UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

zioni li1Jresq11es. Sotto questa luce Valéry non resiste, mentre se lo avviciniamo a una ragione anteriore di umanità. a un giuoco di sentimenti e di contatti quotidiani, anche la figura estrema di :-1.onsieur Teste acquista una ragione precisa. uno stato normale e valido cli presenza. In spiriti portati a conseguenze così estreme e irrepetibili bisogna cercare anzitutto il numero della passio– ne, la partecipazione data al problema della vita con una prese117.a che ·upera le richieste stesse del tempo minore: cli solito un numero particola– -e è i1westito con una Yecmenza che sarebbe giu– stificata di fronte alle ul ·ime domande e per que– sto interviene allora in un secondo tempo la de– lusione, il distacco e quel rifiuto che si nutre pro– prio della pace sconvolta di un tempo, delle ri- poste che non sono mai approdate alla riva pie– na delle sue speranze. Quello cll'e si potrebbe dire il « romanzo » cli Valéry sta nella parte annullata di questo tempo formativo e ricco cli linfe. sta nel numero infinito delle possibilità rlie resteranno a sollecita1·e nel tempo le convinzioni sempre 1·in– novate della sua posizione - il nome ciel suo idea– le Leonardo. Valéry ha dovuto per forza accet– tare un gesto per allontanare questo tempo inde– tìnito di dramma verso cli cui lo spingevano le sue qualità di uomo e la sua evidente fedeltà alle pas– sioni e con questo gesto cli negazione ha pulito il campo immaginario delle sue ricerche e delle sue pro\·e. Ora è proprio questo gesto che rima– ne il punto veramente oscuro della sua storia spi– rituale: e intanto· non nasconde una parte cli co– modità, una convenienza sia pure in un secondo

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