UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945
z1a pratica. un mondo gratuito. In questo senso ness11no più cli Valéry è andato avanti con tanta for7.a e cou tanta fedeltà. ma la prova erve. ha servito al s110 stesso invento1·e? In qualche modo le s11e soluzioni. dato il rifiuto iniziale. non ave– vano che un valore matematico, offrivano solo 11110 scatto cli coincidenze mentre qualcosa cli veramente libero era riservato alle operazioni laterali più stret– tamente personali (caso strano in cui l'interiore non sollecita la memo1·ia naturale dell'umano, un dato bisogno dell'operazione generale): questo Va– léry ha conosciuto contemporaneamente una strada obbligata e un'altra libera ma tutt'e due erano staccate dalla vera, eia quella che fino all'ultimo •ha chiuso nella condanna della sua prima figura. Ma l\Ionsieur Teste. ma il suo Leonardo avranno dav– \'Cro vinto l'altro Valéry, quell'anima che possiamo soltanto i111magi11aree non ci è consentito di cal– colare pc1·chè le nostre ricerce devono concludersi nell'ambito elci testi? Voglio dire. avrà creduto a queste costruzioni che in fondo per lui erano delle finzioni? ?-;"onsi tratta per lui d"inganno ma sol– tanto di resistenza a questa mutilazione iniziale e allora è sempre stata una resistenza necessaria o a volte diYenuta 1111 ·abitudine. un oppio. un tesoro più facile contro 1111 tesoro nascosto e estremamente improbabile? Non c'è fig11ra ulteriore che spieghi tutto q11esto. la sua ultima prova valida è offerta alla nt'ccssità clcll'organizzazionc e quindi molto al cli q11a delle nostre domande e in questo senso la sua lezione ci sembra solamente brillante, il frutto di una civiltà. ma una proposta troppo minore per csse1:c accettata. Ìl[a Valéry non voleva insegnare 54
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