UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945
di sensi, quasi un considerare la storia come storia na– turale e non umana. Ma qui c'è pure una responsabilità pratica: 11011 sentire la concreta attualità dei problemi, cr-earsi un alibi di fronte ad essi. È inutile affannarsi, tanto le cose umane fondamentalmente 11011 mutano e il voler darsi d'attorno le complica e le peggiora. Ieri vedemmo gli uomini feroci come belve. Che volete? La ferinità umana è in gioco, ~empre uguale, immutabile, dopo tanti secoli di Cristianesimo. E 11011 si vuol pen– sare nè ammettere che questa ferinità astuta, vile, re– torica, ragionante, perversa, 11011 ha nulla a che fare con quella del povero selvaggio o primitivo; che essa è la nostra ferinità, del nostro mondo, proprio di quello che ebbe secoli di Cristianesimo e che ha celebrato « le magni– fiche sorti e progressive» della borghesia. In fondo, di– ciamolo schietto, sommando tutto, è la responsabilità d'esser radicalmente conservatori e riposare nel comodo pessimismo che ogni conservatore ha nel cuore a scansq d 0 obblighi morali e a consolazione della sua anima bella e a giustificazione ciel suo stile di vita. _ Ma v'è un altro presupposto su cui bisogna intendersi : che l'arte o il pensiero se ne stiano alti; immuni sul mondo delle Yicende etiche e sociali degli uomini o tutt'al più le riflettano impassibilmente. È una curiosa idea metafisica, questa: la garanzia che l'azzurro è pro– prio un ciclo, idea che fu valida sino a quando gli uomi– ni 11011 si sollevarono cli fatto nell'a7.zu1-ro, e salendo, salendo videro l'azzurro farsi nero, come se 'il colore sereno venisse proprio da una terrestrità sospesa e al di là apparisse il simbolo dell'infinito. Quest'idea metafisica ha tante fonti : un certo contenuto tradizionale dell'arte e ciel pensiero, l'interpretazione filosofica - di quella filo– sofia che sa di teologia - della catarsi artistica e teore– tica, !',interpretazione dogmatica del principio metodica– mente fruttuoso, proprio dell'idealismo, dell'autonomia dello spirito e dei singoli momenti spirituali. E a ciò si connette il dogmatismo di un concettualismo astratto che definisce l'arte o il pensiero, staticamente in funzione di un valore, di un dover essere o di un essere univoco. Il mondo dell'arte o del pensiero appare così sotto Ja forma di un universale tnuseo, dove ogni realtà sia 1nar- . 10
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