UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

Giunsi a B*** in una giornata di pioggia. B*** è una città grigia ed antica, la pioggia la illividiva come fosse riflessa in uno specchio appannato. Fa– ticai due giorni per avere qualche notizia riguar– dante l'avvocato Damerio. Un tale mi disse: « Da due anni. dopo la fuga della fidanzata. si è trasferito a R*** ». :1Ii recai a R*** e. impaziente com'ero. non volli preparare meglio l'incontro con Damerio: anzi. come t ra:portato da una sorte di furore, an– dai subito a visitare colui dal quale speraYo un sol– lievo alla mia infermità. Spesso avevo fantasticato sulla persona che do– vevo vedere: e im·olontariamente. quando le fui davanti. paragonai la mia figura fisica alla sua. Desideravo rendenni conto cli quanto differissi da cl.ii aHebbe clon1to trovarsi in quella camera d'al– bergo. la notte del colloquio. Damerio. che si era alzato per salutarmi. arrivava appena alle mie spal– le: era tarchiato. con il volto flaccido, d'in:ia vec– chiaia precoce. ma gli occhi avevano un 'espressione risoluta 'ed a mc parve. di quando in quando, per– sino ironica. « Prego. s'accomodi » rispose alle mie prime parole: e quando anch'egli si rimise seduto notai che il suo volto cambiò di fisionomia: all'im– provYiso Yi scorsi soltanto stanchezza e fredda ac– condiscendenza. Tale metamorfosi mi smarrì. Per nulla aveYo pensalo come espone quanto deside– ra 1·0 dirgli. Ma proprio il mio iniziale smarrimento mi spinse ad un linguaggio risoluto. « Mi trOYOqui per un fatto eccezionale - dis– si -. Veramente un fatto eccezionale e che non so come sarà giudicato. D'altronde ... ». 68

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