UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

« ·:\li crecle·la l'avvocato Damerio - dissi -. Io 11011 ebbi il coraggio di chiarire l"equivoco e questo è il punto doloroso del racconto. Doloroso per 111e,per la mia pace>>. Damerio non mi lasciò continuare. Levandosi gli occhiali, con un gesto che- doYeva essergli abituale, un gesto di stanchezza e. di noia, e mostrando un volto in cui pareva che qualcosa di intimo fosse all'impron·iso svelato. mi rispose seccamente: « lVIi convinco sempre più che siamo <lavanti ad un vi– sionario. Già lo avevo sospettato ricevendo quella lettera. Nella lettera 111iscongiurava di_ raggiun– gerlo in un piccolo paese di montagna». Dissi adagio il nome di quel paese. Dissi anche: « Io 11011 sono un visionario. Io ho parlato con Me– dolago, da lui ho saputo che Giulia è morta». « Oh. lei non è visi9nario, lei è vittima di un vj– sionario » disse Damerio con aria paziente. « Quanto Medolago mi ha eletto è vero e anche lei lo sa>>. « Può darsi. Ma la verità ciel sig1ior Urfimio l\ [edolago 11011 111interessa più. Da molti anni non mi interessa più». Cercavo lo sguardo cli Damerio, 111aegli fuggiva i miei occhi con cura punti~·liosa. J\IIi sentii allora vincere da un improYviso affanno c desiderai un qualche sollievo immediato. Damerio aveva alle spalle una finestra ed io vi stavo di fronte. Ma anche quel giorno pioveva: la pioggia ed il grigiore della giornata invernale 11011 lasciavano intravedere nulla al di kì della finestra. C'era soltanto una luce uni– ior111ee spenta, quasi una nebbia morbida, e l'animo si s111arril'a ancora cli più. Guardai altrove. Sulla 70

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