Via Consolare - anno I - n. 4 - marzo 1940

vere gl' interessi americani al1' America, per seguire sempre più da vicino il giuoco degli altri, pronta ad intervenire, pronta ad interloquire: non per niente più di una volta Teodoro Roosevelt ha voluto assumersi la parte di un lodo arbitrale e non smette frequentemente il tono arbitrale. In un articolo apparso sul « Popolo d' Italia » Luigi Barzini esattamente notava come perfino se la guerra fosse vinta dai franco-inglesi, perfino se la guerra fosse vinta dagli Alleati (protàsi dell' impossibilità), ebbene l'asse finanziario del mondo si sposterebbe da Londra a New Jork. E poi la guerra in tutti i casi segna una massima dilatazione del commercio e dell'esportazione americana a spese dei franco-inglesi, che, impegnati in una guerra a f?ndo, devono a forza toglier troppi banchi dai loro mercati e sgombrare troppe borse, se vogliono tener salde le trincee. E poi tutti sanno che l' impero inglese non è impero di popolo, non è impero di coloni e di colonizzatori, ma è tenuto insieme non con la saldezza del ferro; non con la coesione della terra coltivata e fecondata, ma con maglie di oro. E, in ogni caso, l'economia inglese sarebbe cosi scossa che parecchi dominions britannici sarebbero pronti a entrare nell'orbita finanziaria degli Stati Uniti: tanto non c'è il coagulo del sangue che li unisce al suolo metropolitano. Uno dei più grandi giornalisti americani pensa che l'America ha una influenza decisiva sulla sorte del mondo. Quindi il si- . gnor Sumner Welles ha avuto una misione ·di massima delicatezza e resposabili tà. Di fronte allo stato attuale del- !' Europa nessuno può pretenderla a profeta tipo Daniele e anche il signor Sumner Welles non ha pronunziato il suo « mane tekel fares » per nessuno. Ma una sola cosa noi possiamo affermare : che da Eduard Mandell House a Sumner Welles se se ne è fatto di cammino. Allora Roma era stata omessa : oggi, invece, - e non solo simbolicamente - è la nave di impero dritta al cuore del Mediterraneo : e da essa e con esso si inizia ogni itinerario per gettare lo scandaglio nella Storia. Perchè il Mediterraneo è sempre il cuore da cui si dipartono le pulsazioni di vita nel mondo ed è il mare che alimenta di sè gli oceani: come il muscolo cardiaco nutre di sangue l'organismo. E l'America ha dimostrato oggi una sua alta compreusione. Il fatto che Sumner Welles ha scelto come punto di partenza e di arrivo Roma, significa che l'America ha dimostrato come gl' Italiani possono, se è necessario, inalveare ancora una volta la corrente della Storia entro le rive del loro mare Mediterraneo. E diciamo di più. Una teoria americana pensa che spetti al continente nuovo quella fuuzione che spettò a Roma dei Cesari nel mondo antico e che è spettato per il Sette e Ottocento ali' Inghilterra. Ma l'America ha, con la visita di Sumner Welles, compreso che anche se un popolo può avere una sua funzione . di equilibrio economico del mondo, questa funzione deve ricevere il suo crisma attraverso la spiritualità e l'universalità di di Roma. E ogni popolo, di qualunque latitudine, sente il bisogno, per adempiere la sua missione di storia, di toccare il punto di coincidenza con Roma. Non è uno stolto sciovm1smo che ci fa parlare. Credo che sia il fondamento stesso della vita umana, il sano criterio che ci fa fondamentalmente distinguere fra il bene e il bene che ci spinge ad insistere sul concetto dell'autarchia spirituale. Per troppo tempo ed ancora troppa gente oggi non sa che cosa abbia scritto il Foscolo, non comprende i voli d'aquila di Oriani,. blatera, senza conoscere, del Vico. Oh, Italiani, ricordiamoci che non solo nei canti e nelle musiche noi siamo grandi, ma anche nei sistemi di pensiero ! Ricordiamoci qualche volta di Rosmini e di Manzoni e di Leopardi e di Gioberti e di Mazzini. Quando diciamo Manzoni, diciamo il meglio del romanticismo tratto <!-alle nebbie nordiche alla concre- · tezza provvidenziale della storia ; quando diciamo Mazzini, diciamo tutta la realtà nazionale moderna ; quando diciamo Leopardi, diciamo la più originale espressione dell' insaziato desiderio di amare e di conoscere la felicità che distingue la nostra civiltà ; è questa espressione qualcosa che trascende da lungi le laboriose costruzioni pessimistiche di certi romanzi-fiume. *** 6 VIA CONSOLARE Fondazione Ruffilli - Forlì

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