Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

CINE - TEATRO - STADIO j,l -~ - {J,u,1- ~ Il successo di pubblico e di critica che ha ottenuto il primo spettacolo anno XVIII del Teatro • Guf del!' Urbe, rappresenta un'altra tappa che questi giovani universitari romani hanno felicemente superato, dopo una lunga, laboriosa e attenta selezione di elementi dalla massa degli iscritti alla sezione teatrale, e dopo quasi due mesi di intense e incessanti prove. Sue• cesso, inoltre, tanto più lusinghiero, in quanto i tre lavori rappresentati offrivano gravissime difficoltà di realizzazione. La stagione anno XVIII del Teatro• Guf si è inaugurata il 29 Feh-braio, nell'ormai celebre Teatro dell' Università, gremito firio all' inverosimile, alla presenza del Ministro Bottai, del Federale, del Rettore Magnifico della R. Università di Roma e delle· massime personalità del mondo culturale ed artistico della Capitale. Lo spettacolo consisteva in tre commedie di autore e di ambiente assolutamente diverse e tali, nel loro ecclettismo da costituire una manifestazione teatrale organica e completa. Poe• sia e sottile simbolismo con « L'ufficio postale » di Rabi~- dranatk Tagore ; dramma scottante e moderno con « Il dovere. del medico » di Luigi Pirandello; ed infine una novità piena di umorismo e di umanità: « Felice Viaggio » di Thorton Wilder. Ne « L'ufficio postale » ( o « La 22 FondazioneRuffilli- Forlì lettera del Re » ), regia di Alberto Perrini, entriamo, c9me in tutto il teatro tagoriano, nel regno del simbolismo, ma è un simbolismo talmente sottile e aderente alla tenue e delicata vicenda drammatica, da aggiungere alla favola un elemento di pura poesia. Abbiamo il racconto di un bimbo malato : Amal (il puro) al quale il medico proibisce di uscire di casa. Sta tutto il giorno alla finestra e guarda accorato i monti lontani, i monelli che giocano e la folla minuta. Attende con fede, nelle sue lunghe giornate, l'arrivo di una lettera del Re che sicuramente un giorno o l'altro, gli giungerà. Ma una sera, quando cominciano a brillare le stelle, e lentamente sfugge la vita alle membra smagrite del piccolo infermo, viene annunziato il Re (lddio) da un araldo e dal medico di Stato (La morte). Il dottore viene per porre in libertà il piccolo recluso. Ed Amai fe. !ice si addormenta dolcemente per non svegliarsi più e per correre libero verso le stelle, verso quel Re di cui aveva tanto desiderato diventare portalettere. La realizzazione è stata accura• tamente condotta nell'atmosfera di favola e d' ingenuità che attraverso le poetiche e magiche parole del poeta indiano si è sempre più andata arricchendo di misticismo ·e di commozione fino alla liberazione finale. di .A-e8.e-'l..to1.Jeuini Un particolare elogio alla bravissima e graziosa attrice Nada Seresi nella difficile parte di Amai, bravi il Nicoleui, il Silvestri, la Masina, il Caristia, il Mingione, il De Tuddo, il Sermonti, I' Rohenemser, e gli altri. Ne « Il dovere del medico », regia di Mario Beltramo, si è cercato di offrire al pubblico un Pirandello nuovo, originale, puro, senza appesantirlo con macchinosi giochi scenici, che da qualche tempo accompagnano con un'assiduità di gusto discutibile le rappresentazioni pirandelliane. Si è piuttosto messo in evidenza il significato più intimo ed umano del dramma : la lotta vana dell'uomo contro le rigide inesorabili convenzioni delle leggi che egli stesso s'è impo• sto. Abbiamo la situazione di un uomo che involontariamenteha ucciso per difendersi, situa• zione che serra contro di esso ogni aggravante perchè in uv momento di debolezza ha tentato di uccidersi a sua volta. E quando il personaggio si accorge di essere perduto perchè reo di una colpa che egli non pensò nep• pure di commettere, si strappa le bende dalla ferì la. Il medico, che l'aveva salvato, lo lascia morire perchè il suo dovere non è di ridare la vita a chi non potrà viverla. Marcella Govoni e Tullio Bulgarelli molto ap• plauditi nella parte dei protagonisti del!' accurata e sapiente inVIA CONSOLARE

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