UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

ruota, insopportabile. Disturbato da' quel rumore mi precipitai a chiudere la finestra. « I nervi ... ~> disse lo sconosciuto. ma preferì non continuare. Forse gli parve che con il chiudere la finestra io gli offrissi un segno di complicità che da tempo aspettava. Passò rapidamente ad un 'altra frase di– cendo: « Il mio nome. Urfimio Medolago. non le può spiegare nulla. Ma credo che non lo dimenti– cherà più d,ora in a,·anti. Sì. cli questo sono si– curo. Lei una voltà abitava a Il***, non è vero?>>. Al nome della cittù ricordai soltanto una mia ,·ecchia amicizia. il soggiorno in una bella casa, molti anni prima. all'epoca dei miei viaggi giq– vanili. Confusamente ricordai la cittù ed il sog– giorno, imbarazzato dalle parole che avevo sentifo. « Ma questo è un sogno » mi dissi e cominciai ad a,·ere paura. AYevo paura, una paura indefi– nita e per prendere un atteggiamento qualunque, ma che servisse a nasconderla a me ed allo sco– nosciuto, dissi « Pi-ego. si segga » e gli indicai una seggiola ch'era vicina al letto. La mia eccitazione mi faceYa sembrare più grande di quanto non fosse in realtù la calma del mio osj)ite. Egli si vol~ò,ver– so la seggiola e. prima cli sedere. disse con irri– tante cortesia: « Forse desidera riposare un poco? L'albergatore mi ha a,·,·ertito ciel suo arrivo ed io sono st:at6 impaziente. Mi perdoni ». « Oh, non sono stanco. - dissi- senza più con– trollarmi - ; e lei ha bisogno urgente cli parlarmi. Resti pure». « Grazie » disse il ,·isitatore. Sùbito il visitatore alzò gli occhi verso il soffitto della stanza ecl an– eli 'io, passivamente, feci altrettanto. Era un sof- 60.

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