UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
• 92 può indicare soltanto quello che in effetti io sono. C'è nel mio libro un personaggio che mette al ser·– vizio della propria fede la forza della propria di– sperazione d'uomo. Si può considerarlo un comu– nista? Lo stesso interrogativo è sospeso sul mio risultato di scrittore». Il libro del comunista Vit– torini non è un libro comunista: è un libro di uomini, fuori delle etichette degli interessi di clas– se e di fazione, un libro di un uomo disperato. « Del resto immagino che tutti i manoscritti vengano tro– vati in una bottiglia» ha detto una volta Vittorini, ed è vero: non conta la parte dalla quale viene il messaggio, ma le sue parole stesse, del messag– gio, il suo calore umano, le sue parole umane. Vittorini ha rifiutato di unire al suo libro una discussione sugli argomenti stessi che gli stanno a cuore, vita, letteratura, costume, condizioni e altro, ed è stato un bene, un intelligente riconoscimento della propria responsabilità di scrittore. E infatti qualche suo ragionamento sulla cultura e sulla let– teratura apparso nel!'« Unità» o altrove aveva fa– cilmente destato dei sospetti : il suo libro si comin– cia a leggere con diffidenza : infine perchè da quelle note non si ripetevano alla letteratura che delle accuse monotone, delle facili accuse di tempi fascisti. Ma è ancora, si è detto, il libro di un uomo, un libro scritto per se stesso e per gli altri con la propria disperazione, il proprio dolore, e 11011 delle pag_inecostruite apposta, sottoposte a delle esi– genze di cibo e di mischia, non delle pagine svolte per ordinazione. Insomma per essere chiari, con « Uomini e no» Vittorini non è di là di una bar– ricata come potevamo credere e il suo colloquio è ancora umano. Il colloquio di quel suo protagonista disperato, che non sa volere la felicità, che non vuole scappare quando potrebbe, che lascia che gli altri lo ammazzino, li aspetta, steso sul letto con l'arma in mano, disperato e quieto insieme. E' la fine della vita per lui, o della non vita, è il punto sul quale sbagliamo, del quale non siamo sicuri : se
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