UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945
di una primaverile speranza, di confortare la propria fede nella vita altrui, nell'innocente gioia di un avanzare e di un operare comune. Accettare questa ingenuità e riempirla d'umanità cOiicreta sacrificando ad essa l'ari– stocrazia del dubbio e la saggezza di un prudente riser– bo, la nostalgia delle solitudini sublimi e dei discorsi con l'Eterno. Ora basta : le due v•ie sono chiare, è noto il terreno ch'esse percorrono, l'estremo limite dell'orizzon– te a cui conducono. A ciascuno la scelta o piuttosto la coscienza di ciò a cui la scelta conduce. Forse neppure scegliere si può, perchè ciascuno è già scelto. Io stesso, mentre indicavo le due vie, già in una ero entrato. Dav– vero mi sembra che l'idea dell'autonomia spirituale del– l'arte e del pensiero, e quel loro svilupparsi in un'astrat– ta interna dialettica verso un'estrema formalità e il pa– thos della sua purezza, ,siano forme d'evasione di una civiltà éhe ha spento le sue interne energie e fermenta torbida e tragica nei gioco dei suoi privilegi e dei suoi inganni, nè sa più essere per sè creatrice di bellezza e di verità, anzi s'illude di una bellezza e verità generica universale ed' eterna, che i: solo il sedimento greve di una critica dogmatica e astratta. Questo tono metafisico– sacrale mi dà noia come di un'estrema inutile falsità. Spero e credo d·i sentire l'umanità nuova in formazione e dai suoi aspetti ancor crudi balzare in nuove forme e sensi le esigenze d'arte e di pensiero, liberamente, ma ancor fragranti del sentore umano e vive della sua linfa, umanità pur essa che si riflette e si sublima. E per mio conto, quanto al filosofare, mi pare che la sua lunga e preziosa dialettica sia giunta al punto di dissolvere naturalmente ogni limite s,istematico che pre– tenda valere come chiuso orizzonte di una assoluta ve– rità. La grande palude metafisica e i molli cerchi con– centrici dei suoi eterni problemi sono travolti dal corso del pensiero che, oltre i gorghi schiumosi dell'irraziona– lismo e le loro iridesuenze, si svolge nella fluidità estrema di una ragione innamorata della realtà, capace di dar a questa il suo vivo articolato rilievo, fuor della relatività cli ogni esperienza parziale. Così un'umanità tutta nuova di fresche energie morali e in cerca di sè, si trova li– bera da ogni astrattezza ideologica, da ogni mitologia
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