UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945
sarebbe stato facile fuggire. Ma risentivo la voce di Medolago, e la sua voce ristabiliva dei rapporti imprecisabili tra me e lui. D'altronde era uma– namente possibile abbandonare un uomo come il mio visitatore? « Giulia è morta - diceva - dopo undici mesi di martirio. Il ricordo della sua morte non m'ab– bandona più perchè pareva felicemente fuggire· un inferno. Il giorno prima aveva detto: ''Uno cli noi due dovrù sopravvivere con il rimorso" e forse fu– rono queste parole che mi decisero. E' stato un altro mio sopruso e da quel giorno conduco una vita abominevole. conseguenza del mio delitto. Lei saprà - aggiunse frettolosamente, come se ciò esulasse dal terna del nostro discorso - che sono ricercato dalla polizia. Le ho scritto la lettera per– chè non potevo venire in città a trovarla». Mi sentivo· confuso. Volgendo cli colpo le spalle al mio visitatore. guardai ancora al di là della fi– nestra in cerca di un aiuto impossibile. « Una sto– ria macabra» mi dissi. f\l cli là della finestra era già buio. Il paesaggio. vivendo ormai dentro una nebbia unifor!ne seppur vibratile. anzichè sugge– rire qualche cosa alla mente la invogliava all'iner– zia. f\llora mi alzai dirigendomi alla finestra ed anche' lVIedolago fece altrettanto. « f\ vevo bisogno cli umiliarmi - disse ancora -. Da due anni aspettavo questo momento. lo desideravo e lo te– mevo .. Forse ritroverò. la pace o qualche cosa come la pace». Il buio che scorgevo al cli lù della finestra tra– mandava una inesprimibile angoscia. In quell'istan– te mi voltai e, dominato dal timore, di trovarmi
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