Via Consolare - anno I - n. 4 - marzo 1940

questo momento perchè proprio non può e che ti scriverà poi a suo tempo. In quest'ultima ipotesi, se sei alle tue prime armi te ne vai felice. Ma questa felicità dura poco: aspetti un mese, due mesi, molti e non vedi nulla. Allora ti decidi a scrivergli una, due, tre volte ed egli non ti risponde neppure. Insomma, quest'uomo diventa per te una specie di padreterno che c'è e non si trova, sai dov'è ed è irre• perihile. E il tempo passa inesorabile e alla fine tu quel Padreterno lo lasci in pace chè sei all'estremo delle tue speranze. E non hai nem• meno riavuto il copione. 3°) Il capocomico ti riceve, legge il tuo copione, lo trova se non buono (come dice lui) non cattivo. Ti informa che si potrebbe, sì, rap• presentare, ma si sa, tu non hai un nome, ed un nome è sempre un nome, e al leggere un nome noto sul cartellone la gente corre, qua• lunque sia il lavoro. (Bisognerebbe nascere con un nome teatrale già affermato, ma questo non è possibile, ahimè!) e candidamente ti dice • che non ti può rappresentare il lavoro perchè l'alea che corre è troppo grande e se avviene una caduta ci rimette troppo >, e..... se tu non trovi la maniera di convincerlo, ti restituisce le tue fatiche. E il copione torna dal suo genitore che lo accoglie come il figliol pro• digo ma nascondendolo pudicamente perchè quasi si vergogna di averlo scritto perdendoci tanto tempo, tante ansie, tante speranze inutili. E tu, puoi anche eventualmente avere scritto un capolavoro, ma la tua opera r.onta zero. E diecine, a dir poco, di energie latenti che se non oggi, un giorno potrebbero dire la loro parola, isteriliscono e muoiono. Molta della crisi del teatro è racchiusa in questa dolorosa via crucis. Tn mi domanderai ora perchè mi rivolgo proprio a te, ed io ti dico: vorrei che si comprendesse che la funzione specifica delle compagnie filodrammatiche e dei Teatri Guf 24 FondazioneRuffilli- Forlì (che non corrono l'alea dei suddetti capocomici) dovrebbe essere tesa verso la ricerca oltre che del futuro attore anche e più a quella del fu. turo autore. E lasciamo pure ai capocomici professionisti di rappresen• tare i lavori di chi ha già un nome, ma i filodrammatici dovrebbero preferibilmente scegliere per loro reper• torio, sia pure con doveroso ad onesto vaglio, lavori di autori esor• djenti che trovano chiuse, spesso non per loro incapacità, le porte delle compagnie regolari. Tu mi dirai, cara • Via >, che que• · sto già si fa. lo ti rispondo che gli aspiranti autori sono molti e le fi. lodrammaticbe che fanno dello spe· rimeotale per autori sono poche. Dovrebbero invece farlo tutte senza distinzione. E non bisogna preoccuparsi del possibile poco successo, percbè sarebbe già un buon bilancio se su dieci commedje di dieci autori ali' inizio, se ne trovasse una veramente buona. I Gufini, i filodrammatici, che non devono, per fortuna, vivere dell'arte di Talia o di Melpomene, possono serenamente correre l'alea anche di una clamorosa caduta. Ma se riusciranno a tirare fuori dalla massa un autore che sia capace un giorno di dire una parola alle folle avranno l'orgoglio della scoperta e la fierezza dell'utilità del lavoro compiuto, più che se avessero rappresentate dieci commedie da..... « cassetta •. Questo dovrebbe essere fatto. E purtroppo non si fa. Uno qualunque Luigi Servolini - Il Maestro Mascagni (silografia) VIA CONSOLARE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==