La Voce di Molfetta - anno I - n. 3 - 17 dicembre 1950

DI SE'TTIMANALE DI V I T A CITTADINA )7 Dicembre 1Q50 - Anno I, n. 3 • Red. e Arnm. Molfetta - Via Oiaquinlo, 2 '3 - Tel. 12-52. Abb. (c/c. posta.le 13/.5671 Annuale L. 1000' semestrale L. 5.50, per l'Estero dollari 3 - Una copia L. 25 - Sperj. in Abb. postale (Gruppo Il SER.VIZIO DI NETTEZZA URBANA GESTIONE IN PROPRIO O IN APPALTO? --------------- Nel I numero di questo giornale noi -ri– levammo e com1micn:nrn0 ai nost i co11- cittadini la somma Ji lire 2 miliorii e 300 mila circa che il Comune · ricava dal servizio della spazzatura pubblica. Se esaminiamo il capitolo spese, nello stesso bilancio di previsione 195O, troviamo che noi spendiamo per lo ste.;so servizio di spazzatura lire 42 milioni e 63O mila circa. In altri. termini questo servizio di spazzatura, calcolate le entrate e le usci– te, grava sul nostro bilancio per c1rca 40 milioni. E' questa una falla molto grossa che minaccia cc-n giusta preoccupazione la vita già grama del no5tro bilancio. Possibile che non si possa rirnedia1e? e se invece di gestire direttamente il Comune questo servizio lo si desse in appalto a qualche Ditta privata col sistema della pubblica asta e comunque assicurandosi di salva– guardare escuslivamente gli interessi eco– nomici del Comune, cioè i nostri interes– si di esausti c,:utribuenti? Su questo problema di tanta importan– za cittadini ed ammm1stratori esprimano la loro opinione e diano i loro suggeri– menti. QUESTIONE DEL DAZIO Egregio Sig. Direttore, credevo che l'intervista da me concessa ad un nostro comune amico e pubblicat.1 sul n. i del Suo settimanale dovesse contener– si entro i limiti di un'azione di stimolo all'Amministrazione Comunale, perchè con · solerzia si occupasse di un prob!tma chct avendo due aspetti, uno umc1no e l'altro tecnico, legati ambedue ali' interesse della comunità, meritava ogni cura. Ma poichè Ctualche ?iffero è salito i, montagna per la famosa suonatina, eccole le impressioni di una parte dell'uditorio. Premesse a) L'attuale Gestore delle Impnste Consu– mo di Molfetta indubbiamente svolge ur. a inteliigente - per la maggioranza, almeno - attivita economica. Compie per conto terzi particolari accertamenti ed effetua deter– minate riscossioni. Dovendo ricavarne un certo beneficio - il più alto possibile, natu– ralmente - esaspera gli accertamenti, econo– mizza sulle spese di gestione, ed intasca quel margine, che avrà saputo garantirsi su1I'agg-io concessogli nel capitolato di ap- palto. · E, ponendosi sul suo piano, non si ha niente da eccepire. A meno che qualche · pazzoide non ritenga di dover individuare in o~ni Appaltatore di Imposte un novello S. Francesco. b) L'Amministrazione Comunale nell'ap– paltare un Servizio pubblico, non rinun– cia ad un'azione ispettiva e di controllo. Ed ailorchè tale controllo accerti elemen- ti negativi~ 1' Amministrazione ha il dovere i:li intervenire. Se non provvede, tradisce gli interessi del corpo elettorale: Ed erc"l. in quP.sto se~so d:i intendersi lo spirito deHa intervista. e) Nella veste di Consigliere Comunale io esercito un ufficio di rappresentanza. In tale condizione, e sino a. che tni tnanterrò fuori di ogni animor,ità personale, ho pieno diritto di ese1'citare un'azione di opposizio– ne all'operato della Giunta, in seno al Consiglio. Nella qualità inoltre di contri– buente e di elettrice in questo Comune ho pieno esercizio di censura alh cosa pubbli– ca, usando liberamente anche della stampa. E questo, anche se la cosa non doves..~ andare a genio al Sig. S. A. Fatti 1) Nell'agosto fu fetta in una tornata del Consigli0 una relazione del Controllore Contunale della gestione Imposte Consumo con la quale il funzionario inter~ssato se– gnala. va alI' A.m.cninistrazione Comunale varie deficienze s~I funzionamento degli Uffici e dei Servizi in oggetto. 2) Per mio conto, e con la collaborazione di alcuni amici, condussi ùna inchiesta sul– la questione; presentai in seguito una in– terrogazione ed, insoddisfatta deIIa rispo– sta, feci seguire ad essa una interpellanza. La risposta del Sindaco fu ancora eva– siva. Eglit dopo un primo colloquio col Prefetto, provava ancora l'impellente ne– cessità di rivederlo, prima di dare al Con– siglio un resoconto della questione. Il che, in questa atmosfera di giolittismo ritornanti, non mi sorprende affatto. Ma non deve ancora sorprendere la mia testardagine sul continuare ad agitare il 1nedesimo probletna.. Nell'intervista mi Ii1nita vo a riassumere i risultati de Ifa inia inchiesta. 3) I risultati di essa erano questi: Gli impieg-ati attual1nenti in servizio e1·ano costrettt a sopperire ai problen1i di più uffici, sottoponendosi ad un tale eccesso di lavoro che non rende va, sia pure in vo– lontariamente, quanto avrebbero dovuto. Gli impiegati stessi erano vincolati da orari straordinari senza che per altro venissero ad essi corrisposte le indennità relative. Ne la costatazione ci pareva stratosf~rica, salvo a_ pensare che parte dei contribuenti . fosse morta, sepolta ed incenerita o che la precedente Gestione avesse permesso, nelle ore di ufficio, istruttivi tornei di scopone. Con la nuova Gestione infatti era stato licenziato un contingenfc di in1pi~g.i.d su– periore al SOo/ o del personale già adibito al Servizio; Gli uffici periferici preposti alle barriere daziarie peccavano di disfunzione per di– fetto di personale. De visu avrò consta– tato la chiusura di alcuni di essi a 1nez– zogiornot deducendone che molte eva– sioni dovevano detern1inai-si; -- le pattuglie erano quasi inesistenti, con relativo profitto degli evasol'i intelligenti; -- il rinnovamento degli abbonamenti agli utenti di piccole aziende erano stati condizionati a tassi ingentissimi. Questi i risultati. E poichè è nostra irri– ducibile convinzione che un Ente pubblico debba assicura.re ai dipendenti degli Uffici una condizione di vita moraltnente equa e sindacalmente onesta, debba pretendere una assoluta regolarità e continuità nel funzionamento dei propri servizi e debba assolutamente tutelare i propri elettori da ogni innaturale pressione fiscalet eravamo scesi sul terreno polemico. Questi, in ultimo citati, erano gli unici punti della polemica, che potevano indi– retta.mente \.Srtare la suscettibilità dell'ap– paltatore P. A.: Ma egli, ~bilmente, si sot– trae nel suo articolo alla giustifica ed al commento per • varie ragioni degne di ri– lievo•; tanto degne da non essere comprese dai comuni mortali.

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