Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

dia di giovane, varrà sempre più di un successo con una commedia straniera - non sempre si tratta di capolavori, chè, per questi, i primi a riconoscere la « necessità » di rappresentarli sono proprio i giovani - oltrechè agli effetti autarchici, anche e sopratutto perchè servono a ridare una fiducia ai giovani e a spronare nuove energie. La seconda soluzione consisterebbe nel facilitare la costituzione di una apposita compagnia - che potrebbe essere la stessa che allestisce gli spettacoli dello Sperimentale, dimostratasi al vaglio dei vari anni di prova efficientissima, sia per quel che riguarda la regìa, quanto per il complesso artistico che la compongono - e metterla m condizioni di poter svolgere un regolare corso di rappresentazioni davanti al pubblico delle principali città. Solo allora si potrà avere un giudizio definitivo su un determinato lavoro, giacchè troppo diversa è la sensibilità dei diversi pubblici, per poter trarre, da uno solo di essi, un giudizio definitivo su un nuovo lavoro. Forse verrebbero anche dei fi. schi ..... ! Ma c'è forse qualcuno che non riconosce anche ad essi un effetto salutare ? Certo però ne· verrebbe ai giovani un mcoraggiamento tale che li invo- _glierebbe a continuare e a mi- _gliorare. Qualcuno ci potrà obbiettare che nessuno puq assicurare che il risultato sarebbe proporzionato allo spesa per concretizzare la seconda soluzione proposta. E- -VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì satto, ma finchè non si è tentato..... non si può giudicare. Che se poi fra i cinque o sei o più giovani che, annualmente, verranno ammessi alla prova del pubblico, uno solo riuscisse a farsi notare dalla critica e dal pubblico e perciò a farsi avanti, sarebbe già una bella vittoria per il teatro nuovo, per il teatro italiano. lo sono certo che la prova da• rebbe certamente ottimi frutti e come me la pensano certamente O'CCa Largoai giovani « I giovani ? Per amor del cielo ! Tutte teste bislacche, tutte idee strampalate !..... ». No, cari produttori. No, non siamo del vostro parere. E non perchè - intendiamoci bene - anche noi siamo dei giovani e quindi parteg• giamo per loro. No: Ve l'assicuriamo. Siatene pur certi. Se siamo molto lontani dal!' età avanzata e dall'uggiosa calvizie, se difendiamo i < ragazzi •, se insistiamo nel gridare « largo ai giovani », non è per partigianeria nè tanto meno per un puro capriccio. No davvero. Un movente più giusto e serio ci spinge a lanciare quest'appello. Il cinema italiano - è inutile e sarebbe dannoso nasconderlo - si trova in un momento cruciale. Egli giovani come : Angeli, Balla, Bianchi, Battistella, Callegari, Gomez, Pasetti, Pinelli, Rossi, Zardi ed altri numerosi, che non attendono che il via, per nuovi cimenti. S. E. Pavolini che alla particolare sensibilità fascista unisce una competenza non comune ed una grande passione per il teatro, saprà certamente vagliare benig~amente la nostra proposta e darà ad essa la tanto desiderata realizzazione. ha bisogno urgente di rinnovarsi, di svecchiarsi, di allontanarsi in poche parole, dal carattere amorfo della passata produzione e di divenire - come altra volta abbiamo avuto o_ccasione di affermare - più consono al nostro clima eroico. È l'energia rinnovellatrice, chi può darla se non i giovani, più che gli anziani, le cui meningi hanno ormai spremuto quel molto di cattivo e quel poco di buono che avevano ? Coi giovani, affidandosi al loro buon gusto, al loro entusiasmo e perfe. zionamento - che dovrà avvenire praticamente sul teatro di posa - si potrà raggi ungere il fine cui noi miriamo : dare ali' Italia una cinematografia degna dei nostri tempi. Non vane chiacchiere si considerano le nostre. Alessandrini, del cui valore è superfluo far commenti, lo dimostra. « Don Bosco • e • Lu• ciano Serra • doceant. Marcellini, il giovane venticinquenne che si trova ad essere oggi più di una semplice promessa, lo riconferma. La sua prima creazione - invero - • Sentinelle di Bronzo », di cui ancora ci è lieto il ricordo del caldo 27

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