Via Consolare - anno I - n. 4 - marzo 1940

spirare e la bambina davanti alla soglia canta. Non è la voce esile del violino, ma una voce più chiara che Luca ascolta dal fondo della stiva. Ecco, la bambina lo guarda e lui trasa• lisce. Parole non dette gli scendono dentro, semplici come il respiro del mare nella matti• nata d'aprile. Poi le due voci si confondono ed ora son tutto una cosa. Ma il respiro del mare diviene potente, la nebbia man mano s' infoltisce sino a far buio e le voci hanno un vago tremore. Sulle cantonate ribrillano i fanali e, ad una ad una, le finestre si accendono simili ad occhi di luce. p A E La bambina che ha raccolto le trecce non canta: essa è distesa in una piccola bara e sorride come agli angioli visti nel sogno. Luca guarda il visino troppo fermo, poi le mani messe in croce sul petto. Le mani, sotto il chiarore di quattro cande}e, acquistano lucentezze di cera. E c'è pure un gran mazzo di rose pallide come le mani. Quando morirono le rose rosse che la bambina portava con se? Ma è soltanto il ricordo di un'antica primavera. Ora la bambina sorride come agli angioli visti nel sogno, per sempre. Luca non può trattenersi. La morte gli fa male e gli fanno s A G male anche le rose di marmato biancore. Forse son le stesse di allora che han perduto a goccia a goccia, tutta la porpora delle corolle. Luca discende piano le scale quasi temesse di spezzare l' in• cantesimo ed ora esce sulla soglia. Il tempo s'è messo a piovere: un'acqua dolente che macera i vestiti e la carne. Luca tenta di · ripararsi, ma il freddo l' ha ·dentro di sè. Quando si riscuote le stelle non ardono più e piove davvero sul volto e sulle mani. La spiaggia, ormai, è lontana e la serenata s'è spenta insieme al chiaro di luna. G I o di 1titto.1tio. 730.niceUi Vi ricordate ragazzi il sangiovese e i pampini dell'uva moscatella di ritrovare i miei campi, di risentire parole di allodole ballerine esauste e i pollastri e il morire del giorno inerte sull'aia assolata nella mezza Romagna ? Ho bisogno di sangue contadino per i miei figli, ragazzi; e devo tornare. È giusto l'ora di cogliere tra i vegneti macchiati di colori teneri e le spose di mezza collina. Ho bisogno di sole contadino per il mio cervello, ho bisogno FondazioneRuffilli- Forlì nel sole ; e la sera la trama pungente dei grilli. E respirare tra tocchi d' invisibili campane goccia a goccia profumo di fieno. Rispondete, per _Dio! Dite che sono ancora vivo, che posso tornare..... che posso anche morire, se voglio, morire tra i pampini e le spose e il sangiovese della mezza Romagna. VIA CONSOLAR$

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