Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

M o R Che fioccare di riviste quest'anno ! Le limitazioni sulla carta hanno dato il prurito alle mani del genus lette rario e ciascuno costruisce la sua villetta di campagna, la casa rustica o il palazzotto borghese. Bene, bene, quando si lavora spira aria di salute e siccome ognuna di queste nv,ste andrà conquistandosi un piccolo o grande pubblico suo, andrà a finire che poco alla volta non sfuggirà più una casa sola d' Italia a questo assalto in buona maniera della cultura. Quindi un bel saluto di « Via consolare» alle consorelle pubblicazioni giovanili che ora si annunciano, un inchino a «Primato» che, solenne e ufficiale, scende nell'agone per dire agli artisti d' Italia che è ora di uscire dalla polemica internazionale e di mettersi a lavorare sul serio, chè se una nuova armonica civiltà dei paesi letterari ed artistici europei potrà rinascere, essa può solo svilupparsi ali' ombra del primato italiano. Prima di passare ad altro, vorremmo però dire una cosa: perchè tante riviste insistono sulle stesse firme? Sono dieci in Italia che scrivono dappertutto. Sono dieci geni, insostituibili geni ? Evvia ! Sarebbe bene lasciar parlare un po' tutti, no ? Qualcuno ci ha preceduto • ma non ce ne duole - nel segnalare in tono piuttosto risentito il disservizio deUe biblioteche italiane, prese nella loro generalità. È: il modo di andare incontro al popolo, sprangargli le porte in faccia ali' ora in cui esce dall' officina ? .€ il modo di sollecitare la gente agli studi, creando le più complicate • e diresti meditate .• incom- .vJA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì T A R patibilità di orario ? Perchè restano aperte le pubbliche biblioteche nella mattinate? Per qualche scolaro sfaccendato, per i pensionati e generi affini. I cervelli realmente validi vengono puntualmente tenuti fuori dai sacri recinti e, o si manca alla legge del proprio lavoro quotidiano, o si dimenticano le muse. Noi modestamente diciamo la nostra: Perchè non si fa dappertutto l' esperimento di tenere aperte, e ben illuminate, le sale delle biblioteche durante qualche sera della settimana? Perchè non si approfitta del sabato fascista per allettare gente di popolo e degli uffici ? Perchè infine non si dà modo nelle domeniche e nelle altre feste comandate di accostarsi al libro? Il servizio è ancora troppo osservato dal soggettivo punto di vista del bibliotecario e non da quello del pubblico e della cultura italiana da servire e da incrementare. Il lavoro per gli universitari è deciso e già abbiamo applaudito al provvedimento che potrà arricchire di una esperienza psicologica utilissima la massa degli studenti, quelli particolarmente che vivono troppo sul libro e quelli che se la passano a caffè o nelle sale da ballo. Comunque il provvedimento sarà sempre utilissimo anche alla categoria di mezzo. Vorremmo • si sa bene, che ci arrampichiamo sulle ·rocce gelate tanto per dire la nostra . vorremmo soltanto raccomandare che in questa nuova iniziativa d'educazione si saltasse a priori, oltre alla possibilità dell' interpretazione produttiva del lavoro studentesco od universitario, anche quella simbolica. Perchè sta bene il trovare nascosti significati nell'accostamento al popolo delle categorie dirigenti ecc. ecc.... ma alla fine tutto questo finirebbe per ridursi ad una parata, come una qualsiasi E T T o festa degli alberi o una spalatura invernale delle strade fatta in berrettino goliardico. Il nostro scopo è quello addestrativo, formativo e non si dà interpretazione plausibile al di fuori di questa. Facciamo conoscere il lavoro manuale allo studente perchè sappiano che il lavoro manuale è un grande maestro, che possiede in sè virtù energetiche, reattive, capaci di infondere vibrazioni nuove ali' animo del giovane. Si affianca al lavoro intellettuale il lavoro manuale per percorrere tutta la gamma delle esperienze umane, affinchè le nuove generazioni siano quanto più è possibile complete, « umane• nell'esatto e vastissimo senso della parola. Signori presidi, attenti a non cadere nella compiaciuta vanagloria di fare ammirare i vostri studenti realizzanti per primi una iniziativa del Regime. Cercate per prima cosa, lontano dal rumore, senza recare fastidio al duro lavoro dell'operaio vero. di trovare il lavoro, qualsiasi lavoro e di applicarvi i giovani con assoluta serietà fino a che un autentico, abbondante sudore non abbia ad essi insegnato di che cosa è fatto il sapore del pane. Musei. Era un pezzo che non ne visitavo. Ci sono andato stamane perchè certi vecchi amici miei, che se ne sono andati da tempo in un paese lontano, mi avevano dato appuntamento in questo solenne palazzo della città che visitavo per la prima volta. Non c'è che dire. Qui dentro essi sono ospitati da re. Ma c'è attorno ad essi, in quelle luci misurate, in quei passi guardinghi, un tale freddo, un tale vuoto, che mai ho sentito vicino alle stesse tombe dei grandi, nelle cattedrali che le accolgono. Borghesissimo, ottocentesco gusto del 31

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