UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

o con il frequentare all'improvviso donne che mi era facile trovare. Una di queste donne un giorno disse: « Che cos'hai?» ed io mi misi st11pidamente a piangere. Trascorsero parecchi mesi a questo modo, un modo infelice. Finalmente an•enne 1111 fatto che mi fece impallidire dalla paura. Dopo q11alche mese, un giorno. mi capitò cli YCdere per strada 1111 uomo che rassomigliava al mio visitatore di quella notte. ì\[i pas ò vieino. con andatura fran– ca, sfiorandomi e sostenendo il mio sguardo. Mi \·oltai a guardai-lo perchè quel suo modo di cam– minare mi suggestionan. « Pare - mi dissi - un uomo senza colpe. un uomo senza peccati». Come se si trattasse di un antico e sotterraneo pen– siero che finalmente prendesse chiarezza. mi dissi che in qualche luogo della terra Urfimio Medolago poteYa camminare sostenendo lo so-uardo d'altri uomini. « E. merito mio » mi dissi senza entusia– smo. Ma sùbito ebbi fastidio di quanto vedevo at– torno a me e tornai a casa di corsa. La mia casa non poteva darmi pace. Lasciando che l'immaginazione si raffigurasse Urfimio Medo– lago camminare a quel modo franco e sicuro, com– presi l'eredità avuta da lui e come per quest:.l aves-. si oscuramente sofferto. Mi sentivo colpevole. Pen– sai di confidarmi con certo S*** che mi è intimo, o con P*** che stimo: ma un sentimento d'inuti– lità troncava presto ogni desiderio rii confessione. Al fondo della mia disperazione trovai una via d'uscita. Allora mi dissi: « Andrò a B***, cer– cherò il vero avvocato Damerio. gli dirò quanto è accaduto>>. ·

RkJQdWJsaXNoZXIy