Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

PRESENTAZIONE di r/l/1;can[Je!loIJella(/J,lancla Anche Arcangelo Della Biancia - nato nel 1911 a Cattolica · come chi arriva presto alla poesia (e non solamente al motivo poetico ma all'espressione poetica) - si è trovato esposto alle correnti che negli anni del suo fiorire ventilavano sul nostro Paese. E la sua breve sloria mi par sia segnata dallo spontaneo liberarsi del suo vero temperamento lirico - tradizionalmente attaccato ai contenuti ·, da quel che in lui è altrettanto spontaneamente incline alla sottile recezione e alla pronta assimilazione. Il suo essenziale crepuscolarismo (e non dò al termine nessun significato deteriore) che si affermava su di una approfondita esperienza pascoliana - tentò di rinnovarsi per via di stile. Sentiamo, allora, facilmente Ungaretti, Palazzeschi, Govoni (a proposito dei quali la critica dovrà sempre più rifarsi proprio ai crepuscolari). Le lusinghe delle ricerche di stile - comprensibili in A. d. B., artista di ottima preparazione classica e filologica • se l'hanno sviato dall'approfondimento della propria tntima e peculiare ispirazione, l'hanno, d'altra parte, avvezzato a usare • padroneggiandola sempre - la più moderna e audace sintassi teatrale. S'avvia ora, il Poeta, al ritrovamento del più vero se stesso e già ci offre le conchiuse e oggettive suggestioni di poesie compiutamente belle. d. f C'è un microscopico paese sopra una montagna innamorato della filigrana scura degli abeti, ricco dei necessari doni della terra. Ogni alba sorprende gli uomini con innocenti pensieri mentre sull'abetaia sfrecciano i cor\Ji neri. Vorrei andare lassù \Jorrei abbandonare· tutte le nostalgie lungo le mulattiere per godere le. sinfonie del bosco, serrare negli occhi un'ala radente di cor\Jo. 16 Fondazione Ruffilli - Forlì Nella notte passano le \Jele aperte al soffio del \Jento che scivola mugliando fra le dune. Sca\Jano le barche solchi neri colmati da una nera onda. Na\Jigare così \Jerso l'isola emersa dal fondo del mare, l'isola senza nome come non ha nome l'onda. Sca\Jeremo infiniti solchi, infinite onde li colmeranno, con le · \Jele corrose dal salmastro, avanti d'approdare S!J, lucide rive di diaspro, a\Janti che rischiari l' onde nere la fiamma di un astro. Na\Jigare così mentre il vento pare un'orchestra selvaggia e le \Jele, vaste ali notturne, danzano una danza strana. Su questo masso d'arenaria che frantuma il mare e s' imperla di conchiglie, ho scolpito il mio nome. Così quando nessuno ricorderà eh' io \JÌSsi, non mi a\Jranno dimenticato il mare e le stelle. VIA CONSOLARE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==