UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945
e subito dopo, in Padre morto, il canto abbandona i margini e si fa più fermo: ... la tregna ove in povera carne sei sceso a. rassegnar! i al profilo. Ma ritorna a sospenderci una cesura; come se la geografia cli Gatto non segnasse questa terra e il suo tempo valicasse una immobilità senza re– spiro: L'estremo tempo ove resisti all'a.ria allo scrupolo calmo è la tua sorte, indelebile attesa, solitaria, dopo la vita, prima della morte. Così il canto diventa fine a se stesso e le im- magini, innocue anche di senso, moduli cli milsica: Im111a.gined'aria la lu.na 1-nortaodora sfi nùa i n pendio. (arrivano cli qui, nelle prose, i bambini cli Elegia « i bànibini rosei di nulla reggere al filo ima cometa d'aria»). Ancora, in Assedio la « luna che risale - scalfita. a vuoto d'aria. sulle spente - solitudini» e la parola morte svuotata d'ogni dolore accom– pagna, ritornello in sordina, quasi tutti i compo– nimenti. Là dove Gatto fatto accorto della sua musica tenta cli trattenere una melodia che gli è naturale, allora proprio scopre !"aridità della sua invenzione e nel «cantabile» si introduce un segno duro così
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy