M o R Cente, è arrivata la primavera. Le avevano tanto promesso di accoglierla a suono di cannonate che la poveretta se ne era restata rincantucciata timida timida. Ad un certo punto si •è accorta anche lei che certi sfoghi cartacei non vanno presi sul serio e improvvisamente è sbocciata nel pieno fuJgore delle corolle, nelle gemme succose, nelle nuvole tenui che marmorizzano il cielo. Domani ci sveglieremo che la pianta del cortile sarà tutta addobbata come per un grande festa. Esci di casa ; ti saluta una ventata fresca che fa ribollire gli abiti ; i giardinieri del comune danno di zappetta nelle aiole attorno ai monumenti ; i vigili dei crocicchi s' immergono nelle segnalazioni con un -crescendo di gesti ispirati, da golfo mistico. Sono questi gli aspetti cittadini della prima vera. Ci sono anche altri aspetti che emergono dal cuore che torna giovane ai cinquantenni, che si fa maturo e turgido agli adolescenti ; ma non è lecito parlarne. Diremo : perchè, gente, non correte in campagna? Perchè a gara non vi affrettate ad incontrarla questa tenue cosa che viene dal mare e librata sull'ala sospirosa del vento ? Si appoggia su un ramo e il ramo fiorisce, il vecchio troncone ribolle di ridesta vita; le polle si vivificano. Se volete, nei boschi potrete trovare le abusatissime viole. Gente, non fa. tevi scappare la più bella delle gioie della vita ! Dio mio ! In questo tempo di propaganda dell'autarchia, in cui i cartellonisti più o meno sono a secco di trovate, quale soggetto più intonato di una coppia di fidanzati sotto i portici cittadini ! Lui, stirato a nuovo, si stringe ai mezzi toni palpitanti dell'abito di lei. Sottovoce ridono, cantano ? Di nessuno si curano ; l'uomo per un <VIACONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì T A R attimo non vede altre donne ; la raga,.za si dimentica fin di sbirciare nella vetrina dei cappelli di moda. Sono un mondo completo, una piena di sentimenti che basta a sè stessa, che tutto p~ssiede per la propria felicità. Perchè ci sono delle cose che solo a pensarle, a portarle con sè occorre essere in due. Che importanza ha la casa nella nostra vita! Il borghese, della casa ama soprattutto la poltrona e il quieto vivere ; noi, nella casa gustiamo soprattutto certe voci d' intimità che emanano un po' da tutto; dalle pareti con cento segni che - specie nelle case vecchie, in cui si abita da generazioni - parlano lunghe storie ; dalle macchie dei soffitti, dal crepitio dei caminetti ; dalle vecchie copertine dei libri. Ma anche le casette nuove, che grazia ! Tutto piccino, fatto a propria misura, per gente che si vuol bene, poichè l'amore tiene meno posto dell'odio. Vedete: potete costruirvi un grande palazzo - marmo, ascensori, saloni - ma invidierete sempre la racchiusa armonia del guscio di noce, della casa fatta per voi - non voi per la casa. Parva sed apta mihi. Ricordo che il mio primo gioco fu quello di costruirmi una casetta. A me, piccolo parevano troppo grandi le camere paterne. E mi costruivo allora una capannetta di legno, di teli. Appena potei, mi trovai una combriccola d'amici e ci demmo febbrilmente a costruire un intero villaggio di minuscole casucce di mattoni. Una città. L'uomo ha bisogno - sarà orgoglio, sarà bisogno d'armonia, di proporzione - di qualcosa che lo separi dal!' infinito per rendergli esatto il senso della propria misura. Una ampia navata è buona per innalzare il pensiero a Dio ; una sala del Lrono pe'r inchinarsi al re. E T T o Nell'una e nell'altra non ci si potrebbe vivere nella mediocrità degli atti usuali. I popoli che più amano la casa - i nordici - diventano più riflessivi, metodici. I meridionali, espansivi, perdono il gusto di misurarsi colla natura, di lavorare per dominarla. Diogene, prima di percorrere il mondo alla ricerca dell:uomo, ha bisogno di arrestarsi a meditare nelJa botte. Per questo nessuno mi persuaderà a lasciare la mia casa. Ci ho fatto mettere il parafulmini e prego il Cielo che me la salvi dagli attacchi aerei ; sento che con lei perderei il meglio di me stesso. Per la verità, i Littoriali se dànno la gran gioia di imbattersi in dei gran bravi ragazzi, vi conducono a conclusioni ben amare sull'interesse culturale dei più. La massa, cari miei, la massa è assai in basso. I tempi, la scuola ancora inadeguata, la famiglia in crisi..... Sono tulle spiegazioni probanti. Ma fino a questo punto non avremmo voluto crederci. Il nullismo è la tendenza maggiormente seguita da certa gente. Il nullismo che è gestore di bar e tenitore di banco al gioco. Fate, fate, purchè poi mi sappiate dire cos'è Io Stato corporativo, chi era Crispi, che significhi • Contratto collettivo» ..... Non ci credete? Eppure ce n'è di gente, anche in via di prendersi diplomi e lauree ..... ! Son quelli poi che vi dicono: io, scrivere per la « pagina » ? Io, venire al Corso di preparazione politica ? Io, fare una escursione in alta montagna'. senza ragazze? Già, loro debbono diventare dei bravi medici! Basta quindi quello che fanno. 27
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