sbarazzine più che gli or•gani solenni sacri a tutta una cultura, più che i giornali legati al frammentismo di ogni gic,rno, episodi anch'essi di una attività commerciale ed industriale, è frutto sopn- -taneo dello spirito. Essa è -pronita a germinare foglioline nuove sotto l'impulso di una felicità improvvisa, essa é sensibile ad ogni più minuto pensiero che ti si affacci in un momento di malinconia; essa, soprattutto, che è tanto poesia da non essere del tutto impegno sociale-eommerciale, ma che è anche tanto impegno severo e concreto da non essere del tutto poesia, costituisce il terreno d' incon,. tro delle due nature presenti in ognuno di noi, amanti di Sofia, e le alimenta en,tmmbe. L'articolo deve essere pronto per il giorno tale; guai ,e a.li' ora X (sembra un, bollettino di guerra) non passi dalla tipografia; cl sono uomini che aspettano te solo per poter continuare nel loro lavoro_ Insomma la rivista é un tormento e una delizia; e come le cose complesse ti appassiona e ti assorb"- Giungi a! punto che vorresti essere più buono e più bravo perché essa fosse la più attiraente rr~ ljuante cc ne sono. L'OMINO DEI FUOCHl Nu111.5.6 L A. R E UNIVERSITARI Dl fOIILÌ Direuore: PAOLO SILIMBANI - Responsabile: BRUNO MASOTTI Redattore capo: ARMANDO RA VAGLIOLI Redattori': LIVIO FRATTI - \'ITTOHIO 80NIC,;ELLI - NEVIO MATTEINI Direzione. Redazione. Amministrazione: Forlì - Palazzo Liuorio - Telefoni: 65-67 (Direzionr) - 64-35 (A111m.11eJ - C.C. Postale 8-7260 TIPOGHAFIA DEL LITTORIO - FORLI, CORSO DIAZ 5 - TELEFONO 64-03 26 VIA CONSOLARE Fondazione Ruffilli- Forlì
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